Alice Babolin, in arte Aliteia, presenta “The Ballad of Human Mutations”, alla Fabbrica del Vapore di Milano, nel centro culturale-factory Alveare Culturale, spazio che si sta dimostrando evidentemente affine a tematiche sensibili. La curatela è di Alisia Viola e l’Alveare ospiterà la mostra fino al 10 novembre 2023
L’ultimo lavoro di Alice Babolin (1985) o Aliteia, dalle parole greche Ali e Aletheia, cioè essere evidenti, non nascondersi, narra il movimento danzante dei sentimenti e delle trasformazioni visibili e manifestabili in un corpo umano e attraverso di esso. Il racconto è una trasposizione di una visione avuta nel periodo infantile, quando con i suoi occhi da bambina, durante una giornata al mare, osservò un qualcosa di diverso nei piedi della sua famiglia.
Lo sguardo di un bambino è sempre innocente, ma estremamente vero. E proprio quello sguardo riuscì a trasmettere in Alice una curiosità tale da averla portata a realizzare ed esporre in Italia la sua prima mostra che ha come punto di partenza la malattia denominata Charcot-Marie-Tooth (CMT).
La Charcot-Marie-Tooth è una neuropatia rara, ereditaria e imprevedibile, perché il suo manifestarsi avviene a qualsiasi età. La malattia entra a contatto con la mielina, il rivestimento delle fibre nervose del sistema nervoso centrale e periferico, annullando il suo compito di controllare i movimenti e gestire la forza in un corpo umano.
Ad essere coinvolti sono soprattutto mani e piedi. Chi soffre di questa rara patologia ha scarsa sensibilità, difficoltà a camminare e mancanza di forza. Non sono presenti particolari cure, ma solo alcuni trattamenti specifici e molto precisi che ne controllano l’evoluzione (La malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT). ACMT Rete per la malattia di Charcot-Marie-Tooth).
Aliteia, attraverso la malattia, consente allo sguardo esterno di comprendere il concetto di unione, dello stare insieme, di spingersi ad andare avanti e farlo con il sorriso. Aliteia, grazie ad alcuni scatti molto ravvicinati, riprende la fatica e la tensione degli arti nelle mani, un movimento insolito che ripreso da così vicino rievoca una ballata, un senso di leggerezza in realtà poco presente in chi convive con la malattia.
Lo spazio Alveare Culturale si rivela adatto per un allestimento organizzato. Circa 20 fotografie, la vicinanza tra uno scatto e un altro accentua quest’esecuzione continuata e poetica tra mani, piedi e gambe. Alisia Viola ne parla come un lavoro basato sul senso di continuità e di come si sia sentita coinvolta e non distante dalla CMT, punto imprescindibile per un attento curatore.
La scultura al centro dello spazio è il simbolo della visione di Alice Babolin: il piede di sua madre, sottoposto a scansione in 3D da Fablab Venezia, laboratorio di prototipazione e fabbricazione digitale. Un intervento site-specific alto 1.60 m, reso possibile da PROSSIMI Srl Impresa Sociale ETS, realizzato con materiali di derivazione naturale e sostenibili.
The Ballad of Human Mutations, la ballata della mutazione umana. Quel ballo di chi ha potuto sorridere davanti un progetto capace di porre domande su chi è da considerare il vero eroe in questo percorso di vita e di trasformazione.