Luglio è tempo di bilanci. Concluse le aste del primo semestre, è il momento di tirare le somme. Confrontando i risultati della rosa di Maison consultate dalla redazione di ArtsLife, il mercato del Bel Paese risulta abbastanza stabile: i totali sono allineati allo stesso periodo dello scorso anno, con qualche casa d’asta in crescita, qualche altra in lieve calo. Una fotografia rassicurante nonostante gli esperti stiano parlando di “raffreddamento” e “ricalibrazione” per il mercato internazionale. Spiccano, come avvenuto nel 2022, l’arte moderna e contemporanea e il settore Luxury. Vediamo come è andata la prima parte dell’anno di Bertolami Fine Art
Abbiamo contattato la casa d’aste romana – ma con spirito e sedi internazionale- per farci spiegare come sono andati questi primi mesi del 2023. Giuseppe Bertolami, Amministratore Unico della maison, ci ha raccontato che le 21 aste battute nel primo semestre del 2023 hanno prodotto un aggiudicato di € 9.616.555,32 contro il totale di € 10.252.808 prodotto dalle 24 aste proposte nel corrispondente periodo dell’anno precedente.
«La prima metà dell’anno in corso è stata occupata dal rinnovamento del nostro sito web e dei software per la gestione della contabilità e dell’amministrazione aziendale. La pandemia ha prodotto mutamenti profondi nello scenario di mercato in cui operiamo e, a due anni da quella storica cesura, l’appuntamento con la nostra rivoluzione interna non era più rimandabile. Bertolami Fine Art è un’azienda giovane che si è data da subito obiettivi di digitalizzazione radicale, per questo le restrizioni antipandemiche ci hanno trovati pronti e ci hanno fatto soffrire poco. Eppure il processo di globalizzazione del mercato delle aste ha corso così velocemente che a un certo punto abbiamo sentito il bisogno di rallentare per riorganizzarci. Sorprendente è stata soprattutto la velocità dei compratori di beni certamente non di largo consumo come le opere d’arte e i collectibles di pregio ad adattarsi all’acquisto a distanza effettuato on line. Per via di alcune nostre specializzazioni, abbiamo sempre servito una clientela internazionale abituata a comprare a distanza, i collezionisti di numismatica, ad esempio, hanno una lunga dimestichezza a comprare da catalogo. Ma se due anni fa mi avessero detto che l’acquisto a distanza sarebbe diventato normale anche per i collezionisti di dipinti antichi, non ci avrei creduto. E invece è esattamente così che è andata: l’acquisto online ha conquistato anche quella roccaforte così difficile mettendo noi nelle condizioni di dover trovare soluzioni sempre più efficaci per sopperire alla mancanza di visione del bene dal vivo. Oramai la nostra clientela è costituita all’80% da stranieri che saltano l’appuntamento con l’esposizione fisica dei lotti e hanno pertanto la necessità di essere guidati nella scelta da un vetting puntualissimo e strumenti di visione di alta precisione: video, ingrandimenti, foto dettagliate. Insomma, la sfida è ardua e richiede risposte adeguate».
C’è stato un dipartimento in particolare che ha riscontrato risultati significativi?
«La ristrutturazione interna a cui ho accennato in apertura ci ha messo nelle condizioni di battere qualche asta in meno rispetto al primo semestre dell’anno precedente e sono saltati anche appuntamenti importanti, quindi rispondo sulla base dei dati raccolti nell’ambito di un ventaglio di vendite un po’ più limitato rispetto al nostro standard. Il settore degli Old masters si è trasformato in una vitale nicchia di mercato di respiro fortemente internazionale che ci sta regalando grandi soddisfazioni. Sorprendente anche la performance del giovane dipartimento di Vini e Distillati. I ricavi, intendiamoci, sono ancora modesti ma ci ha colpito la crescita di fatturato registrata nella seconda asta, una vendita molto vivace che ci fa ben sperare per il futuro».
Avete notato dei trend particolari?
«Siamo poco attenti alle mode, ma non possiamo non registrare la fortissima attenzione alle opere d’arte prodotte da donne. Il fenomeno interessa trasversalmente sia l’arte antica che quella moderna. Noi lo stiamo intercettando soprattutto nel settore degli Old Masters e non è un caso che il nostro top lot del semestre sia un piccolo rame con una convincente attribuzione ad Artemisia Gentileschi venduto a 311.150 euro. I frutti del talento delle antiche artiste sono ricercatissimi e quando compaiono in asta fanno letteralmente infiammare la gara».
I top price del primo semestre 2023
Qualche anticipazione per il secondo semestre?
Segnalo, già a settembre, un appuntamento importante: l’asta di bronzetti dal Medioevo al periodo neoclassico. I bronzetti vennero collezionati dai principi del Rinascimento e dagli intellettuali umanisti sulla scia della rinascita dell’arte classica, parliamo quindi di un’area collezionistica di grande raffinatezza che sin dall’inizio ha rappresentato una nicchia un po’ esclusiva, una élite del gusto e della cultura che amiamo in modo particolare. Da segnalare tra i lotti in catalogo una bellissima Venerina (€ 90.000/120.000) attribuita allo scultore di corte di Enrico IV e Maria de’ Medici, Barthelemy Prieur, con provenienza Baron de Monville. Sottoposta sia all’esame di un critico del calibro di Charles Avery che a esami scientifici della lega, la nostra Venere è anche corredata di certificato di libera circolazione.
Non amo sbilanciarmi sulle previsioni, ma tutti sappiamo che le ultime aste di Sotheby’s e Christie’s hanno registrato parecchi invenduti. Abbiamo affrontato la nostra unica asta londinese del semestre, quella di glittica, con la consapevolezza che l’analoga vendita battuta pochi giorni prima da Christie’s non era andata bene. Per noi le cose sono andate decisamente meglio, il nostro pubblico ha risposto, ma è indubbio che nell’aria si sentisse un po’ di stanchezza. Mi pare si tratti di una normale fase di assestamento dopo l’ubriacatura delle grandi vendite post Covid, bisogna solo capire se questo rallentamento da saturazione interesserà anche la retroguardia delle case d’asta più piccole.