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Massimiliano Camellini e la metamorfosi dello spazio, al Binario 49 di Reggio Emilia. Intervista al fotografo

Massimiliano Camellini, Sikh Temple, Sorga, ex capannone agricolo, 2019.
Massimiliano Camellini, Sikh Temple, Sorga, ex capannone agricolo, 2019.

A Reggio Emilia dal 28 aprile all’11 giugno 2023 Binario49 presenta la mostra “a ribbon and a prayer – da spazi laici a luoghi sacri“, progetto fotografico di Massimiliano Camellini (1964, Venezia) a cura di Andrea Tinterri e Benedetta Incerti.
Un’indagine visiva che avvicinandosi a numerose confessioni religiose, «dall’Induismo al Cattolicesimo, dalle chiese Evangeliche a quelle Pentecostali, dall’Islam al Sikhismo, dallo Scintoismo al Buddismo e molte altre», hanno spiegato i curatori, 
«rivela la trasformazione culturale e sociale di luoghi precedentemente dedicati al lavoro, all’abitazione, al commercio, al tempo libero, in luoghi di culto».

«Piccoli magazzini, capannoni industriali, laboratori, fattorie: edifici forzati a cessare la loro attività per il cambiamento di paradigmi economici e sociali, sono stati “riscattati” da comunità religiose (spesso composte di migranti) che li hanno trasformati in luoghi di preghiera, dando loro una nuova luce e una nuova prospettiva. Andrea Tinterri lo descrive come “un processo che lascia spazio a un dibattito complesso, sulle cicatrici del capitalismo e dell’Occidente che vengono occupate, come fossero voragini fisiche, da comunità religiose, quasi sempre extraeuropee. […] La dimensione del lavoro è uno spettro che appare sotto forma di dettagli, residui alle pareti, la stessa configurazione dei soffitti, dei pavimenti. Dove prima c’era un banco di lavoro ora si materializza un altare carico di simboli e oggetti necessari al rito”».

«La serie è presentata attraverso coppie di immagini per ogni luogo: un’immagine di fondo che mostra l’aspetto esterno (e il passato) della struttura, virata dal colore “guida” della relativa fede, e un’altra immagine, incorniciata dalla prima o esposta come altare davanti a questa, che rivela l’interno (e il presente) dove appunto “un nastro e una preghiera” hanno riscritto l’aspetto di questi luoghi modificandone la funzione».

Nell’intervista qui sotto Massimilano Camellini ci ha raccontato il progetto fotografico “a ribbon and a prayer – da spazi laici a luoghi sacri“, che con questa mostra viene presentato all’interno di CIRCUITO OFF di Fotografia Europea 2023.

Massimiliano Camellini, Scientology, Padova, ex villa, 2021.

Silvia Conta:  Il progetto fotografico “a ribbon and a prayer – da spazi laici a luoghi sacri” è in corso dal 2017. Come è iniziato, quante fotografie comprende oggi e come si sta evolvendo? 

Massimiliano Camelllini: «È iniziato tutto da una sollecitazione di Andrea Tinterri, che è uno dei due curatori della mostra presso Binario 49, che mi ha proposto di iniziare una ricerca sulla trasformazione dei luoghi urbani in spazi dedicati al culto, partendo inizialmente dai luoghi che erano dedicati al lavoro, fabbriche, capannoni, magazzini. Successivamente ho sentito la necessità di comprendere nel lavoro sia tutte le geografie umane contemporanee oggetto di trasformazione dal laico al sacro (quindi luoghi residenziali, commerciali, dedicati al tempo libero, al divertimento, etc.), sia di estendere il progetto oltre i territori nazionali, tendenzialmente a tutti i continenti, ed a tutte le fedi professate dall’uomo, capendo sempre di più che è un fenomeno trasversale che interessa tutti i territori e qualsiasi cultura. Il progetto ad oggi coinvolge Europa, Medio ed Estremo Oriente, è ancora in corso e comprende circa 60 immagini».

Massimiliano Camellini, IACA, Assisi, casetta sull’albero, 2021

SC: Come è nata la mostra che viene presentata a Binario49 e come avete selezionato i lavori?

MC: «La mostra presso Binario 49 è nata da una discussione con i curatori che ha fatto scaturire improvvisamente l’intuizione che il “contenitore” fosse perfetto per questo progetto, in quanto nasce a sua volta da una “trasformazione” di un magazzino commerciale in un luogo di cultura e di approfondimento, caffè letterario e spazio espositivo, oltre al fatto che rappresenta anche una “sfida sociale” in una zona diciamo “difficile” della città di Reggio Emilia, volendo di fatto rappresentare un avamposto per creare nuove appartenenze e creare comunità, un po’ come fanno le comunità religiose che ristrutturano edifici e spazi per creare luoghi di preghiera e condivisione. Le nove opere esposte all’interno del Binario49 sono realizzate come vere e proprie “installazioni” (lightbox e/o pannelli sospesi relative agli esterni dei luoghi che dialogano con le immagini degli interni sospese davanti a loro come “altari”) che creano un’atmosfera di raccoglimento con il buio dell’ambiente e vogliono evocare la “preghiera”».

Massimiliano Camellini, Biserica Ortodoxa, Reggio-Emilia, ex magazzino, 2018.

SC: Per realizzare “a ribbon and a prayer – da spazi laici a luoghi sacri” entri in contatto con diverse comunità. Come entri in contatto con loro, in che modo avviene il vostro dialogo? Che riscontri hai dalle comunità che incontri?

MC: «Il lavoro di ricerca passa attraverso una mappatura per lo più grazie ad Internet che permette di vedere anche in altri continenti quelle che sono le trasformazioni urbane più interessanti e quali sono le comunità a cui proporre (inizialmente a distanza) di fare parte del progetto; spesso l’interesse nasce spontaneo per via dell’universalità della proposta, che non è affatto geo-politica, ma al contrario per sua natura “interreligiosa”, o usando un termine coniato da Veronica Della Dora, studiosa inglese di Human Geography che sta collaborando a questo progetto, “infrasecular”: le comunità religiose coinvolte finora apprezzano molto la portata “sociale” oltre che “storica” del progetto e collaborano con grande passione».  

Massimiliano Camellini, Islam Community Center, Reggio Emilia, ex fabbrica, 2017.

SC: Come si colloca questo progetto nella tua ricerca?

MC: «“a ribbon and a prayer” rientra nel solco di un ciclo di ultimi lavori che ho portato avanti dal 2010 ad oggi e che hanno in comune la ricerca e la documentazione architettonico-antropologica delle trasformazioni dei luoghi dell’uomo con cose materiali ed oggetti quotidiani anche semplici, ma che bastano a dare un nuovo significato e a creare un nuovo destino».

Massimiliano Camellini, Il Cerchio Ensoji, Milano, ex villetta di città, 2018.

SC: A quali progetti espositivi (e non) stai lavorando? 

MC: «Un percorso espositivo che sto portando avanti con passione è quello di portare il mio progetto Al di là dell’acqua – dedicato alla trasformazione della nave cargo in nuova “casa viaggiante” del marinaio – in località che toccano sempre nuovi mari, come la nave viaggia e tocca nuove coste e nuovi approdi; in aprile 2023 sarà esposto in Giappone, a Tokyo,  presso la Place M Gallery, quindi toccherà l’Oceano Pacifico, ed il viaggio continua …».

Massimiliano Camellini, Christ Apostolic Church, Modena, ex garage, 2017.

 

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