Nel dialogo tra uomo e macchina, si apre una finestra sul futuro della nostra società: è questo il tema dello spettacolo Una isla della pluripremiata compagnia Agrupación Señor Serrano che ha presentato l’ultimo lavoro nell’ambito del festival Fog 2024 alla Triennale di Milano.
Una produzione che esplora il rapporto tra l’essere umano e l’intelligenza artificiale, aprendo una finestra sul possibile futuro della nostra società. Attraverso un processo creativo che coinvolge l’utilizzo di Intelligenza Artificiale (IA), i registi Pau Palacios e Alex Serrano hanno portato sul palco una riflessione sugli effetti sociali della tecnologia e sulle possibili interazioni tra esseri umani e gli agenti artificiali.
Lo spettacolo si apre con l’immagine di un’isola, un luogo simbolico che rappresenta sia un rifugio sicuro che un’esperienza di isolamento e reclusione. Uno degli aspetti più innovativi di “Una isla” è l’utilizzo della tecnologia per la creazione dei personaggi e della trama. Attraverso una chat con l’IA, gli autori hanno delineato le caratteristiche dell’isola e dei suoi abitanti, dando vita a una serie di gruppi umani con movimenti e comportamenti distinti. Questa interazione tra creatività umana e intelligenza artificiale si traduce in uno spettacolo che si muove tra contraddizioni e suggestioni.
La scena è animata da creature nate da questo strano connubio umano-tecnologico, che si manifestano attraverso video, suoni e effetti speciali. Nel corso dello spettacolo, emergono diverse interpretazioni e reazioni da parte del pubblico in risposta alla proposta artistica. Alcuni spettatori sono disorientati o inquietati, altri sono divertiti, altri ancora risentiti: l’opera riesce a far parlare di sé.
“Una Isla” si configura come un esperimento, giocando con altri linguaggi artistici come la danza, testa le possibilità e i limiti delle intelligenze umana e artificiale. Osserviamo così elementi che potrebbero sembrare convenzionali, come l’equivalenza tra teatro e monologo o il ricorso al topos del naufrago, che potrebbe apparire come un cliché ma ciò che si dispiega sul palco è il risultato dell’accordo creativo tra le due intelligenze coinvolte.