La grande sede della Galleria Bonelli a Canneto sull’Oglio riprende l’attività espositiva con una mostra “letteraria” di dodici giovani pittori
“Il desiderio è quello di rilanciare lo spazio attraverso una serie di iniziative di carattere nazionale, che attraggano qui collezionisti, appassionati e curiosi delle quattro province delle quali Canneto è un po’ il fulcro, Parma, Mantova, cremona e Brescia”. Con queste parole il gallerista Giovanni Bonelli annuncia la mostra con la quale riprende l’attività espositiva di BonelliLAB a Canneto sull’Oglio, spazio di dimensioni museali storicamente dedicato all’arte contemporanea. Una ripartenza celebrata con una mostra di carattere museale, titolo “Le diable au corps”, curata da Daniele Capra e Massimo Mattioli.
“Lo spazio è molto ampio, e questo consentirà di ospitare rassegna significative e strutturate”, aggiunge Bonelli. “Canneto sull’Oglio è il paese in cui sono nato, nel quale vive la mia famiglia, e dove ho vissuto gran parte della mia vita prima di spostare la mia attività a Milano. Circa 18 anni fa, con mio padre, cercavamo uno spazio vicino alla sede della nostra attività, che allora era a Mantova, e trovammo nel nostro paese questo grande spazio, una porzione di una vecchia fabbrica di bambole che per decenni è stata il motore pulsante della comunità, dando lavoro a centinaia di persone, un vero e proprio simbolo della società di questo luogo. Con grandi sacrifici decidemmo di acquisirlo, e iniziammo un’attività espositiva che si interruppe solo quando io mi spostai a Milano, restando attivo nel settore dell’arte moderna, seguita da mio padre, e come magazzino“.
Tornare alle origini
“Questa prima mostra è quindi molto importante perché segna un nuovo inizio e il desiderio di tornare per certi versi alle origini”, riprende il gallerista, “contribuendo anche a valorizzare questo territorio che ha grandi risorse sul piano delle bellezze naturali, dell’ospitalità e delle eccellenze enogastronomiche”. Programmata dal 26 maggio al 28 luglio, l’esposizione presenta oltre cinquanta opere di dodici dei più significativi pittori della scena italiana nati negli anni Ottanta e Novanta. Chiamati a prendere ispirazione dall’omonimo romanzo di Raymond Radiguet, che narra di una relazione proibita nel corso della Prima guerra mondiale fra due giovanissimi amanti, uno svogliato studente liceale e una donna sposata, moglie di un soldato in guerra.
“Le diable au corps” riunisce quindi i lavori di Sabrina Annaloro, Romina Bassu, Nicolò Bruno, Chiara Calore, Giulio Catelli, Nebojša Despotović, Olga Lepri, Paolo Pretolani, Adelisa Selimbašić, Davide Serpetti, Flaminia Veronesi e Maria Giovanna Zanella, nella quasi totalità realizzati appositamente per la mostra. “Il progetto sonda il corpo che desidera e crea desiderio nel suo portato formale, espressivo, psicologico e simbolico, ma anche nelle sue molteplici valenze narrative, sensuali e metamorfiche”, scrive Daniele Capra nel testo che comparirà sul catalogo di prossima pubblicazione. “Il desiderio dell’Altro è nelle opere di questi artisti un’esplorazione delle differenze individuali, della complessità che si dipana in forme e modalità diverse, sia contrastanti che inaspettatamente amalgamate”.
Corpo desiderante e desiderato
La mostra sonda dal punto di vista formale, espressivo, psicologico e simbolico, il corpo desiderante e desiderato, capace di generare immagini, sogni e voglie conturbanti: nella liberatoria intimità delle opere di Romina Bassu e nella delicata provocazione della pelle che appena si sfiora di Adelisa Selimbašić; nella dolce malinconia dei ragazzi ritratti da Giulio Catelli e negli abbracci degli amanti prima di lasciarsi per sempre di Olga Lepri; nei dettagli erotici che profumano di fiori di Paolo Pretolani e nei riti amorosi collettivi che guardano a Oriente di Sabrina Annaloro.
E ancora nelle mani smaniose di toccarsi di Flaminia Veronesi e nell’imperturbabile distanza delle icone di Davide Serpetti; negli uomini soli e sospesi di Nicolò Bruno e negli sguardi tormentati e intimamente inquieti delle persone di Nebojša Despotović; nell’incontenibile accostamento di micronarrazioni di Chiara Calore e nella carne straripante e orgiastica di Maria Giovanna Zanella; nel silenzio della pittura che si aggruma nella materia e nella carica erotica nascosta negli occhi di chi guarda.
“Per questa generazione di ragazzi lo shock del Covid ha avuto un impatto ben maggiore di quel che si pensi”, osserva Massimo Mattioli nel suo contributo critico. “E in questi pittori ha prodotto una sorta di azzeramento, alla fine virtuoso: nessun riferimento univoco al passato, l’assenza di un ‘centro’ nelle composizioni, un melting pot creativo affatto nuovo, che supera le categorie di astratto, figurativo, narrativo, simbolista… Riescono a parlare di temi attuali senza essere narrativi, con grazia mascherata a volte da brutalità”. A conclusione del percorso espositivo, nella penombra di una dark room, una selezione di lavori su carta dal carattere più libero rimarca gli aspetti più intimi della relazione amorosa.
Le diable au corps
Sabrina Annaloro, Romina Bassu, Nicolò Bruno, Chiara Calore, Giulio Catelli, Nebojša Despotović, Olga Lepri, Paolo Pretolani, Adelisa Selimbašić, Davide Serpetti, Flaminia Veronesi, Maria Giovanna Zanella
A cura di Daniele Capra, Massimo Mattioli
BonelliLAB
Via Cavour 29, Canneto Sull’Oglio (MN)
Dal 26 maggio al 28 luglio 2024
Inaugurazione: sabato 25 maggio, ore 18
Orari martedi-sabato 10-12.30, 16-19. Festivi su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo con testi critici di Daniele Capra e Massimo Mattioli
www.galleriagiovannibonelli.com