Lo scorso 20 febbraio è stata inaugurata al Museo Statale Ermitage la mostra “Nuovi misteri dei dipinti di Leonardo da Vinci”, che durerà fino al 19 maggio. Alla mostra sono esposti tre dipinti, due dei quali appartengono al Museo della Cultura Cristiana, la cui sezione italiana è stata costituita con la consulenza del professor Carlo Pedretti (1928 – 2018). Una particolarità della mostra è l’uso delle nuove tecnologie, inclusa la realtà virtuale.
Grazie al fatto che il quadro “Battaglia d’Anghiari” ha conservato la base lignea originale, è stato possibile effettuarne uno studio tecnologico completo. Si è scoperto che sotto lo strato attuale c’era l’immagine di un uomo seduto su una sedia. Una fotografia ai raggi infrarossi del dipinto ha rivelato anche un magistrale disegno preparatorio del gruppo centrale con correzioni e precisazioni. Quindi, secondo il dottor Luca Tomio (Milano), il quale ha preso parte alla mostra, ci sono tutte le ragioni per ritenere che è stata la “tavola” sperimentale” di Leonardo, proprio quella di cui scrisse un suo contemporaneo. Successivamente il dipinto, rimasto incompiuto, poteva essere completato da uno dei seguaci del maestro.
La monumentale “Madonna delle Rocce” è considerata la terza versione della composizione. Il dipinto di Pietroburgo è più vicino nei dettagli al dipinto di Parigi che a quello di Londra. Per altissima qualità di esecuzione delle figure del Bambino Gesù e dell’Angelo il quadro potrebbe essere attribuito a Leonardo. Possiamo quindi supporre che questo dipinto corrisponda a quello su cui verosimilmente lavorarono il maestro e i suoi allievi, secondo i documenti rinvenuti negli anni ’80, a Milano a partire dall’agosto 1508.
Un altro dipinto in mostra è l’“Angelo” della collezione dell’Ermitage, forse la stessa opera di Leonardo che Giorgio Vasari vide nella collezione di Cosimo I de’ Medici. Solo un importante lavoro di restauro e la liberazione dai vecchi strati potranno attribuire con certezza il quadro a Leonardo.
Lo studio di tutte e tre le opere è appena iniziato. I materiali relativi a questo importante studio sono stati pubblicati in un libro, stampato proprio in occasione della mostra. Si apre così una discussione su opere precedentemente sconosciute legate al nome di Leonardo da Vinci