È ispirato all’articolo 3 della Costituzione Italiana, che dichiara l’intenzione di promuovere il “pieno sviluppo della persona umana, al di là di ogni differenza relativa a sesso, razza, lingua, religione, opinione politica, condizioni personali o sociali”.
Ma il 3, il numero perfetto, rappresenta anche i luoghi dove Sistema3 opererà: una ex fornace a Murano, probabilmente la più celebre delle isole della laguna veneta, i cui spazi in attesa di restauro sorgono a due passi dal centro storico; Villa Albrizzi Marini a San Zenone degli Ezzellini, dimora già esistente nel 1500 che già ospitò anche una Congregazione di Padri Armeni e che oggi – grazie ad un lavoro di recupero e di “capitale umano” – ha riportato la vita tra le sale abbandonate offrendo spazi a start-up e ponendosi come un unicum nei percorsi turistici della zona e, infine, Alvisopoli “città ideale” creata nel 1800 dal conte veneziano Alvise Mocenigo che volle immaginare un borgo completamente autosufficiente nella produzione agricola ma anche nelle attività industriali legate al ramo tessile. Un luogo lontano dal tempo, ma oggetto di un restauro generale avvenuto nel 2017 che oggi aspetta di riaprire le sue porte.
Con queste premesse Sistema3 vuole immaginarsi come “un sistema condiviso, un insieme di organi che si scambiano costantemente informazioni, dati e risorse, interfacciando realtà ed esperienze che si sono già dimostrate funzionali a pratiche di sperimentazione legate alla sostenibilità sociale, economica e ambientale”.
Innescatori di questa nuova sfida, in stretto dialogo con il team che ridato vita a Villa Albrizzi Marini è il duo Penzo+Fiore, Art Directors di Sistema3, insieme a Martiros Gevorgyan, imprenditore e CEO di Rockdrop, ideatore di Villa Works, la nuova identità di Villa Albrizzi; Thea Durin, Cultural Manager e referente di Villa Albrizzi Marini e Nicola Angelillis, Project & Communication Manager.
Ma ora, che forma dare a questo Sistema nascente? Il primo passo è “Ante Litteram”, una mostra collettiva organizzata da Penzo+Fiore negli spazi di VAM Gallery, a Villa Albrizzi, che trasformerà anche gli artisti partecipanti in giurati chiamati a scegliere due progetti, sui dieci selezionati, del bando “Arcipelaghi”.
Penzo+Fiore hanno immaginato un percorso che sia “un incitamento a cogliere le possibilità, a forgiare non solo il prodotto finale, ma anche gli atteggiamenti, i riconoscimenti che sono dovuti a ciascuno nell’atto di dare forma alla propria esistenza”, e ancora, dichiarano: “Abbiamo voluto creare un presupposto espositivo che facesse tesoro dello sguardo degli artisti con cui abbiamo più volte messo in atto pratiche di apprendimento collettivo. Una piccola comunità, una ramificazione che si sovrappone ad un contesto di radici. Un orizzonte complesso chiamato a muovere l’inconscio di un collettivo che intendiamo come seme germinativo”.
Ed ecco allora il preludio, ovvero quell’ “Ante Litteram” che debutta il prossimo 23 marzo, con le opere di Benedetta Panisson, Rebecca Agnes, Michele Tajariol, Alvise Bittente, Nico Angiuli, Sandra Hauser, Alessandro Sambini, Andrea Contin, Isabella Pers, Tiziana Pers, Barbara Fragogna, Gino Blanc e Penzo+Fiore. Una mostra variegata che funga da atto propiziatorio per un nuovo inizio, dove co-abitano videoinstallazioni e opere in vetro, parei da indossare e brevetti che hanno dalla loro un approccio oltre che collettivo anche fortemente politico, una serie di “ritratti” sotto diverse forme che raccontano della vita della città di Venezia, della disumanizzazione delle relazioni uomo-animale e del dualismo esotismo-erotismo, e poi pitture e fotografie a relazionarsi con i temi del paesaggio, con le relazioni ai conflitti e la storia di un’area geografica italiana (quella del Triveneto, appunto) che ancora ricorda le ferite e le divisioni del Novecento…