Esce al cinema il 14 agosto Alien: Romulus, il nuovo capitolo della saga horror fantascientifica più amata della storia del cinema, Alien. Nel frattempo, in libreria trovate I Segreti di Alien – Gnosi, orrore cosmico, scienza e IA nella saga degli Xenomorfi, libro di Paolo Riberi e Giancarlo Genta (già autori del volume I segreti di Dune) che si pone come pratica guida per riuscire a leggere – e comprendere – i molteplici livelli di lettura dell’immaginario legato a Alien (e derivati).
I due autori dividono il libro in tre parti, procedendo con ordine, in un’analisi di questo viaggio cinematografico e culturale. Nella prima parte tracciano la storia produttiva di questa saga, dalla nascita (burrascosa) del primo film (Alien) alla germinazione (altrettanto burrascosa) dei suoi sequel, e delineano le caratteristiche principali dei suoi protagonisti, gli Xenomorfi (ispirazione, tipologie, conformazione…). La seconda parte è invece dedicata alle fonti, letterarie e mitologiche, da Lovecraft a ai vangeli gnostici, dalla mitologia babilonese alla filosofia nichilista. Nella parte conclusiva viene affrontato l’aspetto scientifico (i pianeti, i viaggi interstellari…) ed economico (Da Alien all’alienazione: una saga anticapitalistica?). Quello che il libro propone è un’avventura affascinante e oscura tanto quanto i film di cui parla, perché vi si immerge nelle profondità più oscure, scandagliando suggestioni, immagini, contraddizioni e potenziali messaggi.
La partenza è stata incerta. Nel 1979 Alien per l’industria rappresenta una grande scommessa, aspramente combattuta, ma il suo successo ha dato vita a un franchise multimediale ancora in corso, dando vita a un vero e proprio culto cinematografico: “Un raccolto prolifico – come scrivono gli autori – che lo ha reso capace di resistere e rigenerarsi con gli anni, ibridarsi con altri immaginari, evolvere in altri media e diventare di volta in volta un film diverso, salvo poi fare ritorno, all’occorrenza, a ciò che era sempre stato. E così, il fanta-horror primigenio è divenuto un action movie bellico, poi un film carcerario e poi ancora un’avventura distopica; ha solcato territori “kubrickiani” per ripiegare sulla pura violenza; ha immaginato una blasfema mescolanza con Predator e oggi, dopo romanzi, fumetti e videogiochi, sta tornando sugli schermi con un film, Alien: Romulus, e una serie tv”.
I segreti di Alien si configura così come un saggio di filosofia, storia, teologia, economia e tecnologia applicata, che descrive, definendolo, un universo articolato e (apparentemente) mutevole, mettendo in luce le regole su cui si fonda. La saga di Alien non ha un solo padre, non un solo protagonista, i nomi che hanno concorso alla nascita di questo fenomeno sono molti (Dan O’Bannon, Giger, Carlo Rambaldi, Ridley Scott, James Cameron, David Fincher…), la gestazione che ha portato al suo parto è stata lunga e complessa.
Dan O’Bannon nel 1974 è alla sceneggiatura di Dark Star, film horror-fantascientifico di John Carpenter a basso budget. I soldi sono pochi, ci si deve accontentare di effetti speciali così e così. Il film però piace a Jodorowsky, impegnato nella folle e fallimentare impresa del suo Dune, il regista cileno chiama quindi O’Bannon per coordinare gli effetti speciali della sua produzione. Anni di lavoro, grandi nomi coinvolti, ma alla fine non se ne fa nulla. O’Bannon però ha ancora in testa questa idea di un horror spaziale, cupo e violento, propone la sua idea anche a Roger Corman. Arriva però Walter Hill (I Guerrieri della Notte) a metterci le mani sopra, portando baracca e burattini alla Fox; seguono otto riscritture del soggetto originale. Nel frattempo sono usciti al cinema Il Pianeta delle Scimmie e Guerre Stellari, sono dei successi e spianano la strada per i colossal di fantascienza. O’Bannon vuole dirigere il suo film, ma la Fox non glielo permette, preferisce Hill, che (fortunatamente) desiste per altri impegni. La situazione si sblocca quando viene proposto Ridley Scott, reduce dell’ottimo successo di critica ottenuto con I Duellanti: “il giovane regista ebbe un ruolo decisivo nel dirimere la controversia che continuava a contrapporre gli originari ideatori O’Bannon e Shusett al duo formato da Walter Hill e David Giler: il regista scelse la versione originaria della sceneggiatura, fece realizzare a O’Bannon una nuova stesura aggiornata e decise di girare quella senza ulteriori indugi. Tuttavia, benché della versione di Hill e Giler fossero stati accolti soltanto l’androide Ash, il gatto Jonesy, i nomi dei personaggi e alcuni tratti della loro connotazione caratteriale, lo script definitivo approdò sulle scrivanie della 20th Century Fox con la loro sola firma. Il ruolo dei due veri creatori era stato ridotto a una mera postilla“. Sono poi seguite cause nelle sedi opportune. Tra i reduci di Dune nella produzione di Alien vengono coinvolti Chris Foss, Moebius, e – soprattutto – Giger. È da un’illustrazione dell’artista svizzero ispirata alle opere di Lovecraft che prende forma (e vita) il mostro alieno del film, lo Xenomorfo, che nel susseguirsi dei capitoli della saga si presenterà anche sotto nuove varianti, ma sempre debitrici dell’immaginazione macabra di Giger: “è proprio dal Necronomicon di Giger – e in particolare dalla tavola Necronom IV – che proviene la sagoma. dello Xenomorfo, personificazione delle ansie e delle angosce notturne del suo autore, incessantemente tormentato nel corso della fase REM da un acuto pavor nocturnus“, spiegano gli autori nel testo. Ciliegina sulla torta, Sigourney Weaver viene ingaggiata nel ruolo della protagonista, Ellen Ripley. Riprenderà il suo ruolo anche nei successivi tre sequel, ognuno dei quali sarà segnato da zuffe, contrasti, tagli, dissapori (Fincher arriverà a disconoscere completamente il film da lui girato, Alien3, completamente snaturato in fase di montaggio).
