Fishphonics: Accelerando (2024) è una scultura che orchestra elementi organici e artificiali in un sistema di acquari e strumenti musicali. Il sistema scultoreo sfiderà la nostra fantasia antropocentrica di dominio sul corso della natura esplorando se i movimenti imprevedibili dei pesci possano formare una sincronicità musicale. Il tutto è presentato da MATTA, a Milano, in Corso Sempione 33.
Proiettati dall’alto, fasci di luce penetrano nell’acqua e raggiungono sensori fotorecettori sul fondo dei due acquari, delineando un campo di assi verticali. Attraversandoli, i piccoli pesci tropicali proiettano ombre sui sensori che attivano xilofoni, metallofoni e tamburelli tramite microcontrollori. Le posizioni e i movimenti dei pesci vengono tradotti in note musicali, generando composizioni aleatorie che alternano stati armonici e caotici, giustapponendo il sentimento malinconico dei suoni con l’umorismo degli autori inconsapevoli della performance.
Caotico e ordinato, analogico e digitale, rumore e silenzio si mescolano tra loro, generando un sistema autonomo, autosufficiente. Affidare la composizione musicale ai pesci è anche un modo per contrastare le fantasie antropocentriche e le gerarchie tra le specie, riconfigurando il legame con il mondo naturale e respingendo qualsiasi opposizione con gli elementi artificiali.
Come nel regno del gioco o dell’esperimento, il sistema opera entro i limiti di regole in parte arbitrarie. La scelta degli strumenti e dei pesci, le dimensioni degli acquari, l’orchestrazione degli spazi determinano le condizioni di possibilità di una composizione aleatoria. L’intero sistema è disposto in modo funzionale, logico, concreto, ma allo stesso tempo è permeato dalla percezione, simultaneamente illusoria e reale, che i pesci stiano suonando. Il titolo si riferisce al ritmo musicale che, potenzialmente, aumenterà se i pesci cresceranno di dimensioni o se la popolazione si moltiplicherà durante l’esposizione – come un accelerando lento.
L’opera può essere vista attraverso una lente di umorismo e assurdità, dove il familiare, i materiali e le relazioni vengono sovvertiti. Qui, i pesci non sono il ‘materiale’, invece gli viene passato il testimone. Di conseguenza, l’installazione diventa autonoma dal visitatore, che è principalmente uno spettatore. Il sistema continua a vivere e funzionare indipendentemente dalla presenza delle persone, basandosi sui ritmi circadiani dei pesci e sui bisogni biologici che non riguardano gli umani. Invece, noi come spettatori al di fuori degli acquari di vetro, abbiamo l’opportunità di ampliare i nostri sensi e la nostra comprensione ascoltando i movimenti dei pesci.