Solo un incredibile 2022 impedisce al 2023 di Dorotheum di essere l’anno migliore nella storia della casa d’aste. Ecco i migliori risultati che hanno segnato l’annata.
Come per tante case d’asta il 2022 è stato un anno irripetibile, che ha giovato di un’offerta ricca come mai (nei due anni precedenti di Covid si è conservato tutto) e di una domanda entusiasta di accoglierla. Anche Dorotheum non è riuscita a superare i 200 milioni di euro di fatturato dello scorso anno, ma ci si è comunque avvicinata. Pur non avendo divulgato un risultato preciso, la casa d’asta austriaca afferma infatti di aver siglato il secondo miglior risultato nella storia dell’azienda. Merito, ovviamente, delle tante .grandi aggiudicazioni che è riuscita a realizzare in questi dodici mesi. Ripercorriamo le principali.
A partire dalla più alta dell’anno, quella che è riuscita a siglare con il dipinto di Osman Hamdi Bey Uno sguardo allo specchio: 1.2 milioni di euro. Un risultato che pone in testa alle vendite di Dorotheum la raffigurazione della giovane donna in uno sfarzoso interno mediorientale. É accaduto nell’asta primaverile di Dipinti dell’Ottocento, quando è stato venduto anche il dipinto di genere veneziano del pittore Eugen von Blaas per 520 mila euro.
Più alte, mediamente, le aggiudicazioni per gli artisti moderni e contemporanei. Un Concetto Spaziale nero opaco di Lucio Fontana ha trovato un nuovo proprietario per 875.000 euro. La rarità dell’opera a biro in quattro parti di Alighiero Boetti, intitolata non parto non resto, è stata premiata con 650.000 euro. Richiestissima l’arte italiana nel suo complesso. Ad esempio, il dipinto astratto Per la Spagna (416 mila euro) di Emilio Vedova, la Superficie bianca (429 mila euro) di Enrico Castellani del 1983 e La Valle (390 mila euro) di Salvo.
Tra i nuovi record siglati c’è Burgundy Mouse 2 di Gottfried Helnwein, risalente al 2014 e venduto per 182 mila euro. E poi l’italiano Piero Gilardi (136.5 mila euro), pioniere dell’Arte Povera e recentemente deceduto. Anche per l’arte austriaca si segnalano prezzi eccezionali: ben 202.8 mila euro per una tipica opera “sismografica” su cartone dell’artista di fama internazionale Martha Jungwirth.
Il modernismo austriaco ha brillato con Franz Sedlacek: Il Mago e l’Arlecchino ha trovato un nuovo proprietario per ben 309.400 euro. Mentre tra le grandi aggiudicazione internazionali spicca il dipinto ad olio di Alexej von Jawlensky del 1904/05, raffigurante una tavola imbandita, aggiudicato per la cifra di 706.2 mila euro.
Per quanto riguarda l’arte antica, protagonista assoluta Fede Galizia con Giuditta e Oloferne, dipinto che ha raddoppiato le aspettative raggiungendo 624 mila euro. Questo inedito capolavoro, firmato e di qualità museale, rappresentava un’importante riscoperta dell’artista.