Dal 20 al 25 giugno l’Accademia di Belle Arti di Bologna presenta la nona edizione di Opentour, curata, per il secondo anno consecutivo, da Carmen Lorenzetti e Giuseppe Lufrano: «in un rapporto biunivoco tra interno ed esterno, Opentour 2023 mette in relazione l’intenso lavoro di ricerca che si svolge in Accademia e incontra la sua realizzazione espositiva negli spazi dell’arte, in particolare nelle gallerie, fulcro dell’attività commerciale, con l’obiettivo di promuovere i giovani talenti e di introdurli nel mondo professionale», hanno spiegato gli organizzatori.
Con Opentour – ha dichiarato Cristina Francucci, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Bologna nella nota diffusa nel comunicato stampa – «le porte dell’Accademia si spalancano e giovani talenti invadono la città mentre il pubblico entra nella nostra istituzione ad ammirare opere realizzate negli spazi dove sono esposte. Una osmosi che genera uno scambio, un confronto, un atto inclusivo di partecipazione che arricchisce chi ne prende parte e lo coinvolge nella formazione di un patrimonio artistico e culturale di tutti».
L’evento diffuso inizierà domani, 20 giugno, quando dalle ore 10.00 alle 18.30 «si apriranno le porte della storica istituzione bolognese con Openshow, poliedrica fucina della creatività che si articola in un ampio percorso espositivo con opere di oltre 400 studentesse e studenti dei Dipartimenti di Arti Visive e di Progettazione e arti applicate, visite guidate e progetti curatoriali a cura del Dipartimento di Comunicazione e didattica dell’arte», hanno anticipato gli organizzatori.
Il 22 giugno, inoltre, dalle ore 15.00 alle 23.00 «tra le strade e le piazze della città, inaugura il grande evento diffuso Giovani talenti in galleria, organizzato dall’Accademia di Belle Arti con la collaborazione dell’Associazione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea Confcommercio Ascom Bologna: 28 tra gallerie e spazi privati, ognuno dei quali proporrà una mostra specifica: protagoniste assolute, le opere di studentesse e studenti dei corsi biennali specialistici e dell’ultimo anno dei corsi triennali. Da quel momento avrà inizio anche l’ampio programma che coinvolge spazi privati e assegna il Premio Elisa Perrone e il Premio Luciano Vivolo (potete trovare il programma completo qui).
Nell’intervista qui sotto abbiamo approfondito Opentour attraverso le voci di alcuni dei professionisti che hanno dato vita all’edizione 2023.
Opentour sta per inaugurare la sua nona edizione. Ci potete raccontare come è nato questo progetto, con quali obiettivi e come è cambiato nel corso degli anni?
Giuseppe Lufrano (docente e curatore Opentour): «Opentour prende forma nel 2014 da un’idea del Prof. Luca Caccioni, titolare della cattedra di Pittura Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, e dalla sua generosità didattica, quando per la prima volta mi ha proposto di ospitare una mostra dei suoi studenti negli spazi della mia galleria, la Otto Gallery. L’idea, che è stata istituzionalizzata dall’allora Direttore Professore Enrico Fornaroli, era quella di dare l’opportunità agli studenti di fare un’esperienza espositiva concreta fuori dall’Accademia ma all’interno di una struttura professionale consolidata. Ben presto da parte mia nasce la necessità di coinvolgere tutte le altre gallerie professionali della città in modo da ampliare la rete e dare l’opportunità agli studenti di tutti i corsi di trovare una collocazione all’interno di adeguati spazi espositivi. La risposta dei miei colleghi galleristi è stata immediatamente positiva e nel 2015 aderiscono tutte le gallerie iscritte all’Associazione Gallerie d’Arte Ascom di Bologna, unite nel valorizzare e incanalare professionalmente la creatività diffusa dell’Accademia all’interno dei luoghi predisposti al “mestiere“ dell’artista. Nel corso degli anni Opentour si è ampliato, grazie anche a un’organizzazione capillare ed efficiente voluta dall’attuale Direttrice Cristina Francucci, e ha assunto una dimensione ragguardevole come quella odierna (ad oggi possiamo contare 28 spazi solo per Opentour, poi vi sono anche mostre collaterali), in cui sono stati coinvolti oltre alle gallerie professionali anche gli spazi no-profit e le istituzioni cittadine, come Fondazione Zucchelli (che gestisce i quattro premi di Art Up), Banca di Bologna e Fondazione CARISBO (che finanziano i premi) fino a creare un evento espositivo diffuso che coinvolge tutta Bologna».
Opentour attiva un circolo virtuoso tra Accademia, gallerie e città offerendo un’occasione unica per gli studenti di ABABO. Quali riscontri avete avuto negli anni?
Carmen Lorenzetti (docente e curatrice Opentour): «L’Accademia di Belle Arti di Bologna è probabilmente l’unica istituzione italiana che organizza in modo capillare e sistematico una rassegna in grado di dialogare con la realtà culturale del territorio con la finalità di offrire al pubblico la possibilità di fruire e di acquistare arte. La partecipazione delle gallerie d’arte contemporanea, per la maggior parte riunite nell’Associazione Ascom, fornisce agli studenti la possibilità di mettersi alla prova al di fuori dello spazio protetto dell’Accademia; di fatto diversi studenti hanno venduto delle opere oppure sono addirittura entrati nel circuito del mercato entrando a fare parte degli artisti di alcune gallerie. Oltre alle gallerie professionali con il tempo si sono venute ad aggiungere anche altri tipi di spazi che ambiscono a entrare in un circuito pensato per lanciare i giovani talenti ma anche per rilanciare l’immagine dei luoghi che li ospitano. Si viene così a creare un circuito virtuoso che attiva il territorio e crea consapevolezza nelle realtà vive del territorio, negli studenti e nel pubblico. Questa iniziativa dimostra come l’istituzione accademica sia in grado di giocare un ruolo attivo e propositivo all’interno del tessuto socio-culturale della città. L’Accademia di Belle Arti diventa quindi il volano per la creazione di un valore aggiunto fondato sulla didattica, la relazione, il radicamento territoriale, l’incontro e lo scambio di competenze e conoscenze».
