Josh Rowell è al centro di Rizhoma, la mostra che Andrea Maffioli ha curato per la galleria Atipografia di Arzignano, Vicenza. In esposizione fino al 20 gennaio 2024.
La mostra trae ispirazione dal mondo invisibile del rizoma, che in botanica la rete sotterranea formata da funghi, radici e organismi che collega tutte le piante del nostro pianeta, facilitando lo scambio vitale di informazioni tra ogni specie vegetale e diversi ecosistemi. L’artista si spinge però oltre, stabilendo un intrigante parallelismo tra il rizoma e la vasta rete che connette a distanza l’intera umanità: internet. Questo connubio tra natura e tecnologia svela affascinanti similitudini, evidenziando come due mondi apparentemente opposti possano convergere in modo straordinario.
In particolare, la mostra evidenzia l’interconnessione tra natura e internet attraverso il linguaggio innovativo ideato da Josh Rowell. Ovvero un vocabolario codificato dove l’artista sostituisce alle lettere dei punti colorati, i quali vanno dunque a comporre un testo non immediatamente comprensibile. Il suo Painting Language necessita dunque di una legenda, sia per Rowell che lo crea sia per l’osservatore che vuole intendere il suo messaggio. Un processo che richiede tempo, sia per la creazione che per la comprensione, e riflette la volontà dell’artista di soffermarsi su una pratica paziente, manuale, approfondita. Tutti elementi in contrasto con l’era digitale e velocissima in cui viviamo.
In particolare, per questa mostra l’artista ha scelto di utilizzare il suo linguaggio codificato per creare pannelli che da una parte rappresentano la sequenza di Fibonacci, raffigurando la bellezza intrinseca della natura, e dall’altra rappresentano l’incessante scambio di dati su internet. Un secondo ciclo di opere, ispirato dalle camminate e dai percorsi compiuti dall’artista nell’ultimo anno, offre uno spunto di riflessione sugli spunti di distrazione a cui siamo sottoposti quando cerchiamo di immergerci nella natura, vivendo nel contesto del mondo digitale del ventunesimo secolo. Rowell ha sviluppato anche un’installazione immersiva su larga scala, composta da veri alberi collegati da LED luminosi che richiamano una rete di informazioni immaginarie.
Un connubio di forme artistiche che mira a catturare l’attenzione del visitatore, invitandolo a riflettere sulla sorprendente somiglianza tra due mondi apparentemente distanti. Tutti i lavori dell’artista sono infatti legati da un filo conduttore molto chiaro che connette il passato al presente; così come la natura, antica e atavica, si collega e mostra notevoli somiglianze con la tecnologia, che incarna la modernità e il futuro.