Al via la sesta edizione del FESTIVAL DELLA PESTE, ideato e organizzato da Fondazione Lazzaretto, dal 9 al 12 novembre. Il Festival propone un programma culturale che trova compimento in Come se fossimo nuovi, un progetto di arte pubblica partecipata applicato alla fontana di Via Benedetto Marcello, opera ideata e realizzata dall’artista visivo Gianni Moretti e dalla psicoterapeuta Chiara Ronzoni, con la curatela di Lisa Parola.
La Fondazione Il Lazzaretto dà il via alla sesta edizione del Festival della Peste, che si articolerà in una programmazione che punta a creare in quattro giorni occasioni di laboratori, confronti e interazioni tra artisti, studiosi, performer, curatori e il pubblico, al fine di promuovere una riflessione sui processi di cambiamento e trasformazione individuale e collettiva.
Come se fossimo nuovi è un intervento partecipato su un monumento già esistente – la fontana di via Benedetto Marcello – nell’area dove storicamente sorgeva la Porta Brutta, punto di uscita dell’antico Lazzaretto. L’azione, cui il pubblico potrà attivamente prendere parte lasciando il proprio contributo, ha come obiettivo quello di ridisegnare e risignificare uno spazio partendo da riflessioni intime e aprendosi alla collettività.
Oltre alla presentazione del progetto di punta, il Festival della Peste prevede molto altro. Un laboratorio sul cammino con Andrea Mori, sulla voce con Paula Carrara e sulla calligrafia con Francesca Biasetton. Inoltre, Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani guideranno il pubblico in un laboratorio teatrale tra partitura fisica e memoria biografica, seguito da un adattamento site-specific dello spettacolo Gianni.
“Come se fossimo nuovi”
L’intervento si svilupperà in due fasi. La prima fase, che ha inizio con il Festival, prevede l’immersione di centinaia di lacrime in ceramica blu sul fondo della fontana. La lacrima è una risposta del nostro corpo che racconta uno stato emotivo, che può sciogliere e riaprire il respiro e lo sguardo. Le persone potranno prendere una di queste lacrime a patto che lascino parole o frasi per mezzo di una registrazione audio. Le frasi saranno poi incise su ceramica e collocate nella fontana, costruendo un nuovo vocabolario del monumento stesso e da quel momento, con la seconda fase – primo semestre del 2024 -, saranno oggetto di interazione pubblica: queste frasi potranno essere prese, portate a casa, spostate o lasciate lì, e l’opera sarà in continua evoluzione, anche quando non sarà più in prossimità della fontana, continuando così a portare il suo significato anche in altri luoghi. L’intervento nelle sue varie fasi si pone in maniera dialogica nel contesto urbano come spazio di possibilità da esplorare con il proprio tempo e la propria modalità, in un’ottica orizzontale e non verticale, dando vita a un nuovo momumento collettivo nomade.
Il Festival inaugurerà giovedì 9 novembre alle ore 19 con un aperitivo, interventi sonori e l’apertura di Come se fossimo nuovi, alla presenza di Alessandro Oldani, Conservatore dei Beni Culturali – Ufficio Arte negli Spazi pubblici – Comune di Milano, che sin dai primi incontri ha guardato con interesse al processo di risignificazione dello spazio pubblico. Ci saranno anche Lisa Parola, Gianni Moretti e Chiara Ronzoni, rispettivamente curatrice e autori dell’opera Come se fossimo nuovi.
Il programma
Oltre a prendere parte alla realizzazione dell’opera di arte pubblica Come fossimo nuovi, durante le giornate del Festival il pubblico potrà esplorare i confini tra Ragione e Sentimento – tema di questa sesta edizione – con laboratori e performance. Dalle passeggiate guidate dall’artista Andrea Mori con Leggero l’andare, un percorso sull’ascolto per osservare le conseguenze dei cambiamenti climatici sul quartiere, partendo dai giardini di Porta Venezia, riflettendo sul concetto di assenza e mancanza (10/11 ore 15), fino a Cosa c’è nelle tue scarpe, un laboratorio, articolato in due momenti, guidato dall’attrice Caroline Baglioni e del regista Michelangelo Bellani per indagare la costruzione di una ‘biografia’ partendo dalle tracce dell’oggetto simbolo scarpa (10/11 ore 21 e 11/11 ore 10.30). Il laboratorio culminerà nella visione di Gianni, spettacolo teatrale vincitore del Premio Scenario per Ustica 2015, Premio In-Box Blu 2016, Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria 2017. Un lavoro di recupero dei cocci di un’esistenza, molto più simile alla nostra di quanto non si pensi. Nell’edizione del Festival della Peste un riadattamento site specific. Domenica, la performer e voice coach Paula Carrara condurrà un incontro che esplora la reciprocità e il rapporto tra anatomia del corpo ed esperienza della voce, come espressione dell’interiorità (12/11 ore 10.00); nel pomeriggio Una lettera scritta a mano, un’attività guidata dalla calligrafa Francesca Biasetton, un momento di esplorazione della scrittura come gesto tra regole e istinto, tra comunicazione e introspezione (12/11 ore 15.00). Il Festival si chiuderà il 12 novembre con un aperitivo conclusivo alle ore 19.00.
Questa edizione del Festival chiude il biennio di indagine intorno al tema Ragione e Sentimento, sviluppato dal team creativo di Fondazione Il Lazzaretto all’interno del ciclo dei Virus! – momenti di incontro e riflessione aperti al pubblico, dove immaginare e partecipare all’indagine sul tema dell’anno.
Fondazione Il Lazzaretto
Il Lazzaretto nasce nel 2014 come Associazione culturale. Nel 2017 diventa Fondazione non-profit. La sua mission è quella di sostenere e promuovere progetti nei quali arti visive, pratiche psico-fisiche, letteratura e arti performative convergono e si incontrano. La scelta del nome non è nata solo dal desiderio di mantenere un legame con l’antica toponomastica, ma anche e soprattutto dalla volontà di dare voce al desiderio che un pezzo fondamentale della storia del Lazzaretto di Milano possa essere rivisitato in senso positivo nel presente. Che quella storia antica di contagi e malattie possa diventare contaminazione di idee, di energie, di dubbi, di inclinazioni al nuovo e all’inaspettato. Il Lazzaretto agisce tutto l’anno con vari strumenti avendo come obiettivo la partecipazione culturale e come metodo quello dell’ibridazione generativa. Con queste intenzioni si svolgono i Salotti, luoghi di riflessione, i Virus! laboratori aperti al pubblico, tutte esperienze restituite e sviluppate nel Festival della Peste. Infine si ricorda il Premio Lydia, per sostenere la creatività emergente di giovani artisti e artiste e lo sviluppo di idee in grado di produrre un impatto importante sulla collettività. La direzione artistica del Lazzaretto è affidata a Linda Ronzoni, coadiuvata dal fondatore Alfred Drago.