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Alberto Giacometti. Il Regno Unito pone un divieto di esportazione su un raro lampadario in bronzo

Alberto Giacometti’s Chandelier for Peter Watson when it was hanging at artist John Craxton’s home. Photo courtesy of the Craxton Estate. Alberto Giacometti’s Chandelier for Peter Watson when it was hanging at artist John Craxton’s home. Photo courtesy of the Craxton Estate.
Alberto Giacometti, Chandelier for Peter Watson. Photo courtesy of Christie's Images Ltd. 2023.
Alberto Giacometti, Chandelier for Peter Watson. Photo courtesy of Christie’s Images Ltd. 2023
Il Regno Unito ha posto un divieto temporaneo di esportazione su un lampadario in bronzo di Alberto Giacometti. Fino al 12 novembre 2023 un’istituzione locale ha la possibilità di eguagliare il prezzo di 2,4 milioni di sterline (2,9 milioni di dollari) per acquistare l’opera e mantenerla entro i confini nazionali.

La prima volta che il raro lampadario in bronzo realizzato da Alberto Giacometti venne alla luce erano gli anni ’60 e l’opera si trovava in un negozio d’antiquariato di Londra. Il pittore britannico John Craxton intuì che dietro quell’impolverato apparecchio di illuminazione poteva celarsi qualcosa d’importante, così lo acquistò per soli 700 dollari. Poi iniziò le ricerche, che lo portò a confermare il suo pensiero: l’opera apparteneva al suo defunto amico Peter Watson, collezionista d’arte e importante mecenate della metà del secolo. Fu lui a commissionare a Giacometti la creazione del lampadario per gli uffici londinesi della sua rivista letteraria Horizon nel 1946 o 1947.

La pubblicazione del periodico si interruppe circa un anno dopo la consegna dell’opera, mentre Watson morì nel 1956. A quel punto il suo ex socio in affari, Cyril Connolly, probabilmente ereditò il lampadario. E da lì finì probabilmente a Denton Antiques su Marylebone Road, dove Craxton lo acquistò. Una volta deceduto anche Craxton, nel 2009, il lampadario è passato agli eredi, che quest’anno hanno deciso di provare a venderlo.

Si sono così rivolti a Christie’s, che nella 20th/21st Century: London Evening Sale di febbraio ha venduto l’opera a un collezionista straniero per 2,4 milioni di sterline (2,9 milioni di dollari). A fermare tutto è stato l’intervento del Department for Culture, Media and Sport su imbeccata del Reviewing Committee on the Export of Works of Art and Objects of Cultural Interest (RCEWA), gestito dall’Arts Council. Il secondo intervento a (relativo) stretto giro per Giacometti, dopo che nel 2016 il Regno Unito aveva bloccato la vendita all’estero di Femme (1928-1929), l’unico pezzo interamente in gesso su suolo inglese, per 2 milioni di sterline (2,9 milioni di dollari).

Alberto Giacometti’s Chandelier for Peter Watson when it was hanging at artist John Craxton’s home. Photo courtesy of the Craxton Estate.
Alberto Giacometti, Chandelier for Peter Watson appeso nella casa di John Craxton. Photo courtesy of the Craxton Estate

Nello specifico il Regno Unito può emettere divieti di esportazione se un oggetto di importanza culturale si trova nel paese da oltre 50 anni, supera le soglie finanziarie per una licenza di esportazione generale e soddisfa almeno uno dei tre criteri di Waverley, che misurano il legame di un oggetto con la storia nazionale, la sua importanza estetica e il suo valore di ricerca. E il lampadario rispetta tutte le caratteristiche.

In primo luogo c’è l’importanza estetica e l’unicità dell’opera, che si presenta in ottime condizioni ed è una rara testimonianza di come scultura e arte decorativa si incrociavano nell’avanguardia di metà Novecento. Inoltre il pezzo rappresenta una soluzione stilistica particolare per Giacometti, conosciuto principalmente per la rappresentazione umana. Infine, il comitato ha preso in considerazione l’importanza della rivista Horizon nella divulgazione della tradizione pittorica, scultorea e letteraria nell’Inghilterra contemporanea.

Per queste ragioni lo Stato è stato in grado di bloccare la vendita del bene, almeno fino al 12 novembre. Dopodiché può godere di un ulteriore periodo di quattro mesi, ammesso che emergano offerte in

Il divieto di esportazione sarà in vigore almeno fino al 12 novembre, eventualmente seguito da un secondo periodo di differimento di quattro mesi se ci saranno offerte in linea con il prezzo d’asta che facciano presupporre una buona riuscita dell’operazione.

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