L’antico Monastero di San Ilarione, noto anche come Tell Umm Amer, situato nella Striscia di Gaza, è stato tragicamente inserito nella lista dei siti patrimonio dell’umanità in pericolo dall’UNESCO. La decisione è stata presa durante la 46ª sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, tenutasi a Nuova Delhi, in India.
Risalente al IV secolo d.C., il monastero è uno dei più antichi, grandi e complessi dell’intera regione. Fu la prima comunità monastica della Terra Santa. Sebbene fosse già presente nella lista provvisoria del patrimonio dell’UNESCO dal 2012, la sua situazione è stata rapidamente aggravata dall’attuale conflitto, portando all’attivazione di una procedura d’emergenza.
Fondato dall’omonimo santo nativo della zona, il complesso monastico vanta due chiese, un battistero, un cimitero, una sala delle udienze e sale da pranzo. Dopo essere stato danneggiato, il monastero fu abbandonato agli inizi del VII secolo d.C. e riscoperto solo nel 1999 grazie agli scavi archeologici locali.
Progetti di conservazione condotti dalla fondazione svizzera Aliph e dal British Council, in collaborazione con Première Urgence Internationale, hanno contribuito alla salvaguardia e al restauro del sito.
“L’UNESCO esprime profonda preoccupazione per l’impatto del conflitto in corso sul patrimonio culturale, in particolare nella Striscia di Gaza”, si legge in un comunicato dell’organizzazione. “L’UNESCO esorta tutte le parti coinvolte a rispettare rigorosamente il diritto internazionale, sottolineando che i beni culturali non devono essere presi di mira né utilizzati a fini militari, in quanto considerati infrastrutture civili”.
Dall’inizio del conflitto lo scorso ottobre, oltre 39.000 palestinesi sono stati uccisi, secondo il ministero della sanità locale, e la maggior parte dei 2,3 milioni di abitanti della Striscia è stata costretta a evacuare le proprie case.
Oltre 100 luoghi culturali e siti storici sono stati distrutti a Gaza a causa dei bombardamenti israeliani. Il monastero si aggiunge ad altri quattro siti palestinesi già inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO, che offre assistenza tecnica e finanziaria per la protezione e il recupero di ciascun luogo.
Questa decisione dell’UNESCO sottolinea l’urgenza di proteggere il patrimonio culturale in zone di conflitto e rappresenta un appello alla comunità internazionale per intervenire in difesa di questi inestimabili tesori.