Venezia, Ca’ Pesaro (androne), dal 17 maggio 2024 un atteso ritorno, quello di Cecilia: il primo pianoforte pubblico ad essere entrato in uno spazio museale italiano, ospitato nell’androne di Ca’Pesaro dal 2016, liberamente a disposizione di cittadini e visitatori, danneggiato dall’eccezionale acqua alta del 2019. Dopo la riapertura di bookshop, caffetteria e biglietteria, restituite al pubblico con un aspetto rinnovato, è quindi la volta del ritorno in scena di Cecilia; ancora una volta, grazie a Sofia Taliani e alla sua Slow music… a lifestyle!
Per festeggiare il suo arrivo, l’androne della Galleria d’Arte Moderna di Venezia risuonerà di musica per tutta la giornata, grazie alla partecipazione di musicisti d’eccezione: tra questi la stessa Sofia Taliani, Claudia Graziadei, Jakob Kovacic e Ingrid Marsoner. Battezzato con il nome della Santa protettrice della musica e dei musicisti, lo strumento venne donato nel 2016 da Sofia Taliani attraverso il progetto United Street Pianos, iniziativa ispirata a Play Me, I’m Yours di Luke Jerrama, che prevede la collocazione di pianoforti da strada in spazi pubblici e che già aveva portato in città Lucy presso la Ferrovia e Giovanni e Paolo all’Ospedale Civile.
Omaggio a Ennio Finzi
Venezia, Ca’ Pesaro (I piano), dal 17 maggio al 6 ottobre 2024
A cura di Elisabetta Barisoni, Michele Beraldo
Ca’ Pesaro prosegue la sua attività di valorizzazione degli artisti della collezione permanente con un autore tra i più radicali del Novecento italiano. Con la sua pittura irrituale – così definita dal critico Luciano Caramel – Finzi è stato in grado di fondare la sua ricerca sui valori atonali e timbrici del colore e sul suono che questo produce, sostenendo la tesi che la percezione del colore avvenga in egual misura attraverso vista e udito. Negli anni Cinquanta l’indagine dell’artista veneziano si concentra, inoltre, sulle strutture intrinseche della forma e sono proprio alcune delle opere più significative di questa ricerca protagoniste a Ca’ Pesaro sino al 6 ottobre: Scale cromatiche e Ritmi vibrazione, Bianco su bianco e Grigio su grigio.
Ennio Finzi (Venezia, 16 marzo 1931) è considerato uno dei maggiori esponenti della Pittura Cristica e dell’Espressionismo Astratto. Sin da giovane vicino al movimento pittorico dello Spazialismo, e con esso a Tancredi Parmeggiani, inizia a lavorare in concomitanza di maestri del calibro di Virgilio Guidi o Emilio Vedova; fu sempre Parmeggiani a introdurlo alla collezionista Peggy Guggenheim. Gli anni Cinquanta sono caratterizzati per Finzi dalla ricerca sull’uso del colore e degli effetti distonici e atonali, proseguendo parallelamente lo studio sulle nuove correnti musicali, come l’atonalismo schoenberghiano e il “be bop” del jazz afroamericano. Negli anni Sessanta e Settanta, Finzi prende le distanze dai cromatismi che avevano caratterizzato il periodo giovanile ed elabora una Non-Pittura in bianco e nero, basata sulla combinazione dei ritmi e vicina all’Arte Cinetica.
Il 1978 detta il ritorno al colore, per virare successivamente a metà degli anni Ottanta verso un utilizzo del colore per “riaffioramento”, ispirato anche alla musica di Luigi Nono.
Partecipa nel 1986 alla Biennale di Venezia, ottenendo risarcimenti in Italia e all’estero. Tra le più importanti si ricordano l’antologica presso la Galleria Bevilacqua La Masa e l’importante retrospettiva allestita tra Roma e Spoleto nel 2002 dal titolo Ennio Finzi, Venezia e le avanguardie del dopoguerra.