Stagione all’insegna della “Follia” quella del Teatro Nazionale di Genova che lunedì 10 giugno è stata presentata nel grande salone del Palazzo della Borsa del capoluogo ligure. “È una follia continuare a essere qui a fare arte, che è quella cosa che fanno solo i pazzi meravigliosi, continuando a credere che attraverso l’arte si può creare un mondo migliore” ha detto il direttore del teatro Davide Livermore, folle anche nel suo abbigliamento dalla sfolgorante camicia variopinta sulla quale spicca una cravatta di raso nera.
E “folle” quindi il cartellone che comprende 70 spettacoli di cui 18 produzioni che vanno da Shakespeare a David Bowie, da Edipo alla stand-up comedy, da Pirandello a Neil Simon. Una stagione che si preannuncia più che mai ricca di idee e proposte atte ad accendere emozioni, riflessioni e divertimento, con un un ampio sguardo sul mondo, con collaborazioni con le principali realtà teatrali, ma che dà anche grande spazio alle voci femminili, e investe sulle giovani compagnie.
Una stagione forte di oltre 8 mila abbonati e 120 mila biglietti staccati, 404 alzate di sipario, e che aprirà il 12 ottobre con una cosa che non è mai stata fatta in Europa (e forse nel mondo). “La nostra apertura è un’esperienza unica al mondo – ha affermato Livermore – In quanto apriremo insieme al Carlo Felice, la stessa sera nello stesso teatroe con lo stesso titolo: Giro di vite di Henry James che nella prima parta andrà in scena in prosa e nella seconda vedrà l’opera di Benjamin Britten”. Il capolavoro di James sarà in un inedito adattamento in prosa firmato da Carlo Sciaccaluga e si proseguirà con la straordinaria opera omonima di Britten, che manca da Genova dal 1978.
“Due eccellenze si mettono insieme, due teatri che si parlano per raccontare una storia che è un immersione nel dolore e nell’infanzia – ha aggiunto Andrea Porcheddu, dal 2021 è Dramaturg del Teatro Nazionale di Genova – Abbiamo un cast bellissimo sia nella prosa che nell’opera“. E infatti fra i protagonisti dello spettacolo in prosa troviamo Linda Gennari, Gaia Aprea, Aleph Viola, mentre la direzione dell’opera musicale sarà affidata a Riccardo Minasi. “Quest’inaugurazione di stagione in musica e in prosa – ha detto Livermore – è mossa dal desiderio profondo di raccontare all’Italia che opera e prosa possono trovarsi, crescere assieme“.
Carlo Sciaccaluga sarà anche il regista di uno spettacolo di particolare significato per il teatro genovese e per lui in particolare: il 25 marzo metterà in scena Equus di Peter Shaffer, il lavoro che cinquant’anni fa consacrò il talento registico del padre Marco allora appena ventiduenne. Un passaggio di testimone davvero interessante. Fra le altre produzioni del Nazionale, nella prima parte di stagione si segnalano Roberto Zucco di Bernard-Marie Koltès, regia di Giorgina Pin (Teatro Modena, dal 30 ottobre); La traiettoria calante di e con Pietro Giannini, dedicato al crollo del Ponte Morandi (Sala Mercato dal 26 novembre); Chi ha ucciso Adriana Lecouvreur? di e con Elisabetta Pozzi, nel centenario di Eleonora Duse (Teatro Modena dal 17 dicembre). Un lavoro che la vede a fianco degli allievi della Scuola di recitazione che dirige: “La scuola sta cooperando con gli attori già affermati – ha detto la Pozzi – questo fa sì che i ragazzi si confrontino subito con i professionisti imparando senza dubbio da loro non solo la tecnica ma l’esperienza del bellissimo mestiere che è quello dell’attore”. La Pozzi sarà anche l’interprete con Mariangela D’Abbraccio e Laura Marinoni di Un perdente di successo dedicato a Giorgio Albertazzi nel centenario della nascita (Teatro Ivo Chiesa, 4 novembre).
Ampio spazio come già accennato verrà dato al teatro comico al femminile e non mancherà neanche la danza con lo spettacolo Graces, di e con Silvia Gribaudi, che nel 2019 è arrivato finalista al Premio Rete Critica e vince il Premio Danza&Danza come produzione italiana dell’anno (18 febbraio, Teatro Duse). Non troveremo la musica solo nello spettacolo di apertura, ma sarà presente con il ritorno de La buona novella, per la regia di Gallione con Neri Marcorè (8-9 febbraio al Teatro Modena); l’opera rock Lazarus di David Bowie e Enda Walsh (30 aprile-3 maggio al Teatro Ivo Chiesa) e il tradizionale Acoustic Night di Beppe Gambetta e friends arrivato alla sua 25esima edizione (15-17 maggio al Teatro Ivo Chiesa), che chiuderà la stagione.
Livermore ha concluso la conferenza con un’esaltazione di tutti i mestieri che ci sono in teatro, che sono tutti fondamentali ed importantissimi. Mestieri che sono gli stessi da 2500 anni e che vanno tutti rispettati: dall’attrezzista, al macchinista, al tecnico delle luci. Insomma, il teatro è una grande macchina che va avanti se ognuno ci mette del suo come in una grande famiglia. E a Genova questa grossa macchina sembra funzionare molto bene.