Il Museo Guggenheim di Bilbao presenta “Gego. Measuring Infinity” (fino al 4 febbraio 2024), «una grande retrospettiva che offre una visione completamente integrata dell’opera dell’artista tedesco-venezuelana Gertrud Goldschmidt (1912, Amburgo – 1994, Caracas), nota anche come Gego, e del suo approccio distintivo al linguaggio dell’astrazione, che la colloca tra gli artisti più significativi emersi dall’America Latina nella seconda metà del XX secolo. La mostra è organizzata in collaborazione con la Fundación Gego di Caracas e nel percorso espositivo sono presenti quasi 150 opere, «organizzata in modo cronologico e tematico, la mostra esamina i contributi formali e concettuali dell’artista attraverso le sue forme organiche, le strutture lineari e le astrazioni modulari».
«Gego – ha spiegato il museo – è una degli artisti più significativi emersi dall’America Latina nella seconda metà del XX secolo e la sua carriera ha tracciato un percorso artistico marcatamente individuale, che ha sfidato la categorizzazione. Ha proposto idee radicali attraverso le sue indagini sui sistemi strutturali: trasparenza, tensione, fragilità, relazioni spaziali ed effetti ottici del movimento sono tutti temi affrontati metodicamente nel suo singolare corpus di opere. Questa retrospettiva storica dimostra l’ampiezza della pratica multidisciplinare di Gego, favorendo una comprensione e un apprezzamento più profondi dell’artista e della sua opera in un contesto globale».
«Nata in una famiglia ebrea tedesca, – ha proseguito l’istituzione – Gego si forma inizialmente come architetto e ingegnere presso la Technische Hochschule Stuttgart (oggi Universität Stuttgart). In fuga dalle persecuzioni naziste nel 1939, emigrò in Venezuela, dove si stabilì definitivamente, e nel 1953 intraprese una carriera artistica che durerà più di quattro decenni. In opere bidimensionali e tridimensionali realizzate con diversi mezzi, l’artista ha esplorato il rapporto tra linea, spazio e volume. I suoi impegni nei campi correlati dell’architettura, del design e dell’educazione hanno completato queste ricerche».
La mostra permette di esplorare la ricerca di Gego con una selezione di opere che vanno «dai primi anni Cinquanta ai primi anni Novanta, tra cui sculture, disegni, stampe, tessuti e libri d’artista, oltre a immagini fotografiche di installazioni e opere d’arte pubblica, schizzi, pubblicazioni e lettere. Collocando la pratica di Gego nei contesti artistici dell’America Latina che si sono succeduti nel corso della sua lunga carriera, l’indagine prende in considerazione anche le sue intersezioni con – e i suoi allontanamenti da – movimenti artistici transnazionali chiave come l’Astrazione Geometrica e l’Arte Cinetica», ha ricordato il museo.