L’universo di Alien, successo dopo successo, polemica dopo polemica, diventa sempre più vasto, omogeneo, arrivano poi anche videogiochi e fumetti. Questa saga dalle mille facce ha ripreso vita nel 2012 grazie al suo primo regista, Ridley Scott, che con Prometheus imprime una nuova svolta, dando all’avventura spaziale un alone filosofico religioso, rendendo inoltre ancora più stringente il rapporto con le suggestioni di Lovecraft, autore che identificava nella paura il più antico e intenso sentimento umano, in particolare il genere di paura più antico e potente come il terrore per l’ignoto, per l’oblio e per la morte eterna: “Alien può a tutti gli effetti essere definito come una rielaborazione di Il richiamo di Cthulhu nello spazio, mentre Prometheus rivisita in chiave fantascientifica il romanzo Le montagne della follia, e Alien: Covenant utilizza numerosi spunti provenienti da Il caso di Charles Dexter Ward, sfruttando come ambientazione la visione conclusiva del racconto Nyarlathotep”“. Il successo della pellicola fa risorgere l’interesse per il franchise degli xenomorfi e Scott propone di dar vita a una nuova trilogia. Ma Covenant, il secondo capitolo di questa nuova era, non soddisfa né il pubblico né la critica, e il progetto del regista deve essere rivisto. Nel frattempo anche Neill Blomkamp (Discrict 9, Elysium) ha proposto una sua idea produttiva alla Fox per dei nuovi film su Alien, ma Ridley Scott lo fa bloccare per evitare eccessiva confusione nel proliferare di capitoli non coerenti tra loro, attirandosi così l’odio del regista sudafricano. Il libro però va ancora più a fondo, scava nei meandri dei testi antichi, ricostruendo le fonti e i contenuti di un movimento filosofico, religioso ed esoterico come quello dello gnosticismo: “Da parte sua, il regista Ridley Scott ha sempre dato prova di nutrire grande interesse nei confronti degli antichi gnostici e det-la loro mitologia, largamente diffusa nel mondo della cultura pop nella seconda metà del Novecento dopo essere tornata in auge con il ritrovamento di 52 scritti sacri, in larga parte inediti, a Nag Hammadi, in Egitto, nel 1945: in particolare, attingono consapevolmente all’antico pensiero degli gnostici sia la sua recente serie tv Raised by Wolves: Una Nuova Umanità che il film Blade Runner, tratto dal romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick®.”
Intanto, nel 2019 la 20th Century Fox viene acquistata dalla Disney che ha messo in produzione sia il film Alien: Romulus di Fede Alvarez (Men in the darlk, La casa)- fortemente voluto dallo stesso Ridley Scott – e una serie tv prequel, ambientata sulla Terra e creata da Noah Hawley (Fargo e Legion) per FX. Ridley Scott, ha fatto un passo indietro come regista, ma resta saldo nel ruolo di produttore. Alien: Romulus, girato in gran segreto in Ungheria con un cast di attori adolescenti, ha avuto una produzione rapida e (per una volta) priva di particolari problemi dietro le quinte, scampando così agli scioperi di attori e sceneggiatori del 2023. Al contrario, la serie tv, pur essendo stata annunciata già nel 2021, ha dovuto rinviare l’inizio delle riprese a causa dell’agitazione del sindacato degli attori americani, e pertanto uscirà soltanto nel 2024.