Adriana Polveroni e Marianna Agliottone affrontano un tema tanto attuale quanto autorevole ne Il piacere dell’arte. Il volume, edito da Johan & Levi, analizza ad ampio raggio il collezionismo contemporaneo in Italia.
“Si è cercato di raccontare il piacere dell’arte, l’avventura che il far crescere una collezione può rappresentare nella vita di un individuo, il percorso di conoscenza, l’interrogazione di sé, la passione accesa e a volte vorace che assorbe molte energie, non solo economiche, il sapere dello sguardo, la voglia di scommettere sul futuro. Possibilità di esistenza che questo fare insito nella natura umana chiamato collezionismo riesce ancora a schiudere”. Con queste parole Adriana Polveroni riassume l’intento del libro che presenta il collezionismo contemporaneo, strutturato idealmente in due parti: l’approfondimento storico e fenomenologico fino all’ultima prospettiva delle fondazioni private a cura di Adriana Polveroni, gli aspetti tecnici (fiscali e legislativi) e le interviste ai collezionisti a cura di Marianna Agliottone.
L’analisi prende avvio tracciando un profilo storico del collezionismo contemporaneo: dagli anni quaranta, quando il fenomeno è essenzialmente espressione della borghesia imprenditoriale milanese, si ripercorrono le esperienze di Roma e Torino e le prime figure di spicco come quelle Giorgio Franchetti, Marcello Levi e Giuseppe Panza che hanno connotato gli anni cinquanta-sessanta. La politicizzazione che investe il decennio successivo raggiunge anche la pratica del collezionare che poi, negli anni ottanta, conosce una nuova stagione allorché il mercato si orienta in senso internazionale. Infine, negli anni novanta, si assiste all’affermazione di collezionisti impegnati ad aprire musei e luoghi di pubblica fruizione.
Si passa successivamente all’analisi delle caratteristiche più specifiche del collezionismo: le motivazioni che spingono a raccogliere attorno a sé oggetti d’arte, le scelte metodologiche, la trasformazione impressa dalle nuove modalità espressive dell’arte (in particolare le dimensioni delle opere e le installazioni site-specific), le criticità e le modalità “filosofiche” di approccio al restauro dell’opera d’arte contemporanea, fino al rapporto tra i collezionisti e le istituzioni, elemento non nuovo, ma che negli anni più recenti ha decisamente assunto forme e importanza inedite. Senza dimenticare gli aspetti economico-fiscali e legali che vincolano il mercato italiano rispetto ad altre realtà europee. Se impedimenti burocratici e fiscali frenano il dialogo con le istituzioni e la crescita del mercato, la “privatezza” del nostro collezionismo ha paradossalmente favorito la nascita di collezioni aperte al pubblico e soprattutto di fondazioni, tratto distintivo della nostra realtà rispetto a quelle straniere.
A conclusione del lavoro, e per dar riscontro alla ricerca, si è data voce alle esperienze concrete e agli approcci personali di autorevoli protagonisti del collezionismo contemporaneo italiano quali Giorgio Fasol, Andrea Accornero, Lidia Berlingieri Leopardi, Ernesto Esposito, Volker Feierabend, Vittorio e Nunzia Gaddi, Paolo Palmieri, Claudio Palmigiano.
LE AUTRICI
ADRIANA POLVERONI è giornalista e critica d’arte. Insegna Museologia del contemporaneo presso l’Accademia di Brera di Milano. Ha pubblicato This is contemporary! Come cambiano i musei d’arte contemporanea (2007) e Lo sboom. Il decennio dell’arte pazza tra bolla finanziaria e flop concettuale (2009), oltre a molti altri saggi in volumi collettanei e in cataloghi. Dal 2012 è direttrice di Exibart.
MARIANNA AGLIOTTONE è curatrice e critica d’arte, da tempo svolge attività di consulenza per il collezionismo privato. Ha collaborato con numerose riviste di settore tra cui Arte e Critica e Frieze, attualmente è consulente editoriale per Exibart.