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L’incanto del libro illustrato nel Settecento Veneto

È dal connubio tra intelligenti editori come Giambattista Albrizzi e Antonio Zatta – per citarne solo alcuni – grandi e celeberrimi artisti come Tiepolo, Piazzetta, Novelli, Fontebasso o Balestra, e di abili incisori capaci di tradurre i segni e lo stile di questi in stampe di straordinaria complessità e varietà luministica, che nascono alcuni dei maggiori capolavori dell’editoria illustrata del Settecento.

Un fenomeno ben sviluppato anche nel Seicento ma che nel XVIII secolo raggiunge nel Veneto vertici assoluti d’eleganza e raffinatezza, ammirati a livello internazionale.

Un fenomeno che, dal 24 novembre 2012 al 7 aprile 2013 a Padova, nelle sedi del Museo Civico agli Eremitani e di Palazzo Zuckermann, sarà esplorato e reso accessibile al grande pubblico in una mostra assolutamente unica per vastità e completezza di trattazione e certamente tra le più importanti esposizioni del genere mai realizzate in Italia: un viaggio affascinante e sorprendente – curato da Vincenza Cinzia Donvito, Francesco Paolo Petronelli e Denis Ton, con la direzione generale di Davide Banzato e Francesco Aliano – alla scoperta di quello che fu un aspetto fondamentale della vita culturale della Serenissima, ma anche di una produzione artistica spesso parallela a quella più appariscente della pittura da cavalletto o ad affresco, ma non meno suggestiva.

Un evento promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura, Musei Civici e Biblioteche di Padova, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Biblioteca Universitaria di Padova con la collaborazione di Fondazione Antonveneta e il sostegno del Banco di Credito Cooperativo di Sant’Elena e di Lions Club Montagnana Este e con la collaborazione di Skira Editore (il catalogo è edito da Grafiche Antiga).

Oltre 115 volumi prodotti in Veneto o che hanno visto la collaborazione d’importanti artisti veneziani del Settecento – edizioni rare e preziose, arricchite da antiporte, incisioni, cornici, testatine, vignette o preziosi finalini – saranno dunque esposti accanto a quasi 120 tra stampe sciolte tratte dagli stessi volumi e incisioni autonome, in modo da favorire un’ampia documentazione della ricchezza illustrativa di questi volumi e dell’attività degli artisti ai quali si deve l’invenzione grafica delle opere. Maestri che saranno ricordati in mostra, ciascuno, anche attraverso uno dei loro significativi dipinti, a sottolineare e rimarcare la stretta connessione esistente tra la produzione artistica dei pittori coinvolti e i disegni da questi approntati per l’editoria: “una comune attitudine per il libero dispiegarsi della fantasia, applicata ora alle pagine di un libro invece che ai cieli dei soffitti affrescati o alle tele di grandi quadri di storia, una medesima audacia compositiva, un precoce interesse per forme di ornato rococò”.

Una mostra dunque ricchissima – realizzata grazie alle opere della Biblioteca Civica, dei Musei Civici agli Eremitani e della Biblioteca Universitaria, oltre a quelli di un’importante collezione privata e di alcuni selezionati istituti culturali del Veneto – che si sviluppa in 9 sezioni, adottando punti di vista diversificati e privilegiando, di volta in volta, un approccio cronologico, monografico e tematico.

Sarà così possibile esplorare il libro illustrato del Settecento quale grande impresa tipografica, documento storico, intrigante fonte di curiosità su costumi e gusti del tempo, ma anche e soprattutto come straordinario manufatto artistico: un originale approccio che guarda a tali opere come a oggetti estetici, consentendo di scoprire meravigliosa “galleria cartacea”.

La storia dell’illustrazione libraria viene sviluppata nella prima parte della mostra evidenziando in particolare l’apporto dei Maestri coinvolti nelle imprese maggiori, con le sezioni dedicate a Giambattista Tiepolo e ad Antonio Balestra: tra i primi grandi disegnatori a comprendere, nel secondo e terzo decennio del secolo, il valore di questa attività.
E se quest’ultimo, contribuendo a rivitalizzare il panorama librario veronese, elaborò alcuni dei più bei frontespizi dell’editoria veneta dei primi decenni del Settecento,
veri e propri “dipinti in miniatura” la cui progettazione, anche se in scala diversa,
non ha nulla da invidiare a quella della quadratura degli affreschi, come la superba antiporta per Li cinque oridini d’architettura civile di Michel Sanmicheli – in cui, caso piuttosto unico, fu egli stesso a realizzare successivamnete la lastra impiegata nel volume – è in particolare l’impegno di Tiepolo in questo campo a stupire.
A ricordarlo in mostra vi sono importanti volumi a partire dalla sua prima partecipazione a un’impresa editoriale di grande valore: la Verona illustrata di Scipione Maffei (1732), per la quale Giambattista appronta i disegni già intorno al 1724, tradotti poi nelle incisioni da Andrea Zucchi, con il quale avvia una fervida collaborazione.

