L’artista britannico Damien Hirst (Bristol, 1965) è il primo dei suoi «colleghi» a rilevare Château La Coste, dal 2004 di proprietà dell’irlandese Patrick McKillen, magnate immobiliare amante dell’arte e collezionista erudito. La tenuta vinicola del celebre castello è sita nel sud-est della Francia, tra Aix-en-Provence, città natale del post-impressionista Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 1839 – Aix-en-Provence, 1906), e il Parco nazionale del Luberon.
Duecento ettari di campi di ulivi e filari di viti, immersi nel cuore della Provenza, circondano i padiglioni e le gallerie espositive progettate da architetti del calibro di Tadao Ando (1941), Frank Gehry (1929), Oscar Niemeyer (1907-2012), Renzo Piano (1937) e Richard Rogers (1933-2021). Venerdì 1° marzo 2024, l’autore del prezioso e noto teschio intitolato «For the Love of God», ha acquisito la totalità degli spazi della proprietà, con più di novanta opere, comprensive di dipinti e sculture, alcune delle quali precedentemente inedite. La mostra «The Light That Shines» ovvero «La luce che splende», in programma dal 2 marzo al 23 giugno 2024, presenta opere dall’archivio dell’artista di Bristol, dalle serie più conosciute a opere mai esposte prima.
Si tratta in particolare i lavori della serie intitolata «Storia naturale», esposti nel padiglione di Renzo Piano. Della collezione fanno parte numerose specie animali, frazionate e costrette in spazi angusti. Tra questi, figura uno squalo a grandezza naturale imprigionato in una vasca di formaldeide, che ha contribuito negli anni ’90 alla notorietà dell’artista, allora emblema del movimento «Young British Artists», oggi tra i più quotati al mondo. La storia naturale viene evocata anche nelle sculture, in vetro o bronzo, delle serie «Satelliti» e «Meteoriti», riferimenti alla fascinazione dell’artista contemporaneo per la scienza e il cosmo, del quale ha cercato di emulare e restituire la bellezza in un insieme dipinti inediti che evocano le stelle e le galassie.
I Cosmos Paintings sono ispirati a immagini realizzate dal telescopio spaziale Hubble, dipingendo alcune tele di nero e ricoprendole di vernice. Nelle sculture Satellites, invece, sono evocati i calchi in bronzo delle cere di Degas; mentre i Meteorites, sculture in bronzo, ricordano i ritrovamenti conservati nei musei di storia naturale. Patrimonio, archeologia e fondali marini non saranno esclusi dalle sculture e dalle light box della mostra, già precedentemente realizzata dall’artista visivo nel 2017 a Venezia, a Punta della Dogana e Palazzo Grassi. La collezione, che prende il nome «Treasures from the Wreck of the Unbelievable» ovvero «Tesori del relitto dell’incredibile» include la donna sdraiata scolpita nel marmo rosa e le teste di medusa, ora entrambe esposte nell’Auditorium Oscar Niemeyer. Lo stile ricalca la statuaria antica e classicheggiante, come se fossero realmente relitti ripescati da epoche passate. L’opera più recente di Damien Hirst «The Secret Garden Paintings» incarna la primavera, comprendendo tele rappresentanti fiori vibranti dai colori vivaci esposte nella Galleria Bastide. Nella Galleria Richard Rogers saranno mostrati per la prima volta una serie di dipinti inediti al grande pubblico intitolati «The Empress Paintings» dalle donne di potere che hanno segnato la storia. Le opere riproducono forme caleidoscopiche composte utilizzando ali di farfalla, rosse e nere, dalle restituzioni ipnotiche. A coronamento del percorso espositivo, una selezione di sculture a cielo aperto, tra il Padiglione della Musica di Frank Gehry e il Centro d’Arte di Tadao Ando.
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