I primi sei mesi del 2024 confermano il rallentamento del mercato dell’arte dopo un 2023 di fisiologico assestamento a seguito di un 2022 da record. A livello globale il giro d’affari delle principali case d’asta – Christie’s, Sotheby’s e Phillips – ha registrato una contrazione a doppia cifra, caratterizzata da offerte in diminuzione e scelte dei collezionisti più conservative. Il settore fieristico, nonostante la vitalità ritrovata dopo la crisi pandemica e gli ottimi livelli di affluenza, conferma la cautela negli acquisti, soprattutto nei giorni successivi a quelli di apertura dedicati ai più importanti collezionisti.
Queste le principali evidenze emerse dalla presentazione del report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private, che si è tenuta presso l’Auditorium Deloitte a Roma. Nel corso dell’evento è stato analizzato l’andamento del mercato dell’arte nel 2023 e sono stati forniti i primi esiti del mercato del 2024, includendo una panoramica delle più importanti fiere internazionali e delle aste delle major. Lo studio è stato presentato da Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader, Roberta Ghilardi, Art & Finance Manager Deloitte Private e Pietro Ripa, Private Banker Fideuram. L’evento si è concluso con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di illustri esperti del settore, ed in particolare Alessandra Di Castro – Presidente Gruppo Apollo, Katia Da Ros – Executive Vice President Irinox, Simonetta Giordani – Segretario Generale Associazione Civita, Clarice Pecori Giraldi – Art Advisor, Margherita Solaini – Associate Director Phillips e Marta Tosi – Direttore Generale Art Defender.
«La domanda globale di collectibles ha rallentato soprattutto nella fascia alta del mercato e, in generale, negli ultimi mesi ha prevalso un atteggiamento di maggior prudenza, mentre l’onda di entusiasmo di fine pandemia, iniziata nel 2021 e concretizzatasi nel 2022, ha subito una inevitabile battuta d’arresto, con effetti anche sui prezzi medi dei lotti. Tuttavia, i collezionisti continuano a dimostrare interesse per i beni di qualità nei comparti relativi ad arti visive, beni di lusso, gioielli, borse e design da collezione, il che ha consentito il mantenimento di livelli di fatturato comparabili nei due anni 2022 e 2023 depurandoli da impatti non ricorrenti connessi a importanti vendite di collezioni private», ha spiegato Ernesto Lanzillo, Partner e Leader di Deloitte Private Italia.
«Il mercato dell’arte in Italia è ostacolato da paletti normativi e fiscali. Se non ci saranno interventi correttivi, rischiamo danni occupazionali e delocalizzazioni. Nel nostro Paese l’Iva è al 22%. In Germania e Francia la percentuale scende al 7 e al 5,5%», ha commentato Alessandra Di Castro, Presidente del Gruppo Apollo, Associazione che rappresenta l’industria dell’arte in Italia e riunisce le principali case d’asta, antiquari, gallerie di arte moderna e contemporanea e imprese della logistica. «Inoltre, l’aliquota del 10% sull’importazione di beni d’arte, la più alta in Europa, scoraggia gli operatori dall’importare opere attraverso le dogane italiane. Nonostante alcune riforme, l’Italia è ancora lontana dagli standard europei. Sono quindi necessarie migliorie nella riduzione dell’Iva e in un sistema più innovativo di incentivi fiscali per l’arte. Tutelare il patrimonio culturale significa anche proteggere gli operatori e le gallerie d’arte e tutto l’indotto, sia diretto sia indiretto, basti pensare alle prospettive lavorative per gli studenti delle accademie, dei giovani artisti e le ricadute positive che tutto il comparto può apportare al sistema museale italiano. Il mercato dell’arte rappresenta un volano per il turismo e la cultura nazionale. Oggi l’Italia, nonostante il suo ricco patrimonio artistico, registra la diminuzione delle imprese attive nel settore, soprattutto per quanto riguarda le gallerie d’arte. Bisogna invertire questo trend senza ulteriori perdite di tempo».
«Le corporate art collections italiane sono un fenomeno recente ma in crescita e raccontano un modo nuovo di fare impresa, che produce non solo valore economico, ma anche valore ambientale, sociale e culturale. Con la recente pubblicazione “Il Segno dell’arte nelle imprese” di Confindustria, abbiamo recensito più di 50 corporate art collections italiane a testimonianza del fenomeno», ha aggiunto Katia Da Ros, Executive Vice President Irinox.
