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Roberto Matta, uno degli artisti più visionari del ventesimo secolo è in mostra a Venezia

Sabato 31 agosto, Tommaso Calabro inaugura la mostra “Matta” nella sede di Palazzo Donà Brusa in Campo San Polo a Venezia. Fino al 23 novembre, la mostra celebra Roberto Matta (Santiago del Cile, 1911 – Civitavecchia, 2002), uno degli artisti più visionari del ventesimo secolo. Definito da Marcel Duchamp come “il pittore più profondo della sua generazione”, Matta nasce a Santiago del Cile, ma inizia la sua carriera in Europa lavorando come architetto, insieme a Le Corbusier. Dopo l’incontro con García Lorca, André Breton, Salvador Dalí e, poi, Picasso mentre lavora al Guernica, Matta decide di dedicarsi alla pittura. Trasferitosi a New York nel 1939, frequenta la comunità di Surrealisti emigrati – tra cui Max Ernst, Yves Tanguy, André Masson e André Breton – e diventa presto un punto di riferimento per la pittura contemporanea. Contribuisce a creare un nuovo concetto di spazio all’interno della pittura Surrealista, anticipando alcune innovazioni dell’Espressionismo astratto. Rompe i principi concettuali e costruttivi della rappresentazione spaziale, aprendo quest’ultima a esplosioni cosmiche e implosioni soggettive, abitate da forme organiche fluttuanti dai colori squillanti, spesso audaci. La mostra “Matta” presenta una serie di oltre venti opere, tra tele e lavori su carta, realizzate dall’artista durante i suoi anni più creativi e prolifici. Sono opere del periodo newyorkese (1939-1949), quando Matta espone presso le più importanti gallerie della città – dalla Julien Levy Gallery, alla Pierre Matisse Gallery fino alla celebre Art of This Century di Peggy Guggenheim – e affascina artisti quali Pollock, Rothko, Gorky e Motherwell con l’estremo automatismo del suo gesto. La mostra include poi opere degli anni Cinquanta, realizzate a Roma e Milano, e, dal 1954, a Parigi, in cui l’artista raggiunge la maturità stilistica. In questi anni Matta elabora la sua visione del “cubo aperto” e realizza cicli di grandi tele improntati a un’epica di impianto cosmologico, in cui prendono forma l’evoluzione delle specie, l’universo onirico della mente, le mutazioni della natura nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande. Una sezione della mostra sarà interamente dedicata a pezzi di design realizzati da Matta per la collezione Ultramobile, pensata e prodotta nel 1971 da Dino Gravina in collaborazione con i maestri del Surrealismo. Sono incluse le sedute Sacco Alato – nelle due versioni in bronzo e alluminio – Margarita Malitte, un sistema di sedute continuamente modificabile di cinque blocchi in poliuretano, che è oggi nella collezione permanente di importanti musei, tra cui il MoMA di New York e la Galleria Nazionale di Roma.

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