A Milano un distinto signore ha imbrattato un quadro di Bros nel corso dell’inaugurazione di una sua mostra
Ieri, 29 Giugno 2006, al GAV di via Accademia – Milano, durante l’inaugurazione della mostra di Bros, è successo qualcosa di davvero incredibile. Un distinto signore sulla cinquantina, armato di bomboletta spray, da “colui che subisce le imbrattature” diventa “imbrattatore” (con la scritta www.maialart.com) di una tela dell’artista. Dice di aver compiuto questo gesto perché trova “…angosciosa questa cultura dell’illegalità, questo lasciar passare tutto… la cultura dominante legittima i graffittari e i ragazzini si sentono in un certo senso autorizzati a imbrattare i muri”. Certo è indubbio che quello dei graffiti e delle scritte sui muri della città sia un problema, un problema che divide Milano e che da parecchio tempo fa discutere. C’è chi pensa che sia arte, c’è chi pensa che siano solo uno scempio. Il motivo del gesto dichiarato dal vendicatore è stato quello di “dare un segnale di ribellione a queste forme di prepotenza”. Nonostante si possa capire la frustrazione di quest’uomo che già da tempo ha fatto suo questo problema tanto da andare in giro per Milano a ripulire i muri “imbrattati” e che si trova di fronte ad una ufficializzazione proprio di quello che ritiene uno sbaglio, non si giustifica un comportamento brutale e direi quasi barbarico alla stregua di “occhio per occhio, dente per dente”. Resta il fatto che questo evento, un po’ violento e un po’ burlesco, ha comunque il merito di aprire il dibattito sulla questione degli spazi d’arte completamente inesistente nelle metropoli. I giovani e gli artisti di tutto il mondo reclamano da decenni (da Milano a New York, da Parigi a Madrid) il diritto ad esprimere la loro creatività. Non solo business insomma, ma anche poesia. E questo vale anche per il nostro amico Bros!
L’opinione del nostro direttore
Che ridere! Questo fatto accaduto ieri a Bros ha un che di esilarante. Ma anche dei lati disposti verso una serissima riflessione. Sarebbe troppo bello che la nuova giunta milanese potesse trarre da questa provocazione spunti concreti di intervento. Ora una cosa è chiara: gli spazi urbani delle metropoli (Milano in testa) sono soffocanti.
Grigi, inquietanti e pervasi dall’ansia fremente del business. Ciascuno per sé, contro tutti. Logico che i ragazzi pestino i piedi. Non solo per avere piu’ aree verdi o impianti sportivi. Ma anche per trovare muri dove esercitare la propria creatività. Per questo noi siamo sempre stati neutrali sul cosiddetto problema dei “graffiti”. E’ indubbio che sia illegale teggare sui muri di proprietà private o, peggio ancora, su spazi pubblici. E’ altrettanto vero che la maggior parte di questi interventi sia legato al caso, alla pura molestia, all’esibizione pacchiana e alla volgarità. Ma ciononostante, alcuni di questi giovani eseguono dei lavori esteticamente validi. Uno di questi, appunto, è Bros. Che non a caso sta diventando una piccola star contesa dalle giovani gallerie. Ora però fa ridere vedere un personaggio che per anni ha fatto della fuga dalle forze dell’ordine il motore della sua ricerca estetica restare ammutolito di fronte a un distinto signore che tegga sui suoi quadri. La scena era comicissima: Bros che stupefatto urlava “Non ci pooossooo credereeee..che qualcuno lo fermiii…chiamate i Carabinieri! Non fatelo uscire dalla galleriaaa!”. Sembra che lui stesso, dal suo cellulare, abbia poi chiamato il 112. Allora come scrive un nostro visitatore sul “Forum”, “..non è che puoi fare la rivoluzione solo quando ti conviene nééé?..”. Insomma l’auspicio è che almeno da questo spaccato di Italietta alla Totò si apra un dibattito. Serio. E che anche l’amico Bros -al quale tra l’altro facciamo i nostri complimenti per i suoi quadri veramente interessanti- si sieda per cinque minuti. A riflettere un pochino.