Nell’intervista che potete leggere qui sotto Barbara Corti, Partner & Senior Director di Hauser & Wirth, ci ha raccontato la mostra “Philip Guston. Singularities”, che inaugura oggi a Zurigo, al secondo piano della sede di Hauser & Wirth in Limmatstrasse e sarà visitabile fino al 7 settembre.
L’evento espositivo è stato realizzato in collaborazione con Musa Mayer, figlia dell’artista e presidente della Philip Guston Foundation, in occasione dello Zurich art Weekend (ve ne avevamo parlato qui). Il percorso espositivo «presenta lavori noti accanto a opere mai esposte prima che esplorano i motivi liberati e le forme istintuali emerse nelle ultime opere di Guston, che hanno continuato a evolversi fino alla sua morte nel 1980».
Domani, 8 giugno, nella sede della casa editrice Hauser & Wirth a Zurigo, Musa Mayer offrirà una lettura di brani tatti dalla nuova edizione del volume “Philip Guston. Night Studio”, un libro di memorie sulla vita e l’eredità del padre, realizzato in collaborazione con la galleria.
Quando Hauser & Wirth ha iniziato a rappresentare Philip Guston? Come è iniziata la collaborazione con la Fondazione Guston per la mostra “Singularities”?
Barbara Corti: «Hauser & Wirth ha iniziato a collaborare con la proprietà e la Fondazione Philip Guston nel 2015. Da allora, abbiamo presentato 8 mostre e prodotto 5 pubblicazioni sull’artista sui diversi periodi della sua carriera. Il nostro primo progetto insieme, nel 2016 a New York, “Philip Guston, Painter. 1957-1967”, ha posto le basi per comprendere il passaggio dall’astrazione alla figurazione, un’area rimasta sottovalutata nella storia dell’arte. Abbiamo voluto mostrare la traiettoria della carriera di Guston, da dove veniva e dove stava andando. Questo è un aspetto importante della nostra attuale mostra a Zurigo, “Singularities”, che pone alcune opere mai esposte prima, risalenti all’ultimo decennio della sua carriera, accanto a dipinti importanti. La mostra segue l’acclamata retrospettiva del suo lavoro alla Tate Modern di Londra, al Museum of Fine Arts di Boston, alla National Gallery of Art di Washington e al Museum of Fine Arts di Houston, che ha permesso a un vasto pubblico di scoprirne e riscoprirne l’opera.
È un onore per la galleria lavorare nuovamente a stretto contatto con la figlia di Guston, Musa Mayer, per questa mostra. Da quando rappresentiamo l’eredità di Guston, abbiamo lavorato con Mayer per garantire una comprensione profonda e ricca di sfumature della figura di Guston, delle sue opere e dei suoi scritti, e per far sì che la sua storia continui a essere condivisa.
L’anno scorso abbiamo lavorato a stretto contatto su una nuova edizione di “Philip Guston. Night Studio”, un libro di memorie di Musa Mayer sulla vita e l’eredità del padre.
In occasione dello Zurich Art Weekend 2024, Musa Mayer terrà una lettura di questo libro di memorie sabato 8 giugno presso la sede della casa editrice Hauser & Wirth a Zurigo. Lavoriamo sempre a lungo termine con gli Estates e adottiamo un approccio altamente individuale al loro lascito, ponendo una forte enfasi sulla ricerca con dipartimenti di ricerca esperti e con il nostro braccio editoriale, Hauser & Wirth Publishers».
Nella mostra “Singularities” verrà presentato per la prima volta un gruppo di opere inedite. Quali sono le loro caratteristiche più essenziali?
«Guston è davvero un “pittore di pittori” e queste opere ci offrono una visione più approfondita del suo approccio rivoluzionario al medium in un momento in cui l’artista si era affermato come uno dei principali pittori dell’Espressionismo astratto. Oggi tutti consideriamo le sue opere più tarde come visionarie, ma all’epoca il suo ormai celebre ritorno alla figurazione fu frainteso, nonostante la sua posizione di artista profondamente radicato nella sua epoca. Questa percezione è cambiata completamente negli ultimi dieci anni, grazie a una maggiore attenzione da parte dei curatori e della ricerca accademica, per cui ci sembra il momento giusto per concentrarsi su questo corpus di opere.
“Singularities” esamina l’immaginario strano e liberato che Guston esplorò negli ultimi dieci anni della sua carriera. Le opere inedite in mostra svelano motivi unici e meno conosciuti di questo periodo, come ad esempio le ruote e persino forme simili a lumache. I lavori presenti nel percorso espostivo evidenziano la profondità, la complessità e la visione singolare dell’iconografia tarda di Guston, emersa dalla psiche dell’artista sulla tela durante questo periodo. Musa Mayer scrive: “Quando gli veniva chiesto, Guston evitava di interpretare i simboli iconici che apparivano nei suoi dipinti. Rispondeva che anche lui era profondamente affascinato da queste forme inspiegabili, da queste singolarità“. Questo emerege nache dalle parole di Guston stesso: “Se parlo di avere un soggetto da dipingere”, scriveva, “intendo dire che c’è un luogo dimenticato di esseri e cose, che devo ricordare. Voglio vedere questo luogo”».
Questa mostra si apre all’inizio di settimane molto dense per il sistema dell’arte contemporanea e anche per Hauser &Wirth: il fine settimana dell’arte di Zurigo e subito dopo la settimana dell’arte contemporanea a Basilea, con Art Basel e anche l’apertura del nuovo spazio della galleria a Basilea. Cosa rappresenta questo periodo per Hauser &Wirth e per il suo rapporto con la Svizzera, Paese in cui la galleria è stata fondata nel 1992?
«In quanto galleria fondata in Svizzera, Hauser & Wirth ha oltre 30 anni di legame con questo Paese e queste radici rimangono importanti per noi. Apparteniamo e contribuiamo alla vivace comunità artistica di questo Paese e, con l’apertura della galleria di Basilea, riaffermiamo il nostro impegno. Sotto la guida di Carlo Knöll, il nostro primo spazio espositivo permanente a Basilea apre con “Vilhelm Hammershøi. Silence“, la prima mostra personale di questo artista in Svizzera, proprio nel centro storico della città, in Luftgässlein 4, vicino al Kunstmuseum».