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Forever di Shuang Li: da dicembre da Peres Projects a Milano

Da Peres Projects a Milano arriva la mostra Forever di Shuang Li (nata nel 1990 nella regione dei Monti Wuyi, Cina), la terza personale dell’artista con la galleria e la prima nella sede meneghina

Il video proiettato sul fondo della fontana a forma di cuore costituisce l’asse centrale di questa mostra. Heart is a Broken Record (2023)
é un immaginifico montaggio di video della band My Chemical Romance caricati dalla loro fanbase su YouTube negli ultimi venti anni.
L’artista raccoglie i brevi momenti prima che la band appaia sul palco, sommersa da luci e urla, interrompendo il montaggio appena
prima che il concerto inizi. Intercalate a questi spezzoni ci sono immagini di zampilli di sangue, di linee intravenose, di scintille che
diventano lava, mentre il video continua a sospendere il concerto che il pubblico attende con trepidazione di sentire. Così, sul fondo di
un pozzo dei desideri, l’installazione ripropone un evento che non si è mai verificato, composto da filmati di concerti che effettivamente
si sono svolti.
I My Chemical Romance, la band emo pop-punk che ha conquistato il mondo dagli inizi degli anni 2010, hanno avuto un impatto
significativo sulla vita e sulla pratica artistica di Shuang Li. Infatti, l’artista afferma spesso che la band “le ha salvato la vita”: questo é
un sentimento condiviso con una parte della fanbase internazionale del gruppo; l’artista, dunque, esplora l’esperienza emotivamente
carica del fare parte di un fandom attraverso la sua pratica artistica multidisciplinare.
Cosa significa fare parte di un fandom? E nello specifico, cos’è una fangirl? Attraverso questo corpus di opere, l’artista indaga la
terminologia – con una forte connotazione di genere – associata a una grande ammirazione per una celebrity, che spesso sconfina nella
devozione insensata ed acritica. In Forever, attorno all’installazione video, si trovano sculture a parete in resina che che congelano nel
tempo ciondoli, gadget, toppe e altri oggetti personali, intrappolandoli in stampi trasparenti insieme ad altri oggetti che sembrano
fanart. La scrittura dell’artista appare nelle sculture, in piccole note che immerge nella sostanza traslucida. Molti degli oggetti non sono
solo simboli della cultura pop punk, ma appartengono anche al mondo del fangirlismo e all’età adolescenziale: l’artista li manipola e
distorce per farli apparire mutati, quasi ammuffiti e suggestivamente grotteschi. Raccolti insieme in una sostanza misteriosa, questi
vari frammenti rivelano come il fangirlismo sia uno spazio in cui un’identità si costruisce e si rafforza attraverso l’ossessione per l’idol e
l’appartenenza ad una community; dall’altra parte il trattamento nella resina sovverte l’auralitá di alcuni materiali che, nel contesto dei
fandom, diventano oggetti di culto.
Un gruppo di sculture costituisce l’ultimo componente della mostra. I soggetti di queste sculture sono piedi e gambe, semi-astratte,
distorte e allungate, vestite con scaldamuscoli a coste e stivali con plateau. Queste opere rimandano a una performance precedente
intitolata Lord of the Flies (2022), parte della mostra del 2022 Where Jellyfish Come From presso Antenna Space a Shanghai, in cui
l’artista ha mobilitato un team di venti performer come suoi cosplayer, vestiti in modo identico, per sostituirla quando era bloccata in
Europa per le misure anti-Covid. Più che controfigure, però, i performer sono un ricordo dell’assenza di Shuang Li in Cina e del suo
sradicamento, così come sono simbolo delle caratteristiche spesso immateriali dell’intimità digitale tra persone che vivono a distanze
considerevoli. Con l’obiettivo di rievocare la performance, le sculture indagano l’uso delle scarpe come simbolo dell’assenza, quando
in grado di funzionare da contenitori che alludano ad un’esistenza mancante.
In effetti, queste opere enfatizzano l’assenza del corpo fisico – i corpi fisici degli idols a cui si allude nella video installazione, i corpi
fisici dei performer in Lord of the Flies qui attivati da sculture di scarpe, nonché il corpo fisico dell’artista stessa – e la dimensione
fantastica insita nell’evocazione di una persona assente. Partendo dall’esperienza dalla sua educazione in una piccola città in Cina,
priva di accesso alle forme di cultura che desiderava esplorare, Shuang Li, dopo aver approcciato molti fandom di diversi artisti,
riesce a generalizzare, ampliando lo sguardo al concetto generale e all’idea che la narrativa legata al “salvare la vita” sia comune in
molte comunità di fan. L’assenza diventa quindi un terreno fertile per permettere la trasformazione e l’espressione, evidenziata nel
lavoro di Shuang Li attraverso elementi come le perle di plastica incastonate nelle sculture a parete, descritte come eco alle gocce di
sangue nella fontana.
In Forever, ciondoli e oggetti fuoriescono dalla resina come se stessero colando da uno schermo mentre assumono la loro propria
forma: in questo modo estendono la ricerca dell’artista sulla relazione tra corpo e schermo. Come suggeriscono anche le opere Æther
(Poor Objects) (2021), presentata alla 59. Biennale di Venezia Milk of Dreams, e This Mirror Isn’t Big Enough For The Two Of Us
(2023), ora in mostra in Paravents presso la Fondazione Prada a Milano e Shanghai, la relazione tra corpo e schermo ha assunto nuove dimensioni, tanto che lo schermo é capace di generare ora il corpo fisico. E così, nel caso di studio del fandom (che non esisterebbe affatto senza l’esistenza di schermi e piattaforme digitali) questa incarnazione del regno digitale ha un significato ancora più profondo.

 

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