Il metodo Feldenkrais si basa su sequenze di semplici movimenti che coinvolgono ogni parte del corpo, sull’ascolto delle sensazioni che essi suscitano, sullo sviluppo di nuovi modi di muoversi, atteggiarsi e percepirsi. “Se siamo consapevoli di quello che facciamo, possiamo fare quello che vogliamo” diceva Moseh Feldenkrais. Ed è per questo che un numero sempre crescente di ballerini usa il metodo Feldenkrais, sia per approfondire la conoscenza corporea del movimento sia come modo per prevenire traumi ed eventualmente affrontarli anche insieme a modalità di trattamento tradizionali.
Non a caso dunque la Fondazione Giovani Leoni ETS, nata a Mirano nel 2013 dal desiderio filantropico dei fratelli Christian e David Barzazi di offrire sostegno alla ricerca scientifica e supporto ed assistenza socio – sanitaria ai bambini con Paralisi Cerebrale, ha deciso di sensibilizzare la gente promuovendo ed organizzando un Gala di Danza. Come non a caso per questo gala è stato scelto il titolo “Guardando le stelle”.
Guardare le stelle significa esprimere desideri, ma anche guardarsi dentro, conoscersi e sapere dove andare quando il sole metterà a dormire le stelle.
Ed il folto pubblico veneziano non ha certo perso l’occasione di “guardare le stelle” domenica 15 ottobre 2023, quando il bellissimo Teatro Malibran ha aperto le porte al prestigioso gala di danza. L’evento ha visto protagonisti i più grandi danzatori del momento che sono arrivati da tutta Europa per sostenere l’operato di Christian e David Barzazi. Da Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, primi ballerini del Teatro alla Scala di Milano, a Iana Salenko, Dinu Tamazlacaru e Ksenia Ovsyanick primi ballerini allo Staatsballet di Berlino, ed ancora Jack Gasztowitt e Inès Mcintosh dell’Opera di Parigi, e Guilherme Gameiro Alves Principal del Croatian National Theater di Zagabria che, in questo caso, si è anche occupato della direzione artistica dello spettacolo.
I passi a due presentati sono stati di altissima qualità. Chi amava la danza puramente classica è stato accontentato con la visione del Grand Pas de deux di Paquita eseguito da Jack Gasztowitt e Inès Mcintosh e del Pax de deux da Satanella dal Carnevale di Venezia di Cesare Pugni eseguito da Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru. Gasztowitt e la Mcintosh si sono ancora esibiti nel famoso Adagio del II atto del Lago dei Cigni, mentre Iana Salenko ha proposto La morte del cigno, la famosa coreografia di Fokine su musica di Saint – Saen.
Ma il pubblico è andato ancora più in visibilio per le coreografie neoclassiche, ovvero quelle che pur utilizzando le punte non rispettano rigidamente la disciplina classica dei movimenti. In queste si sono distinti Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko in Caravaggio di Mauro Bigonzetti, un brano che esalta la loro indiscussa bravura, ma soprattuto evidenzia il profondo affiatamento dei due, compagni di lavoro, ma anche di vita da anni. Straordinari Ksenia Ovsyanick e Guilherme Gameiro Alves nei due brani Near this e Leave me. Anche in questo caso non passava certo indifferente la loro capacità tecnica, che andava ben oltre ad eseguire perfettamente i passi. I due danzatori hanno rapito il pubblico per il lato interpretativo di quanto stavano eseguendo. Due coreografie che parlano d’amore ma anche di allontanamento e questo è apparso in ogni gesto e sguardo dei due.
Stessa intensità si è ritrovata in Clotilde Tran e Johnny McMillan esecutori di due splendide coreografie contemporanee: Never Was nella prima parte dello spettacolo e A sort of… nella seconda. Quest’ultima coreografia è l’essenza del lavoro del grande Mats Ek, una riflessione profonda sulle relazioni personali ed interpersonali dell’essere umano, uno scavo nelle dinamiche di sentimenti, connotazioni psicologiche e comportamenti. Ek penetra l’Essere, condensandolo in rappresentazioni di movimenti muti e simbolici, che provengono anche dalla grande esperienza teatrale che ha sperimentato nel suo lavoro.
Ma non solo grandi etoiles sul palco del Malibran: toccante l’apertura della serata da parte di Vita Schlegl una splendida ragazza di 17 anni, che ha vinto la battaglia contro la paralisi cerebrale grazie al metodo Feldenkrais e alla danza che ama così tanto. La giovane ha presentato la coreografia di Ana Medvescek dal titolo Vita, come il suo nome.
L’evento in collaborazione con il Teatro La Fenice e il patrocinio del Comune, della Città metropolitana di Venezia e della Regione Veneto, era rivolto alla raccolta fondi a sostegno di “Brain up” il progetto di ricerca scientifica per la riabilitazione precoce dei bambini con paralisi cerebrale con il metodo Feldenkrais. Christian e David Barzazi non si fermano certo qui e con il sostegno di tutti è auspicabile che serate di questo tipo, che rendono anche omaggio all’arte della danza, ce ne siano ancora tante.