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Il corpo dell’IA. Da Cannes Immersive, intervista a Dorotea Saykaly ed Emil Dam Seidel

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A Cannes Immersive Dorotea Saykaly ed Emil Dam Seidel provano a dare un corpo all’intelligenza artificiale

Telos I è un ologramma. I due artisti che l’hanno creato, e che, assicurano, ne stanno sperimentando diverse variazioni, si sono ispirati a una discussione realmente avvenuta tra chatbot. A un certo punto una delle due parti chiede all’altra se gli piacerebbe avere un corpo. Il chatbot si inceppa, perché non ha risposte nei dati assimilati, né l’algoritmo è in grado di generarne.

Dorotea Saykaly ed Emil Dam Seidel hanno donato un corpo a quella intelligenza artificiale, un corpo rinchiuso in una piramide specchiata che osservata in determinate prospettive suggerisce una quinta dimensione o il tesseract.

È un progetto concettuale, filosofico e futuristico. Nella stanza buia dove è possibile osservare questo corpo immateriale, un eco basato su un algoritmo mantiene lo spettatore sospeso nel tempo e nello spazio.

Andiamo incontro ad un’era sempre più basata sull’immateriale – commenta Dam Seidel – l’intelligenza artificiale in futuro avrà un corpo? Quale sarà la sua forma? Noi ce lo siamo immaginato così”.
Telos I – aggiunge Saykal – è solo un primo passo verso l’esplorazione del corpo dell’AI, cambieremo dimensioni e rapporti tra le grandezze. Pensiamo a tanti episodi che possano rappresentare non solo l’evoluzione del progetto iniziale, ma anche soluzioni diverse al problema iniziale e cioè come rappresentare il corpo dell’Intelligenza Artificiale”.

Guardate l’intervista con i due autori per scoprire tutti i dettagli sulla genesi del progetto.

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