L’art week parigina è alle porte e, quasi ad aprirne le danze, è l’annuncio di oggi del vincitore del Prix Marcel Duchamp 2023: Tarik Kiswanson (1986, Svezia). In quest’occasione ArtsLife ha intervistato Claude Bonnin, Presidente dell’ADIAF – Association pour la diffusion internationale de l’art français dal 2021 per scoprire di più su uno dei premi dedicati all’arte contemporanea più influenti al mondo, che, ci ha spiegato nell’intervista qui sotto, non è solo un premio, ma «un programma completo per sostenere gli artisti nella loro carriera», alla cui base ci sono 300 collezionisti.
Parallelamente al Centre Pompidou, fino all’8 gennaio 2024, è in corso la mostra “Les nommés“, che presenta le opere dei quattro finalisti del premio (potete trovarla qui, nella nostra selezione di mostre da non perdere): Bertille Bak, Bouchra Khalili e Massinissa Selmani, oltre al vincitore.
Silvia Conta: Il Prix Marcel Duchamp è stato fondato da ADIAF, a sua volta fondata dal collezionista Gilles Fuchs nel 1994, ed è diventato uno dei più importanti premi d’arte contemporanea al mondo. Qual era il suo scopo principale al momento della creazione?
Claude Bonnin: «Il Prix Marcel Duchamp è stato creato dall’ADIAF nel 2000 per mostrare la vivacità della scena artistica francese e contribuire alla sua influenza internazionale. È dedicato ad artisti francesi e stranieri che vivono e lavorano in Francia. Giulia Andreani, ad esempio, è stata una delle finaliste della 22ma edizione.
La sua unicità risiede nel fatto che si tratta di un premio per collezionisti: i quattro artisti nominati ogni anno sono scelti da un comitato di collezionisti ADIAF, appassionati protagonisti del mondo dell’arte. Il vincitore è scelto da una giuria internazionale composta da esperti con opinioni autorevoli nel mondo dell’arte contemporanea: curatori di importanti istituzioni e collezionisti francesi e stranieri. Il comitato e la giuria cambiano ogni anno».
Come si è evoluto nei suoi ventitré anni di attività?
Claude Bonnin: «Il formato del premio è rimasto invariato dalla sua nascita. Tuttavia, nel 2016 ha subito un’importante evoluzione e un incremento. Prima del 2016, solo il vincitore era invitato a presentare una mostra al Centre Pompidou, partner di riferimento di ADIAF per il premio. Dal 2016, i quattro finalisti hanno beneficiato di un’esposizione collettiva al Musée national d’art moderne per tre mesi, che ha dato loro un’enorme visibilità presso una delle più importanti istituzioni museali in Francia e nel mondo. Questa mostra permette a un vasto pubblico di scoprire l’arte contemporanea in Francia».
Il Prix Marcel Duchamp seleziona gli artisti della scena francese. Com’è oggi questa scena? Come si affronta la complessità e la varietà della scena artistica contemporanea di un’intera nazione per arrivare alla selezione dei finalisti?
Claude Bonnin: «La scena artistica francese è molto creativa e diversificata. Il Premio Marcel Duchamp mira a riunire gli artisti più innovativi e a confrontarsi con tutte le forme artistiche. Ogni anno, il premio viene assegnato a uno dei quattro artisti francesi o residenti in Francia che operano nel campo delle arti visive: installazione, video, pittura, fotografia, scultura… Gli artisti devono avere già un curriculum riconosciuto e avere meno di cinquant’anni. Il processo di selezione è lungo, rigoroso e democratico (votazioni successive da parte dei collezionisti ADIAF). Il processo dura più di 18 mesi».
Quali sono le qualità più importanti di un artista per essere preso in considerazione per il Prix Marcel Duchamp?
Claude Bonnin: «Gli artisti che possono partecipare al Prix Marcel Duchamp non sono artisti emergenti. Devono avere già un curriculum personale riconosciuto (mostre, pubblicazioni…) e, naturalmente, devono avere collezionisti che li sostengano».
Qual è il rapporto con il Prix Marcel Duchamp e gli altri attori – pubblici e privati – del sistema culturale francese?
Claude Bonnin: «L’ADIAF ha sempre lavorato a stretto contatto con tutti gli attori del mondo dell’arte contemporanea: artisti, galleristi, musei pubblici e privati, istituzioni, case d’asta e fondazioni. Ad esempio, il Centre Pompidou è il partner di riferimento dell’ADIAF per il Prix Marcel Duchamp. Allo stesso modo, le mostre internazionali del Prix Marcel Duchamp (oltre 20 ad oggi) sono organizzate con l’aiuto dell’Institut français (un ente pubblico responsabile della promozione degli artisti francesi a livello internazionale, che dipende dal Ministero della Cultura e dal Ministero degli Affari Esteri). Collaboriamo inoltre con numerosi musei in Francia e all’estero. Anche alcuni attori del mondo dell’arte si sono uniti all’ADIAF come mecenati per sostenere la scena francese: ADAGP (gestisce i diritti degli artisti), Comité professionnel des galeries d’art, Artcurial, Icart (scuola di management culturale)».
Quali sono le caratteristiche principali dell’edizione di quest’anno?
Angela Lamp, commissaire de l’exposition au Centre Georges Pompidou: «Quest’anno i quattro artisti candidati al Premio Marcel Duchamp erano Bertille Bak, Bouchra Khalili, Tarik Kiswanson e Massinissa Selmani. Oltre alla scelta dell’interdisciplinarità, tutti sono interessati al sociale e al collettivo, come le identità e le eredità, le migrazioni e lo sradicamento, lo sfruttamento del Sud globale e la violenza del passato coloniale.
La presentazione mostra come ognuno di loro faccia riferimento a questi temi a modo suo. Se alcuni metodi utilizzati dai quattro artisti mostrano delle somiglianze – l’uso del montaggio e del cut-up, l’alterazione attraverso l’assurdo e il burlesco – altri aspetti, tuttavia, dimostrano la diversità delle loro pratiche: il discorso collettivo contro il peso dello sradicamento individuale, la leggerezza di una linea disegnata contro l’aura di una forma scultorea, il lavoro investigativo contro le prospettive anticonformiste. Un’intervista scritta tra gli artisti e il curatore è presentata sulla parete al centro della mostra».
Quali sono le principali sfide per il futuro del Prix Duchamp?
Claude Bonnin: «Più che un premio prestigioso, il Premio Marcel Duchamp è un programma completo per sostenere gli artisti nella loro carriera: mostre sulla scena francese basate sugli artisti premiati (oltre 50 ad oggi, di cui 20 a livello internazionale), residenze in Francia (Manufacture de Sèvres) e negli Stati Uniti (Villa Albertine)…..
La nostra sfida principale è continuare a far conoscere e riconoscere la scena francese sulla scena internazionale, stabilire contatti all’estero, sviluppare progetti e organizzare mostre sulla scena francese intorno agli artisti premiati dal premio.
Vorremmo organizzare ogni anno una mostra in Europa, in particolare in Italia, dove il premio non è ancora stato presentato. Vogliamo anche affermarci negli Stati Uniti e in Medio Oriente. Ma anche in America Latina. Infine, stiamo rinnovando i nostri contatti con la Cina, dove ADIAF ha già organizzato sei mostre del Prix Marcel Duchamp».