«Il sostegno e la valorizzazione della cultura sono fondamentali per il mercato dell’arte, perché creano quell’humus culturale nel quale crescono la sensibilità e l’attenzione verso espressioni di bellezza che ovviamente possono avere anche un considerevole valore dal punto dell’investimento», ha affermato Simonetta Giordani, Segretario Generale dell’Associazione Civita. «È anche per questo che siamo impegnati ad avvicinare il mondo dell’arte e della cultura a quello dell’impresa in un’ottica di sviluppo sostenibile e duraturo a vantaggio di tutto il Sistema Paese».
«Diventa sempre più rilevante per l’Italia decidere se vuole essere all’altezza di un sistema dell’arte internazionale oppure no. Le potenzialità per poter essere un player mondiale ci sono, basta pensare a tutti i collezionisti internazionali che hanno preso la residenza in Italia, per beneficiare dei vantaggi fiscali. Ma vanno prese delle decisioni in questo senso, adesso. Altrimenti francesi e altri prenderanno la fetta maggiore di questo sistema», ha sottolineato Clarice Pecori Giraldi, Art Advisor.
«Il mercato attuale ha visto i collezionisti diventare più cauti e meno inclini a correre rischi, ma l’interesse per l’arte moderna e contemporanea rimane forte nelle nostre aste, che sono aumentate del 14% rispetto a prima della pandemia, con il 50% degli acquirenti alla prima esperienza di acquisto e un terzo costituito da Millennial e Gen Z. La nuova sede di Milano, aperta a settembre 2023 per rafforzare la presenza di Phillips in Europa, vuole essere un punto di contatto fra l’arte e le diverse generazioni di clienti, con lo scopo di educarli, appassionarli e, talvolta, riuscire a meravigliarli», ha detto Margherita Solaini, Associate Director Phillips.
«Si è attestata, già nel 2023, una crescente consapevolezza, da parte sia di soggetti privati sia di enti pubblici, verso i temi di valorizzazione e gestione dei beni in maniera attenta. Proprio in virtù di questa consapevolezza, si rendono maggiormente necessari i servizi integrati per l’art collection management, dalla conservazione, alla valorizzazione e all’assicurazione dei beni da collezione», ha spiegato Marta Tosi, Direttore Generale Art Defender. «I servizi conservativi rimangono una necessità di tutti gli oggetti che vengono affidati ad Art Defender, non solo se legati all’andamento del mercato, ma per una crescente attenzione e cura dell’oggetto e alla sua corretta conservazione nel tempo. Per garantire la trasmissione e la tutela dei beni è necessario un monitoraggio costante, ma anche in un’ottica di dismissione di un patrimonio, lo stato conservativo precario può compromettere il valore del bene e renderlo di fatti non fruibile. Allo stesso modo, si consolida sempre di più la prassi della Due Diligence del patrimonio artistico, tramite analisi e verifica delle opere e di tutti i documenti a corredo che concorrono all’attribuzione di un valore tenendo, contemporaneamente, in considerazione le flessioni e le richieste del mercato».
Fatturato globale in calo: la prima metà del 2024 in linea con il 2023
Il primo semestre del 2024 conferma il trend di rallentamento del mercato già registrato nel 2023. I dati emersi dal confronto con lo stesso periodo del 2023 indicano che le principali case d’asta hanno ridimensionato i loro volumi d’affari, registrando un calo medio di circa il -28%. In generale, sebbene la proposta a catalogo si confermi di qualità, le offerte sono in diminuzione e le scelte dei collezionisti risultano più conservative. Questa tendenza si aggiunge alla costante ricerca, da parte dei collezionisti, di opere di giovani artisti con potenziale di crescita per il futuro, che porta ad acquistare anche nelle gallerie più giovani. Il trend di rallentamento conferma quanto già registrato per il 2023, quando il calo dei fatturati era stato del -18,0% rispetto al 2022, guidato dal segmento pittura (-26,8%). L’interesse per i Passion Assets aveva invece mitigato la decrescita totale, che era stata del -5,4% rispetto al 2022. Escludendo le vendite delle collezioni private avvenute nel 2022 e 2023, la diminuzione annua del fatturato per il 2023 sarebbe stata solo del 3%.
