Il fotografo Stefano Babic è in mostra alla Other Size Gallery di Milano dal 18 settembre al 17 novembre 2023 con una ventina di immagini dal suo archivio personale
Dal cinema alla moda
Le sue foto più iconiche sono state le campagne pubblicitarie per Moschino, riconosciute a livello internazionale e rimaste stampate nell’immaginario collettivo. Stefano Babic, fotografo romano, ritrattista, uno dei nomi più noti nel panorama della moda dagli anni ’80 in poi, riconoscibile per il suo stile e la sua arte dalle maggiori riviste del settore, da Vogue a Vanity, da IO Donna a Style/Corriere della Sera, espone in grande formato un corpus di 20 immagini selezionate dal suo vasto archivio, nello spazio di Other Size Gallery, con la curatela di Claudio Composti.
“Ero a Londra in quegli anni e tramite amici inglesi stilisti ho conosciuto Franco Moschino che era appena uscito dalla sua esperienza di disegnatore come assistente di Versace e aveva colto la palla al balzo creando la nuova linea di Cadette. Voleva dei bei ritratti e da lì è nata un’amicizia, un sodalizio e la richiesta di realizzare le sue campagne”. Le tecniche cinematografiche che ben conosce sono il criterio che lo guidano fin dall’inizio del suo lungo percorso professionale e firmano le sue immagini.
“Quando sono tornato a vivere in Italia nell’81, le immagini di moda erano tutte a colori. Io venivo invece dalla grande scuola del bianco e nero. La prima parte della mia carriera inizia a Roma, la mia città natale. Facevo ritratti ad attrici e ad attori internazionali in bianco ed ero in contatto con i loro agenti. Avevo una netta preferenza per il bianco e nero. Per questo le prime immagini di Cadette per la mia prima campagna sono in bianco e nero e così le collezioni Moschino e poi le successive collaborazioni con Capucci, Gianfranco Ferré e Dolce & Gabbana”.
Scorrono in mostra le foto di Cadette e degli altri stilisti e anche un backstage fantastico del 1992 con le Top Models che hanno fatto la storia del fashion più glamour: le statuarie Linda Evangelista e Naomi Campbell.
“Sono sempre stato considerato un ritrattista prestato alla moda. Per me la moda è semplicemente l’osservazione di una donna, di una persona. Partendo da un primo piano e facendo due passi indietro, ti accorgi del vestito, della postura, delle gestualità. Ho sempre considerato fotografare la moda come un ritratto e non a caso i più grandi ritrattisti sono anche fotografi di moda. Come Richard Avedon, Steven Meisel, Irving Penn o Peter Lindbergh”. Nella fotografia di Babic il fascino della donna ruota intorno al concetto di naturalezza e casualità totalmente all’opposto dell’impostazione statica.
“È stato importantissimo il mio passato di ritrattista. Non conta per me solo la posa o la bella statuina. C’è sempre un carico di ricerca, di approfondimento, di dinamismo, di gioco ma accostato al reale e molto lontano dal solo sfoggio di un vestito”.
E poi il titolo del percorso Luce e Ombra, come approfondisce il curatore Claudio Composti, mette in luce l’importanza e la conoscenza dell’equilibrio dei contrasti: “Per lui il cinema è a colori e la fotografia è in bianco e nero, in quell’effetto di luce e ombra dove i bianchi più intensi rendono il nero più nero e profondo e in quel contrasto netto in cui gli opposti si giustificano”. Nel 2022, al Decentral Art Pavillion, nella mostra dedicata agli NFT, durante la 59esima Biennale di Venezia, sono state esposte quattro opere di Stefano Babic in NFT.
“Ho partecipato con delle fotografie che risalivano al mio periodo romano degli anni ’70 e sono stranamente tutte immagini a colori sorte da una mia osservazione. Ho sempre considerato le finestre come fossero degli occhi che guardano il mondo e ho fatto la stessa fotografia in varie condizioni di luce e in varie situazioni cromatiche di colore e poi ho costruito delle storie. Una differenza del mio percorso nel bianco e nero”. La fotografia artistica di Babic non ha battute d’arresto. Oggi si dedica a progetti di Fine Art e trasmette quel suo profondo senso di glamour agli studenti dello IED dove insegna.