Era esposto in queste settimane a Genova il quadro di Pieter Paul Rubens – Cristo risorto appare alla madre – che i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno sequestrato. La mostra di Palazzo Ducale perde così un pezzo importante, ma apre a un’indagine dai contorni piuttosto seri. Rubens a Genova è stata di recentemente prorogata fino al 5 febbraio 2023.
Quattro persone, infatti, sono indagate per esportazione illecita di opere d’arte. Cristo risorto appare alla madre, secondo quanto ricostruito dalla procura, sarebbe stato fatto uscire dall’Italia con modalità irregolari e fatto arrivare a Praga. Qui il dipinto, uscito dall’Italia come appartenente ad un generico “scuola fiamminga”, è stato riconosciuto come un autentico Rubens. Una manovra programmata, tanto che il passaggio sarebbe avvenuto quando gli autori dell’operazione erano già sicuri che sarebbe andata a buon fine.
A condurre le indagini il pm Eugenia Menichetti e dall’aggiunto Paolo D’Ovidio. Dalle ricerche è emerso che il quadro apparteneva a una famiglia genovese, i Cambiaso, che lo avrebbe venduto a 350 mila euro a un mercante. Questo lo avrebbe poi rivenduto a un privato per oltre 3 milioni di euro. Da qui l’opera è poi tornata in Italia ed esposta a Palazzo Ducale.
Cristo risorto appare alla madre, come suggerisce il titolo, raffigura Cristo nel momento della sua resurrezione. La particolarità è che entrambe le figure femminili rappresentano Maria, in una duplicazione della madre che esalta in maniera originale la carica drammatica della scena. A fare riemergere la seconda figura un restauro del 2014.
A portarlo avanti i due mercanti, ora indagati, che avevano acquistato l’opera da una famiglia nobile di Genova, i Cambiaso, che avevano provato, coscienti della reale attribuzione, a cedere l’opera. Tentativi a vuoto, concretizzatisi solo nel momento in cui hanno deciso di venderlo, nel 2012, per 350 mila ai due mercanti.
I due avevano fatto uscire il dipinto dichiarando falsamente, all’ufficio esportazione della Sovrintendenza di Pisa, che era di un anonimo autore fiammingo e che valeva 25 mila euro. Dopo una serie di passaggi a società estere, create da un commercialista di Genova e dal figlio, anche loro indagati, il quadro è tornato in città per la mostra a Palazzo Ducale. Una vetrina espositiva che avrebbe dovuto certificare pubblicamente l’autenticità del dipinto, e che invece si è esaurita con il sequestro preventivo della sala in cui era esposto.