«Che tipo di ospiti dobbiamo essere e quale tipo di ospitalità dobbiamo offrire per produrre il futuro che desideriamo? Quali sono le linee distintive tra ospite e ospitante, se visti attraverso diverse lenti scalari, temporali o politiche?» sono le domande su cui riflette Ii Padiglione della Repubblica di San Marino della 18. Mostra Internazionale di Architettura con il progetto Ospite Ospitante, che «si configura come un vero e proprio laboratorio di co-progettazione su tematiche legate all’ospitalità, parte di un progetto di ricerca internazionale e pluriennale, fondato su luoghi e bisogni reali». Ma come si realizza in pratica questo nell’arco della durata della biennale? Ne abbiamo parlato con i curatori del padiglione, Michael Kaethler e Marco Pierini, nell’intervista qui sotto.
Il Padiglione della Repubblica si trova all’interno della Fucina del Futuro (Castello, 5063b) e negli spazi aperti di Calle e Campo San Lorenzo (fino al 26 novembre), nel cuore del Sestiere di Castello, dove sono collocati il progetto di Vittorio Corsini Coniugato al presente, e la sala di The Hospitality Lab, un gruppo di ricerca composto da studenti, designer e ricercatori delle Università sammarinesi, veneziane e internazionali con il progetto Ecologia dell’altro, in stretto dialogo con le comunità locali.
Il Padiglione della Repubblica di San Marino è stato progettato e realizzato da FR Istituto d’Arte Contemporanea e Università degli Studi di San Marino, con il supporto delle Segreterie di Stato per l’Istruzione e la Cultura, per il Territorio e per il Turismo. Dopo l’esperienza maturata con la Biennale Arte 2022, confermati FR Istituto d’Arte Contemporanea nel ruolo di organizzatore e Riccardo Varini nel ruolo di commissario.
I curatori, Michael Kaethler e Marco Pierini, ci hanno raccontato questo ampio e complesso progetto in divenire nell’intervista qui sotto.
Silvia Conta : La proposta del Padiglione della Repubblica di San Marino per la Biennale Architettura 2023 è pensata – si legge nel comunicato stampa – come un “laboratorio di co-progettazione su tematiche legate all’ospitalità, parte di un progetto di ricerca internazionale e pluriennale, fondato su luoghi e bisogni reali”. Come si è svolto il lavoro preparatorio per identificare questi luoghi e questi bisogni?
Michael Kaethler e Marco Pierini: «Il punto di partenza per l’ideazione del Padiglione di San Marino è stato il riconoscimento del suo radicamento nel Sestiere di Castello. A differenza della maggior parte degli altri padiglioni nazionali, il nostro è situato all’interno di una comunità locale e quindi qualsiasi tema avessimo scelto, avrebbe dovuto necessariamente riflettere questo radicamento. Il tema generale è ovviamente l’ospitalità, perché siamo ospiti, ma non ospiti qualsiasi: se da un lato siamo ospiti della comunità locale, dall’altro ospiteremo le migliaia di persone che visiteranno la Biennale. Per focalizzare la nostra attenzione abbiamo individuato quattro temi: cibo, religione, comunità e approcci multi-specie. Abbiamo quindi iniziato a contattare la comunità locale: gli chef locali, il monastero del quartiere, i gruppi di cucito, la casa degli anziani dall’altra parte della calle… per capire meglio cosa significasse essere un ospite e un ospitante oggi e come noi, come Padiglione, potessimo essere buoni “padroni di casa”».
In che modo il tema sotteso al titolo “Ospite Ospitante” si lega alla storia e al presente della Repubblica di San Marino e alla sua Università?
«Nel suo intervento in sede di conferenza stampa, il Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura Andrea Belluzzi ha sottolineato come nella sua storia San Marino sia sempre stata una terra ospitale. Una terra accogliente e ricettiva e allo stesso tempo aperta e attenta all’internazionalità della ricerca. L’Università degli Studi di San Marino, fondata nel 1985, ospita ogni anno giovani studenti da tutto il modo. Allo stesso modo il Padiglione ospiterà scuole di alta formazione sammarinesi, veneziane e internazionali che potranno confrontarsi su temi importanti del presente, co-progettando il futuro. Non a caso, il Commissario Riccardo Varini è anche direttore del Corso Triennale di Design presso l’Università di San Marino, da cui provengono molti dei docenti e dei ricercatori coinvolti».