Le fiere d’arte italiane mostrano segnali di ripresa, ma resta cautela negli acquisti
Nel 2023, le grandi fiere d’arte internazionali avevano mostrato una ritrovata solidità, dopo le complessità attribuibili alla crisi pandemica. L’instabilità geopolitica ha tuttavia influenzato il mercato dei collectibles, evidenziando correzioni di mercato e una contrazione dei range di prezzo, come confermato anche nei primi mesi del 2024. «Dopo un 2023 di vivace ritorno al tradizionale calendario fieristico annuale, che era stato fortemente modificato a causa della crisi pandemica, nei primi mesi del 2024 le fiere d’arte hanno confermato la loro centralità per il sistema internazionale, registrando ottimi livelli di affluenza e grande partecipazione. In chiaroscuro, tuttavia, le vendite: in molti casi, non da ultimo ArtBasel di Basilea, una delle più importanti fiere internazionali, la grande affluenza di visitatori non si è necessariamente tradotta in una crescita negli acquisti, confermando la prudenza dei collezionisti ben dimostrata dai risultati d’asta», ha spiegato Roberta Ghilardi, Art&Finance Manager di Deloitte Private Italia. ArtBasel a Basilea, ad esempio, ha visto la partecipazione di 22 nuove gallerie e sono stati registrati oltre 91 mila visitatori, un aumento dell’11% rispetto al 2023, nonostante gli acquisti siano stati molto riflessivi, soprattutto nei giorni successivi a quelli inaugurali. Il 2024 segna tuttavia il ritorno della vitalità del settore fieristico in Asia, come dimostra l’edizione 2024 di Art Basel Hong Kong, che segna il ritorno della fiera su vasta scala e la più grande edizione dal 2019. Sono state 242 le gallerie presenti, con un aumento del 37% rispetto al 2023, mentre i visitatori sono stati più di 75.000, nonostante le complessità sociopolitiche globali e i trend conservativi sugli acquisti delle opere di maggior valore.
Gen Z e Millennial sempre più attivi sul mercato
«Uno dei trend più interessanti emersi dal nostro report di quest’anno è quello della crescita dei nuovi acquirenti tra le generazioni più giovani, soprattutto under 40, che continuano a trainare la domanda come diretta conseguenza della digitalizzazione e delle strategie di espansione delle principali major», ha commentato Barbara Tagliaferri, Partner e Art&Finance Coordinator di Deloitte Italia. «I nuovi acquirenti hanno determinato, negli ultimi anni, una crescente attenzione per alcuni artisti millennial ultra-contemporanei, nonché per i beni della categoria del lusso, tra cui design, borse e gioielli». Christie’s ha registrato un +35% di nuovi clienti, di cui oltre un terzo è costituito da Millennials. Anche Sotheby’s e Phillips dichiarano che del 40% di nuovi offerenti un terzo è costituito dalla generazione dei Millennial.
Le opere più richieste: tengono i grandi nomi, cresce l’interesse per le donne e gli artisti africani
Le opere d’arte contemporanea hanno perso le prime posizioni tra i top lot a favore di artisti più storicizzati e con quotazioni stabili. Tuttavia, nel 2023, artisti under 40, soprattutto donne e africani, hanno ottenuto ottimi risultati, spesso superando le quotazioni di autori storicizzati. Inoltre, c’è un crescente interesse per giovani talenti di arte ultra-contemporanea, millennial noti per la loro pittura figurativa e colorata, ideale per essere postata sui social media.
Si conferma l’interesse per i Passion Assets e per il Lusso
Tra i trend più interessanti del 2023 e confermatosi anche nei primi sei mesi del 2024 emerge il grande progresso per i comparti del lusso, tra cui in particolare design da collezione e orologi. Beni che possono risultare di più semplice comprensione rispetto all’arte, in primis l’arte contemporanea, soprattutto per nuovi acquirenti nel settore dei Passion Assets. Il settore dei beni di lusso continua, infatti, a registrare record e rappresenta una porta d’ingresso per nuovi potenziali clienti, come dimostrano i risultati delle major e in particolare di Phillips, che ha registrato il tutto venduto nelle aste online dedicate agli orologi e una crescita del +45% per le aste di design. Mentre il 2023 ha confermato lo stallo per gli NFT e cryptoarte in asta.
Le piazze di interscambio: New York numero uno, Parigi continua a crescere, scende Londra
Gli Stati Uniti, con New York, restano il mercato più attivo grazie a una forte e stabile domanda locale, supportata dalla più grande base di HNWI e Ultra-HNWI al mondo e da una solida infrastruttura culturale. La domanda di beni da collezione in Asia è rimasta sostenuta, nonostante le complessità dovute alla pandemia, con Hong Kong al centro degli investimenti delle major. Londra ha perso terreno, mentre Parigi ha guadagnato spazio grazie ai significativi investimenti di gallerie e fiere internazionali.
«Il mercato deve ritrovare la sua brillantezza, per ora prevale la reticenza a vendere da parte dei collezionisti in possesso di opere outstanding, che attendono contesti geopolitici più normalizzati. Potrebbe volerci ancora del tempo, ma la vivacità del comparto fieristico è già un incoraggiante segnale di ripresa», conclude Pietro Ripa, Private Banker di Fideuram», ha concluso Pietro Ripa, Private Banker di Fideuram.