Uno sguardo all’edizione 2023: le mostre si svolgono nelle gallerie di Bologna, che cosa accade nel frattempo nella sede dell’Accademia?
Maria Rita Bentini (coordinatrice Openshow): «Non è un semplice gioco di parole: mentre Opentour propone un programma tutto all’insegna dell’estroversione, contagiando luoghi e gallerie della città, l’Accademia apre anche le sue porte al pubblico, mettendosi in mostra con Openshow. Una rassegna speciale, perché uno degli spazi più suggestivi di Bologna come la sede storica dell’Accademia, nel cuore della zona universitaria (insieme alla Pinacoteca Nazionale, occupa il settecentesco complesso della Ex Chiesa di Sant’Ignazio e Noviziato dei Gesuiti, opera del Torreggiani), si svelerà come la più attiva fucina delle arti contemporanee. Negli spazi della creazione, dunque le aule e i laboratori, saranno allestite oltre quattrocento opere e progetti realizzati durante l’anno. Pittura, scultura, decorazione, grafica d’arte, fumetto e illustrazione, scenografia, fotografia, design del prodotto, fashion design e, con uno sguardo al futuro, graphic design che propone un viaggio nel metaverso. Con le visite guidate delle studentesse di Comunicazione e Didattica, Openshow sarà un’esperienza imperdibile».
Come è strutturata la collaborazione con le gallerie?
Giuseppe Lufrano (curatore Opentour): «Ogni galleria riceve un progetto espositivo da parte di un docente dell’Accademia, che ha il compito di selezionare gli studenti e le loro opere e di curare la mostra che verrà presentata negli spazi espositivi. In qualche caso gli studenti presentano direttamente il loro progetto alla galleria o spazio espositivo, in accordo con il professore di riferimento. Esistono poi due curatori dell’intera manifestazione, dallo scorso anno Carmen Lorenzetti e il sottoscritto, incaricati dalla Direttrice dell’Accademia Cristina Francucci per questo ruolo, che hanno la funzione di coordinare e soprintendere all’organizzazione dell’intera manifestazione».
Dell’iniziativa fa parte anche una serie di eventi speciali, quali aspetti accomunano quelli di questa edizione?
Cristina Francucci (Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Bologna): «Il focus di Opentour è quello uscire dalle mura dell’Accademia e potenziare quello che viene definito “un sistema formativo integrato”, cioè dare la possibilità a studenti e studentesse di fare esperienze formative sulle tante realtà del territorio, come musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, anche per favorire un primo contatto di lavoro. Quest’anno tra i progetti speciali c’è una nuova attività pensata per il Biennio di Didattica e mediazione culturale del patrimonio artistico nell’ambito del Premio Kappa Noun per la giovane curatela. La prima edizione è stata vinta dal collettivo 30023-B0, che ha potuto realizzare la mostra “L’ospite atteso. Il limes attivo dell’esporsi” presso lo spazio Kappa_Nöun di San Lazzaro di Savena. Questa attività ha permesso di sperimentare una connessione tra teoria e pratica: le studentesse e gli studenti che si preparano a comunicare arte hanno potuto lavorare con i colleghi che l’arte la fanno.
Un’importante collaborazione, che esiste ormai da diversi anni, è quella con il Museo della Civiltà Contadina di Bentivoglio. Nell’esposizione “Risonanze” s’intrecciano i valori sociali e culturali del museo con le ricerche artistiche contemporanee del Biennio di Decorazione per l’architettura con opere site specific.
Alla sua terza edizione è il progetto Corneraholic, una rassegna di azioni performative che vede la partecipazione del secondo anno del Biennio di Didattica dell’arte e mediazione culturale del patrimonio artistico: corpi come “sculture temporanee” occuperanno, riempiendoli di significati, alcuni angoli della città. Nel segno della collaborazione che da sempre esiste tra il Comune e l’Accademia, la mostra “progettAzione” è collocata nella prestigiosa cornice della Biblioteca Salaborsa e include i migliori lavori artistici e progettuali della Scuola di Scenografia. E infine due premi, Premio Elisa Perrone e Premio Luciano Vivolo, sostenuti da due Philip Morris e Vivolo, testimoniano il risultato di un confronto con due realtà imprenditoriali del nostro territorio».
Quali sono le sfide e gli obiettivi di Opentour per il futuro?
Cristina Francucci (Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Bologna): «Credo che sia impossibile ampliare il numero degli spazi espositivi dedicati alla mostra diffusa di Opentour, bisogna invece amplificare l’attenzione su i giovani talenti che espongono, coinvolgere il pubblico e i collezionisti per mettere in risalto le poetiche e le ricerche delle nuove generazioni. Pensando al futuro, sarebbe veramente interessante aprire Opentour anche ad altre accademie in modo da creare a Bologna un appuntamento nazionale di ricerca e presentazione delle nuove esperienze artistiche contemporanee».