Un altro tassello si aggiunge agli appuntamenti imperdibili dell’art week londinese ormai alle porte: alla Tate Modern è stata inaugurata “Philip Guston” (1913-1980), la prima grande retrospettiva dedicata all’artista nel Regno Unito dopo quasi 20 anni (fino al 25 febbraio 2024), che porta nelle sale del museo oltre 100 opere, tra dipinti e disegni, che coprono i cinquant’anni di ricerca dell’artista.
La mostra è organizzata dalla Tate Modern, dal Museum of Fine Arts di Boston, dalla National Gallery of Art di Washington e dal Museum of Fine Arts di Houston.
Vi portiamo nelle sale della mostra attraverso le foto ufficiali rilasciate dal museo londinese.
«Per oltre 50 anni,- ha ricordato la Tate Modern – l’artista Philip Guston ha realizzato dipinti e disegni che catturavano il mondo ansioso e turbolento di cui era testimone.
Nato in Canada da una famiglia di immigrati ebrei, crebbe negli Stati Uniti e divenne uno dei più celebri pittori astratti degli anni Cinquanta e Sessanta, insieme a Mark Rothko e al suo amico d’infanzia Jackson Pollock.
I suoi primi lavori includono murales e dipinti che affrontano il razzismo in America e le guerre all’estero. Durante gli sconvolgimenti sociali e politici della fine degli anni Sessanta, Guston si è posto in modo critico nei confronti dell’astrazione e ha iniziato a produrre dipinti di grandi dimensioni con figure simili a fumetti, alcune delle quali incappucciate di bianco, che rappresentano il male e gli autori quotidiani del razzismo. Questi dipinti e quelli successivi hanno consacrato Guston come uno dei pittori più influenti della fine del XX secolo».
«Guston era un artista complesso che traeva ispirazione dal mondo da incubo che lo circondava per creare immagini nuove e sorprendenti. Questa mostra esplora il modo in cui i suoi dipinti sono riusciti a creare un ponte tra il personale e il politico, l’astratto e il figurativo, l’umoristico e il tragico», ha proseguito il museo.