Il Padiglione è stato realizzato, si legge sempre nel comunicato stampa, con “un approccio non solo espositivo, ma soprattutto esplorativo ed esperienziale” e presenta i progetti espositivi di Vittorio Corsini e di The Hospitality Lab: quali aspetti della loro ricerca sono stati particolarmente rilevanti per l’invito a realizzare il Padiglione? Quali sono i punti nodali della parte espositiva di Corsini?
«La struttura del Padiglione è duplice. Il lavoro di Vittorio Corsini accoglie i visitatori attraverso esperienze immersive che invitano a respirare, muoversi e parlare. Questi punti chiave ci ricordano che l’ospitalità non è solo un orientamento o un’intenzione, piuttosto un’azione concreta necessaria per prenderci cura del mondo che ci circonda. Nessuna delle tre opere realizzate da Corsini per l’occasione chiede di essere contemplata, viceversa suggerisce un’interazione e induce a stabilire rapporti, relazioni, connessioni.
The Hospitality Lab ha affrontato il tema dell’ospite/ospitante giocando e ampliando contesti e concetti correlati. Ad esempio, quando guardiamo all’ospitalità attraverso una cornice temporale più lunga, ci rendiamo conto di essere ospiti delle generazioni precedenti e ospitanti delle generazioni future. Guardando inoltre a una prospettiva più che umana, ci accorgiamo di vivere in un’intima simbiosi di relazioni ospite-ospitante con il mondo naturale, sia che si tratti dei piccioni nelle nostre città o di batteri nelle nostre pance».
Un ruolo fondamentale per la realizzazione del Padiglione è ricoperto da FR Istituto d’Arte Contemporanea, che è stato anche organizzatore del Padiglione della Repubblica di San Marino alla Biennale Arte 2022. Quali sono i valori di FR che la spingono al sostegno di questo evento e che cosa significa assumersi l’impegno di sostenere il Padiglione nazionale ogni anno?
«FR Istituto d’Arte Contemporanea è un’azienda sammarinese fondata nel 2006 da Roberto Felicetti, Vincenzo Rotondo e Alessandro Bianchini. Opera a San Marino e in Italia da diciassette anni, attraverso le dirette televisive (DT 125 e SKY 861) e l’organizzazione di mostre dedicate ai principali artisti del Novecento storico italiano e del panorama internazionale. Visto il successo riscosso con la Biennale Arte 2022 – quasi 10.000 visitatori mensili, per un totale di 68.389 presenze nei sette mesi di apertura – FR Istituto d’Arte Contemporanea è stato riconfermato nel ruolo di organizzatore anche per la Biennale Architettura 2023. Una sfida impegnativa per FR, in quanto l’Architettura non è il core business dell’azienda, ma grazie anche alla preziosa collaborazione con l’Università di San Marino è stato possibile proporre un progetto di valore. Ormai imprescindibile per la realizzazione e produzione di progetti di ampio respiro è il sodalizio pubblico/privato, fondamentale per sostenere l’arte e la cultura contemporanea e, nel caso della Biennale, per portare un po’ di San Marino a Venezia, e, viceversa, un po’ di Venezia a San Marino, coinvolgendo sempre più i cittadini e gli operatori economici della Repubblica. L’organizzazione di un Padiglione prevede un grande impegno, sia in termini economici (in particolare per gli Stati che non dispongono di una sede di proprietà ai Giardini) che in termini di progettazione e di lavoro. Fondamentale è stato dunque l’apporto di tanti sponsor e partner e della poject manager Anna Guerra, che ha svolto un lavoro di capillare coordinamento tra tutte le parti coinvolte».
Che tipo di eventi collaterali sono previsti dal Padiglione della Repubblica di San Marino a Venezia e a San Marino durante i mesi della Biennale Architettura?
«Sono decine gli eventi che si svolgeranno nei sette mesi della Biennale Architettura, tra conferenze, workshop, interventi, residenze e altro ancora. Lavoreremo con designer, artisti, filosofi, sociologi e altri insieme a gruppi della comunità locale, per co-esplorare e co-costruire idee e pratiche di ospitalità. Pubblicheremo anche una rivista di alta qualità (con “Voice Over”) e successivamente un libro che riunirà le conoscenze e le pratiche cumulative che emergeranno da queste attività. Il programma, in continuo aggiornamento, sarà disponibile sul sito ufficiale del Padiglione».