Dedicata al mondo dell’arte WUF è pensata come un dispositivo contemporaneo di connessione tra giornalisti e protagonisti dello scenario artistico e ha debuttato con uno speciale appuntamento e due intense giornate di attività martedì 11 e mercoledì 12 giugno 2024. La nuova organizzazione WUF (We Understand the Future) è dedicata a connettere voci creative e valorizzare progetti artistici emergenti attraverso un approccio guidato dall’arte e dalla tecnologia. L’edizione inaugurale prende vita con un evento esclusivo per la stampa realizzato negli spazi dell’iconico Bar Rouge, con la partnership di ArtsLife e de La Lettura de Il Corriere della Sera.
La parola ai protagonisti: GIANLUIGI COLIN
Il futuro non si costruisce se non attraverso una piena coscienza della memoria.
Benvenuto Gianluigi, puoi parlarci del tuo lavoro come artista?
Grazie. Io ho portato dentro il giornale il mio amore per l’arte e dentro la mia arte il mio amore per il mondo della comunicazione. Quindi ho fatto un lavoro molto semplice, una riflessione su un elemento che io credo sia la parte più importante del nostro tempo, cioè la comunicazione e il sistema dell’informazione. Questo è un elemento fondamentale della nostra società e del nostro presente, associato al tema della memoria, un altro elemento sul quale lavoro. Mi è sembrato fosse una cosa fondamentale sulla quale riflettere.
Che tipo di lavori ti piace fare in termini di prodotto artistico?
Lavoro nell’ambito dell’arte e della produzione artistica da molti anni, usando linguaggi diversi, dalla fotografia al reportage. Ho sempre pensato che la memoria fosse l’elemento chiave, il motore sul quale lavorare. Cerco le connessioni visive tra la grande storia dell’arte e le immagini contemporanee. Al Corriere della Sera, dove creavo anche le mie opere d’arte oltre al giornale, ho trovato connessioni tra le fotografie giornalistiche e le immagini della storia dell’arte. Ad esempio, ho messo in relazione l’immagine di Che Guevara sul letto di morte con il Cristo del Mantegna, creando un cortocircuito visivo per mostrare che il dolore è sempre lo stesso.
Quindi c’è un rapporto tra la storia e il futuro nei tuoi lavori?
Naturalmente. Se vogliamo dare una definizione del futuro, è importante sapere che il futuro non si costruisce senza una piena coscienza della memoria. Solo attraverso questa coscienza possiamo portare attenzione e sensibilità verso il futuro. Questo è un grande insegnamento che ci viene dalla letteratura e dalla storia dell’arte. La conoscenza del passato è l’elemento fondamentale.
Come si ricollegano i tuoi lavori più installativi a questo concetto?
C’è sempre una connessione tra il mio lavoro giornalistico e la ricerca artistica. Ho trovato dei tessuti colorati usati per pulire le rotative in tipografia e ho creato installazioni con questi materiali. Sono tele dense di colori e materia, opere astratte che rappresentano la metafora della dissoluzione della memoria. Viviamo in un mondo di stratificazioni di parole e immagini che ci portano all’annullamento. Il mio lavoro invita a riflettere sulla necessità di difendere la memoria per comprendere il nostro presente e il nostro futuro.
Quali elementi chiave possono aiutare il pubblico a riflettere su questi temi attraverso le tue opere?
Io credo che si veda ciò che si sa. Le opere devono suggerire emozioni e riflessioni. Basta che uno spettatore capisca quanto è importante avere una coscienza di ciò che leggiamo e facciamo. Ogni persona è libera di interpretare le opere secondo la propria sensibilità. L’artista produce nella speranza di comunicare. La responsabilità dell’artista è fondamentale: non credo nell’arte come decorazione, ma in un’arte che aiuti a comprendere meglio il nostro stare al mondo.
L’arte può quindi avere un ruolo importante nella nostra comprensione del mondo?
Sì, l’arte può fare molto. Deve suggerire emozioni, tensioni e riflessioni. La responsabilità dell’artista è quella di produrre opere che aiutino a comprendere il nostro stare al mondo, non solo come decorazione. Questo è un elemento che distingue gli artisti che fanno belle opere, magari in armonia con il colore del divano, da quelli che vogliono aiutare a comprendere meglio la nostra esistenza.