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Come cento anni fa. Il ritratto veneziano dell’Ottocento in mostra a Ca’ Pesaro

FRANCESCO HAYEZ
(Venezia, 1791-Milano, 1882)
Matilde Speck Pirovano Visconti
1837-1840 circa
olio su tela, cm 113 × 94
Collezione privata

In arrivo a Venezia la mostra Il ritratto veneziano dell’Ottocento, a Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna. Apre al pubblico dal 21 ottobre 2023 (fino al 1° aprile 2024)

L’esposizione, a cura di Elisabetta Barisoni e Roberto De Feo, intende raccontare il primo secolo dell’età contemporanea che a Venezia apre, idealmente, con la caduta della Serenissima e prosegue in tutto il Paese con la Restaurazione, passando per i moti del ‘48, il Risorgimento, l’Unità d’Italia.

Ma è anche, e soprattutto, un progetto che rimanda in modo preciso e puntuale all’intuizione e alla grande mostra che Nino Barbantini, primo Direttore della Galleria di Ca’ Pesaro, organizzò e allestì esattamente cento anni fa, nel 1923, sullo stesso tema e con lo stesso titolo: Il ritratto veneziano dell’Ottocento.

Tra le prime retrospettive dedicate a questo secolo, un’esposizione “blockbuster” per il tempo, coronata da un grande successo di pubblico, di stampa e di critica, realizzata con criteri museografici attualissimi e con un numero eccezionale di opere e prestiti, provenienti da tutto il Triveneto: 241 lavori di 50 artisti, pittori, scultori, miniaturisti, tutti operanti dall’inizio dell’Ottocento fino al penultimo decennio del secolo, che per lo studioso si apriva con Teodoro Matteini e si chiudeva con Giacomo Favretto.

GIACOMO FAVRETTO
(Venezia, 1849-1887)
Signora (Una parente)
1879
olio su tela, cm 80,5 × 62
Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, inv. 620

Un excursus tra autori celebri come Hayez, Molmenti, Grigoletti, Schiavoni, Lipparini, scoperti e riscoperti, artisti che a Venezia avevano vissuto, si erano formati, lasciando testimonianze preziose della società, dello spirito dell’epoca, dei suoi protagonisti e dei suoi grandi stravolgimenti: un patrimonio di immagini di famiglie, di intellettuali, di artisti, di patrioti, di donne – alcune, artiste a loro volta – persone che hanno animato il territorio da Venezia, luogo privilegiato d’incontro, fino a Padova, Vicenza, Bassano del Grappa, Pordenone, Trieste, Trento, Treviso, Belluno.

Volti eterni del secolo più lungo della modernità e, non ultimo, primo esempio – confermato ai nostri giorni – della grandezza artistica di un secolo dimenticato, a favore della mitizzazione di quello precedente. Per dirla con le parole dello stesso Barbantini: per portare un poco di luce su un periodo della storia artistica della nostra città ingiustamente oscuro.

GIUSEPPE TOMINZ
(Gorizia, 1790-Gradiscutta [Gradišče nad Prvačino], 1866)
La famiglia de Brucker
1828-1830
olio su tela, cm 88 × 112
Trieste, Museo Revoltella, inv. 450

Tutto questo rivive oggi in un prezioso e lungo lavoro di ricerca condotto dai curatori per ricostruire l’allestimento e il catalogo della storica esposizione: un enorme sforzo critico che in due anni ha portato a rintracciare ben 166 opere di 52 artisti già della mostra originale, ora conservate in Musei e collezioni su tutto il territorio nazionale. Accanto, i capolavori rimasti a Venezia, provenienti dalle collezioni di Ca’ Pesaro, del Museo Correr, e dalle Gallerie dell’Accademia, insieme a numerose raccolte private. Una ricostruzione che ha permesso di sviluppare importanti nuovi contributi rispetto al progetto di Barbantini, tra cui riattribuzioni – con 11 nuovi autori riconosciuti – e aggiornate schede scientifiche – 279 per 60 artisti – grazie al lavoro di una rete di studiosi, conservatori e ricercatori di tutto il territorio.

«La mostra del 1923 – ricordano i curatori dell’attuale, Elisabetta Barisoni e Roberto De Feo – riscosse grandissimo successo di pubblico e una vivace risposta della stampa. Ancora oggi è considerata una rassegna di capitale importanza per la riscoperta dell’arte veneziana di un intero secolo, per l’avvio della conoscenza dei suoi protagonisti e la valorizzazione di molti dei capolavori che vi furono esposti. L’iniziativa inaugurava anche un nuovo corso della Galleria veneziana e dell’attività di Barbantini, indirizzata, durante gli anni Venti, alla progettazione di significative esposizioni monografiche su periodi o singoli protagonisti dell’arte italiana. Il ritratto veneziano dell’Ottocento è inoltre centrale nella definizione della storia delle mostre e costituisce un valido e precoce esempio museografico di rassegna dedicata a un tema o a un preciso arco temporale, concepita come una rassegna filologica di un’esposizione che fece storia e al contempo un omaggio al suo geniale curatore, la cui lezione storico-artistica permane nelle collezioni e la cui voce risuona nelle sale di Ca’ Pesaro. La riproposizione nella medesima sede di così tanti capolavori dei più rappresentativi artisti veneziani dell’Ottocento, ripalesati quando perduti, ristudiati quando già noti, permetterà anche di visualizzare i tratti dei protagonisti veneziani di un intero secolo, scelti nel 1923 da Barbantini per istinto e grazie alle sue pionieristiche conoscenze di allora e, un secolo dopo, ancora capaci di affascinare e stupire il pubblico di Ca’ Pesaro».

FELICE SCHIAVONI
(Trieste, 1803-Venezia, 1881)
Angela Fassetta
1850 circa
olio su tela, cm 88 × 70
Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, inv. 1507

 

IL RITRATTO VENEZIANO DELL’OTTOCENTO
Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
21 ottobre 2023 – 1 aprile 2024

A cura di Elisabetta Barisoni e Roberto De Feo

Con il Patrocinio della Regione Veneto
In collaborazione con Gallerie dell’Accademia

www.visitmuve.it

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