Milano. Giovedì 9 novembre alle ore 18.30, presso Lampo Scalo Farini, Galleria Indice presenta Mezza luce, mostra di Mattia Balsamini a cura di Andrea Tinterri e Luca Zuccala.
La mostra si concentra su alcuni focus che hanno caratterizzato la progettualità di Balsamini nel corso degli ultimi quattro anni come la notte e la penombra, da cui ricavare e preservare alcune forme archetipe che costellano e segnano il paesaggio e l’immaginario visivo dell’artista stesso.
Sono stati individuati cinque diversi progetti che sintetizzano un percorso coerente, capace di evidenziare una poetica duttile in grado di leggere il paesaggio contemporaneo e soffermarsi su forme minime che sollecitano ricordi d’infanzia.
Nel 2020 prende forma In Search of Appropriate Images, come si evince dal testo critico che accompagna la mostra, l’obiettivo è quello di ricostruire un territorio d’appartenenza, uno spazio fisico, geograficamente circoscritto come quello del territorio friulano, dove Mattia Balsamini è nato e cresciuto. Affioramenti della memoria e forme ricorrenti. Sollecitazioni visive che evitano il dato didascalico, ma ricostruiscono una biografia visiva.
E da questa successione di immagini nasce il lavoro Toddler (2022), come sottolinea Mattia Balsamini l’idea era quella di lavorare con i materiali base del progetto precedente, regredendo e partendo, come un bambino, da nuclei fondamentali, creando un cortocircuito estetico tra macro e micro.
In mostra sono inseriti anche due lavori nati su commissione ma che, come spesso succede nella ricerca di Balsamini, risultano coerenti e forse necessari per leggere un più ampio percorso di ricerca.
I progetti in questione sono Furlan (2021) e Lingeri – Astrazione e Costruzione (2021).
Nel primo caso si tratta dell’interpretazione di un edificio dell’ architetto Giannino Furlan la cui immagine è stata stampata e trasformata tramite interventi di collage tridimensionali.
Nel secondo caso Balsamini fotografa il modello in scala del Danteum, un monumento dedicato al sommo poeta, progettato da Lingeri e Terragni, con interventi scultorei di Sironi. L’architettura, mai realizzata, sarebbe dovuta essere una materializzazione del testo letterario La Divina Commedia. L’immagine evoca un’atmosfera notturna, tetra e seducente, come quella di una città solo evocata e imprigionata nell’evanescenza letteraria.
Il progetto più recente e più rappresentato in mostra è Protege Noctem (2023), il racconto dell’alleanza tra scienziati e cittadini per contrastare la scomparsa della notte e delle sue creature. L’83% per cento della popolazione mondiale non ha mai visto la Via Lattea, la galassia che ci ospita. E in città come Shanghai il 95% per cento delle stelle ormai è invisibile a occhio nudo. Questo ha conseguenze sulla salute degli esseri umani e sull’ecosistema: gli epidemiologi, compatti, considerano la scomparsa della notte come un fattore di rischio pari dell’inquinamento, all’alcol e al fumo e gli uccelli migratori perdono le rotte, le foglie non sentono più l’arrivo dell’inverno, gli insetti vanno incontro all’estinzione. Immagini che sembrano innescate dalla necessità giornalistica di palesare un processo in corso, ma che si affrancano dal dato didascalico per trasformarsi in suggestioni crepuscolari dove la scienza diventa un campo del sapere evocativo e immaginifico.
La mostra è accompagnata da un manifesto-catalogo pubblicato in 100 esemplari numerati e firmati dall’artista.
Galleria Indice si occupa di promuovere, approfondire e veicolare la ricerca di artisti che includono la fotografia all’interno della loro progettualità, senza escludere contaminazioni tecniche e linguistiche. La piattaforma si caratterizza per un ampio approfondimento critico in modo da diventare un punto di riferimento non solo per collezionisti, ma anche per un pubblico di curatori, ricercatori, professionisti o semplici appassionati.
Sul sito www.galleriaindice.com, i lavori degli artisti sono accompagnati da interventi critici che contestualizzano e approfondiscono i diversi progetti selezionati.
Galleria Indice è una società Benefit che si impegna a devolvere una percentuale di ogni vendita all’Associazione Praevenus, dedita alla ricerca e alla prevenzione del tumore al seno.
Mattia Balsamini (1987) si trasferisce a Los Angeles nel 2008, dove inizia i suoi studi al Brooks Institute of California con specializzazione in fotografia pubblicitaria. Nel 2010 inizia a lavorare presso lo studio di David LaChapelle come assistente di studio e archivista. Nel 2011, dopo aver conseguito un BA con menzione d’onore, torna in Italia. Da allora insegna fotografia all’Università IUAV di Venezia oltre a fotografare ampiamente la tecnologia e le sue implicazioni sociologiche, concentrando la sua attenzione sul lavoro come fattore di identità dell’uomo. Negli anni ha realizzato progetti personali ed editoriali per istituzioni come MIT, NASA e Institute of Forensic Medicine University of Zurich. Le sue immagini rivelano un interesse per le persone e le loro storie, gli aspetti funzionali della tecnologia e gli elementi grafici dell’ordinario. Ha esposto alla Triennale di Milano, al MAXXI, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e all’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco.