In occasione del Salone del Mobile, gli studi Lombard DCA e BBS-Lombard di Milano (viale Premuda 46) invitano all’inaugurazione il 17 aprile, dalle 18 alle 21, di una mostra dedicata ad una selezione di complementi d’arredo di grandi architetti e designer italiani come Franco Albini, Cini Boeri, Joe Colombo e Alessandro Mendini, che nei decenni sono stati dimenticati perché usciti di produzione, e ora tornano attuali grazie al lavoro di riscoperta e riedizione della società benefit di Verona Codiceicona, in collaborazione con le fondazioni e gli archivi.
Sono oggetti all’avanguardia, a metà tra l’arte e il design, frutto di un modo di pensare visionario che caratterizza la progettazione italiana del dopoguerra. Ad esempio, il tavolo Badano di Franco Albini del 1954, che esprime la filosofia dell’architetto, secondo cui “i veri materiali del progetto sono l’aria e la luce”, infatti, preferiva togliere elementi al suo progetto piuttosto che aggiungerne. Nel tavolo, aria e luce passano attraverso le gambe, dando vita a un oggetto dalle linee essenziali ed eleganti. Oppure, la lampada Spinnaker di Corsini Wiskemann del 1969, che con la sua vela ricurva domina l’ambiente come una scultura, più che una lampada. O ancora, la lampada Milo di Alessandro Mendini del 1988, che mostra il suo metodo di lavoro “basato sul paradosso, la metafora, l’eccesso, lo spiazzamento, il grottesco”. Ciascun oggetto è prodotto in edizione numerata in collaborazione con le fondazioni e gli archivi, nel rispetto del disegno e know-how originari.
Ampio spazio è riservato al Carrello Musica di Joe Colombo del 1968, un oggetto che racconta un pezzo di storia di Milano e del Jazz in Italia. Progettato in occasione di un concorso organizzato da Rinascente – allora un innovativo luogo di produzione che commissionava manufatti ai giovani creativi – insieme alla ditta Abet Laminati, che produceva un materiale nuovo per l’epoca come il laminato stratificato, il carrello portadischi di Joe Colombo rispecchia la sua passione per la musica jazz e richiama alla memoria le serate al Santa Tecla, un locale che attirava artisti e creativi come Enzo Mari, Enrico Baj, Mario Bellini, Guido Crepax, ed è stato raffigurato da Dario Fo in un dipinto del 2011. Il racconto di un’epoca in cui, in una Milano piena di macerie ma anche di desiderio di rinascita, le trasformazioni sociali spingono verso un nuovo gusto nel campo dell’arredamento e un diverso modo di vivere la casa nella sua totalità.
La mostra, che inaugura il 17 aprile e sarà aperta fino al 31 maggio, sarà l’occasione per creare dei momenti di incontro e scambio tra gli archivi e le fondazioni degli architetti e designer e le aziende su temi quali la conservazione e valorizzazione degli archivi storici, il collezionismo d’arte e design, le società benefit nell’ambito del design.