Tra i tanti ecco poi un testo capitale della storiografia settecentesca italiana come il De Rerum Italicorum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori, ove Tiepolo assume il ruolo principale d’ideatore della grafica, dimostrando straordinaria intelligenza compositiva; o ancora il volume, da lui decorato con le Opere di Pietro Bembo (in particolare la parte dedicata agli Asolani) stampato questa volta a Venezia, presso Hertzhauser, nel 1729.
E sarà quanto mai interessante confrontare in mostra questi lavori – che evidenziano nell’invenzione lo scatto creativo del genio, tradotto da incisori talvolta assai dotati – con la sua attività di peintre-graveur, qui documentata dalla celebri acqueforti dei suoi Capricci: “inquietanti e ipnotiche divagazioni su temi elusivi di morte, negromanzia e magia”.

Ampio spazio è dedicato al Piazzetta, grande protagonista della scena nella prima metà del secolo:
dalla Chiesa di Gesù Cristo vendicata di Antonio da Venezia prima sua prova nel genere datata 1724.
Piazzetta instaurò rapporti stretti con tanti incisori che diedero interpretazioni diverse del segno e del chiaroscuro del Maestro, come si evincerà grazie ai numerosi fogli sciolti presentati.

I riflettori dell’esposizione sono quindi puntati sul capolavoro riconosciuto del secolo – La Gerusalemme Liberata Albrizzi (1745) in cui proprio Piazzetta diede il meglio di sé ottenendo un successo internazionale senza precedenti – nonché su quei volumi, principalmente le edizioni di classici italiani e stranieri, che videro la partecipazione di équipes di disegnatori e incisori di primo livello, come Fontebasso, Zompini, Leonardis, Crivellari, Giampiccoli.

Giunti infine nella seconda metà del secolo, è Pietro Antonio Novelli il dominatore indiscusso del campo, coinvolto in un grande numero di imprese editoriali: dalle illustrazioni dei 56 volumi del Parnaso Italiano alle diverse versioni delle commedie di Goldoni, affrontate sia per Pasquali che per Zatta.

Il punto di vista cambia nella seconda parte dell’esposizione: non più un approccio cronologico ma trasversale, tematico, individuando nei filoni dei “libri d’occasione”, della “cultura antiquaria” e dei “libri scientifici e dedicati all’esplorazione del mondo”, questi ultimi due esposti a Palazzo Zuckermann, quelli maggiormente rappresentativi.

E qui la fantasia e le bizzarrie impazzano.

Le raccolte per le celebrazioni d’eventi – ingressi solenni, nozze e monacazioni – erano di gran moda tra gli esponenti dell’élite veneziana, arricchite di antiporte allegoriche e araldiche, cornici di gusto rocaille, preziosi finalini e quant’altro. Troviamo autentiche curiosità, anche storiche e di costume, tra questi volumi, vere e proprie gemme dell’editoria veneziana del Settecento.

Il culto dell’antico è invece imprescindibile per comprendere lo spirito di studio erudito con cui il Settecento si avvicina al passato. Opere come il Numismata virorum illustrium ex Barbadica gente di Gianfrancesco Barbarigo (Padova, 1732), o come l’impresa di Anton Maria Zanetti che, tra 1741-1743, dà alle stampe il prezioso Delle antiche statue, sono solo due esempi, assai differenti, di questo gusto che poi trova un riflesso anche nell’interesse per i libri dedicati alla traduzioni delle opere d’arte dell’età moderna.
Allo stesso modo, i libri a carattere scientifico o dedicati all’esplorazione del mondo testimoniano la convivenza di un interesse legato all’illuminismo settecentesco e dell’amore per il decoro fantasioso e di stampo rococò.

La fantasia corre in posti lontani e nuove terre, le illustrazioni fanno scoprire nuovi modelli scientifici, strane macchine, piante esotiche, animali d’altri mondi.

“Oltre alla nobiltà e magnificenza che queste tavole recano all’Edizione – scriveva Zatta nella prefazione all’edizione della Divina Commedia di Dante, uscita dai torchi del veneziano tra il 1757 e il 1758 – oltre al diletto che per la bellezza del disegno e dell’intaglio porgono a chi le vede, giovar possono ancora non poco a far comprendere a’ Leggitori, quasi in un volger d’occhio le cose di maggior importanza espresse in tutto il poema…”

INFORMAZIONI

Sedi
Musei Civici agli Eremitani
Piazza Ermitani, 8

Palazzo Zuckermann
Corso Garibaldi 33

Orari
9.00 – 19.00 da martedì a domenica
(apertura Palazzo Zuckermann ore 10.00)
Chiuso i lunedì non festivi
(25 e 26 dicembre, 1 gennaio)

Biglietti
(biglietto cumulativo include mostra, visita al Museo, Sala Multimendiale e Palazzo Zuckermann)
Intero: € 10.00
Ridotto: € 8.00
Ridotto speciale: € 6.00
Ridotto scuole: € 5.00
Gratuito: bambini fino ai 6 anni, portatori di handicap, possessori biglietto
Cappella degli Scrovegni, Padovacard, Cartafamiglia,
Musei tutto l’anno

Biglietto + Cappella degli Scrovegni*
(include mostra, visita al Museo, Sala Multimediale, Palazzo Zuckermann e Cappella degli Scrovegni)
Intero: € 13.00
*visite solo su prenotazione 049 2010020

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