Dalla A di Adjaye alla Z di Zucchi: i sogni, le emozioni, i progetti e le passioni delle archistar raccontate negli anni dalla penna del grande giornalista Stefano Bucci nel libro L’architettura ha tante anime. Conversazioni. Trentaquattro interviste compongono un’ininterrotta narrazione lunga 200 pagine. Uno dopo l’altro, i singoli dialoghi si sommano disegnando un ritratto corale dell’architettura contemporanea. Un lungo itinerario di incontri avvenuti in occasioni importanti, come nel caso di Zaha Hadid, intervistata a Milano nel 2004 subito dopo aver ricevuto la notizia dell’assegnazione del Pritzker Prize, il Nobel dell’architettura, attribuito per la prima volta a una donna.Bucci. Nato a Fiesole il 16 settembre 1957, ha iniziato a occuparsi di giornalismo, scrivendo per Casa Vogue e per le pagine fiorentine della Repubblica. Si è formato alla Scuola di specializzazione in giornalismo e comunicazioni di massa della Luiss di Roma nel 1994. Chiamato al Sole 24Ore, è stato assunto come redattore al Domenicale, responsabile fino al 2000 della rubrica Cari librai (la raccolta delle sue recensioni è stata pubblicata nel 2000 da Il Sole 24Ore Pirola). Nel febbraio 2001 passa alle pagine culturali nazionali del Corriere della Sera, dove, dal 2011 è responsabile per il supplemento La Lettura della sezione arte-architettura e del Cartellone delle mostre. Nel 2015 ha pubblicato per Marsilio I veri amori sono diversi.
Il titolo di ogni capitolo è un invito alla lettura che rivela intuizioni, ambizioni, filosofie e politiche dei singoli architetti: l’architettura sconfigge il tempo per Tadao Ando; è un bosco verticale per Stefano Boeri; è un teatro, una porta che si apre per Mario Cucinella; è il grattacielo curvo di Daniel Libeskind. L’architettura è «costruire popoli, non solo città» per Yovonne Farrel e Sally McNamara ed è l’«Europa, città aperta» di Renzo Piano. Stefano