Il cinquantennale della carriera di Annamaria Russo celebrato da una doppia mostra romana
Tra le mostre che, a Roma, hanno punteggiato la stagione espositiva invernale, merita un plauso per l’azzeccata originalità del percorso espositivo e degli allestimenti quella che la Direzione dei Musei statali della città di Roma ha dedicato ai cinquant’anni di carriera di Annamaria Russo Aruss.
La mostra: un percorso espositivo in due spazi museali
Nel dinamico progetto delle curatrici Matilde Amaturo, Giuseppina Di Monte e Valentina Filamingo, la mostra ha assunto l’andamento di un racconto in due capitoli ambientati nei due piccoli musei-gioiello Boncompagni Ludovisi e Hendrik Christian Andersen.
Per la sua attuale destinazione a centro di promozione delle Arti decorative, della Moda e del Costume, la casa-museo Boncompagni Ludovisi – delizioso villino primi ‘900 che un tempo fu la dimora romana di un ramo della famiglia di cui porta il nome – è apparsa lo spazio più idoneo a ospitare una delle più note produzioni di Annamaria Russo: i grandi e coloratissimi piatti in ceramica dipinta che l’artista ha realizzato ispirata dal ricordo infantile dei banchetti che, nella casa dei nonni, chiudevano i riti contadini della vendemmia e della mietitura.
Più narrativo e antologico il taglio invece impresso al secondo capitolo della mostra, visibile sino a domenica 17 marzo presso il Museo Hendrik Christian Andersen. L’appassionata avventura artistica di Annamaria Russo si snoda lungo i tre piani della singolare “palazzina con annesso studio di scultura” fatta edificare negli anni ’20 dallo scultore americano H.C. Andersen partendo dai ritratti e dalle nature morte dei primi anni ’70 e conducendo il visitatore sino alla suggestiva produzione degli anni 2000: collages realizzati con carte da parati recuperate da case anni ’60 e avveniristiche strutture in plexiglass, uno dei suoi materiali d’elezione.
L’artista: il lungo viaggio di Annamaria Russo attraverso il tempo e la materia
Claudio Strinati, Anna Mattirolo, Sandra Pinto, Anna Imponente, Claudia Terenzi, Marcella Cossu, Selene Sconci, Rossella Siligato, Antonella Fusco, Alberta Campitelli, Mariastella Margozzi e Rossana Bossaglia sono solo alcuni dei tanti e importanti critici e storici dell’arte che, nel corso della sua pluricinquantennale carriera, hanno commentato la ricerca artistica di Annamaria Russo. Nel flusso delle opinioni critiche, unanime è la tendenza a considerare l’artista protagonista di un appassionato viaggio di esplorazione attraverso la materia e il tempo, quello della sua personale vicenda esistenziale e, soprattutto, quello della millenaria tradizione dell’arte.
Le sue opere dalla grafia modernissima, realizzate manipolando i materiali più disparati, si pongono in relazione di continuità con una tradizione mai pedissequamente citata ma piuttosto inseguita e interiorizzata come elemento propulsore di una sua personale ricerca: “In Aruss – scrive Mariastella Margozzi nel suo contributo critico in catalogo – modernità e antichità si sono sempre fuse. L’antichità è il ricordo delle origini dell’arte, la modernità è l’essere nel proprio tempo interprete di una sensibilità che non ignora quelle origini, ma le rivendica come propria ancestrale dimora”.
Dagli anni ’60 del ‘900 agli anni ’20 del 2000, la sperimentata manualità di Aruss ha prodotto il sorprendente campionario delle opere in esposizione: grandi piatti di ceramica policroma dalle caleidoscopiche combinazioni cromatiche, mosaici costruiti con tessere di pregiati cartoni pressati, collages realizzati con carte da parati strappate dalle pareti di vecchie case dismesse, lastre di plexiglass utilizzate per realizzare variopinte composizioni bidimensionali – la versione futurista degli antichi commessi marmorei – e avveniristiche sculture a tutto tondo. Nel costante contrappunto tra tecniche e materiali antichi e moderni, la ricerca di Annamaria Russo trova quella cifra di peculiare godibilità che è anche la cifra della mostra allestita nelle sale dei due musei gioiello che l’hanno ospitata con meritato successo.
“Annamaria Russo ARUSS … Attraverso il tempo”
Visibile sino a domenica 17 marzo 2024
Museo Hendrik Christian Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini, 20 – 00196 Roma
Aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 9.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso ore 18.45)
Tel: +39 06 3219089