“WORDS” sarà la prima personale di Jenny Holzer nella sede di New York di Sprüth Magers. Le opere su carta – layout di testo e tracciati di documenti nati come disegni preparatori per panchine e dipinti in pietra – sono presentate in un salone punteggiato da opere in pietra, nuovi dipinti e un’installazione a LED con testo generato dall’intelligenza artificiale. Mettendo in evidenza l’uso che Holzer fa della materia e del linguaggio, la mostra, dal 5 settembre al 2 novembre 2024, offre uno sguardo sul processo dell’artista dagli anni Ottanta a oggi.
«Da oltre quarant’anni Jenny Holzer, che vive e lavora a New York, presenta le sue idee, le sue argomentazioni e i suoi dolori in luoghi pubblici e mostre internazionali, tra cui Times Square, la Biennale di Venezia, i musei Guggenheim di New York e Bilbao e il Louvre Abu Dhabi. Il suo mezzo di comunicazione, che si tratti di una maglietta, di una targa o di un segno elettronico, è la scrittura e la dimensione pubblica è parte integrante del suo lavoro. A partire dagli anni Settanta con i suoi manifesti stradali di New York e fino alle recenti proiezioni luminose su paesaggi e architetture, la sua pratica ha rivaleggiato con l’ignoranza e la violenza con l’umorismo, la gentilezza e il coraggio. Holzer ha ricevuto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1990, il Crystal Award del World Economic Forum nel 1996 e la Medaglia Internazionale delle Arti del Dipartimento di Stato americano nel 2017. Ha ricevuto lauree honoris causa dal Williams College, dalla Rhode Island School of Design, dalla New School e dallo Smith College», ha ricordato la galleria.
«Le opere in pietra di Holzer – ha continuato – sono oggetti di contemplazione, che invitano lo spettatore a rallentare e a considerare il testo inciso sulla loro superficie. Uno sgabello in granito blu recita “THERE ARE TOO FEW IMMUTABLE TRUTHS TODAY” (“Oggi ci sono troppe poche verità immutabili”, ndr), mentre un altro in bianco dice “WORDS TEND TO BE INADEQUATE” (“Le parole tendono a essere inadeguate”, ndr). I disegni delle opere in pietra di Holzer mostrano i loro inizi e, rispetto alle sculture che ne derivano, appaiono fragili ed effimeri. Le opere su pergamena non solo documentano il processo, ma evocano anche la storia del ricalco, il metodo più antico per trasferire composizioni e significato».
«Un nuovo corpo di disegni si basa su ricalchi di documenti utilizzati in preparazione dei Redaction Paintings di Holzer. I ricalchi possono riprodurre pagine di rapporti su operazioni militari, sorveglianza domestica, progressi tecnologici per la guerra e indagini sull’amministrazione Trump. Holzer applica il carboncino ai ricalchi con le mani, usando il tatto e il movimento per creare composizioni astratte, alcune concentriche e altre più diffuse. I gesti registrano un corpo su pagine redatte, contrapponendo alle informazioni talvolta scarne un invito a testimoniare.
I Redaction Paintings sono stratificati con pittura a olio e foglia di metallo, trasformando le pagine in opere ibride che combinano astrazione e informazione. Le loro superfici complesse sono frutto di esperimenti di colore e luce che conferiscono interesse visivo ai vuoti dei documenti. La qualità riflettente dei dipinti ricorda l’uso che Holzer fa delle proiezioni di luce per coprire gli edifici con i documenti, dando agli spettatori l’opportunità di soffermarsi a leggere al buio», ha anticipato la galleria.
«Continuando – ha proseguito – la sua esplorazione del linguaggio, Holzer ha recentemente iniziato a sperimentare con l’intelligenza artificiale. I due pezzi a LED di questa mostra sono tra le sue prime opere che utilizzano testi generati dall’intelligenza artificiale. La loro installazione contrastante dà forma alla natura dei loro programmi.
Appoggiato in posizione verticale, SO GOOD (2024) presenta contenuti che Holzer ha sollecitato su esperienze umane ed eteree, fisiche e immateriali. Frammenti di scritti pubblicati da autori affermati hanno stimolato il generatore di testi, potenziando la sua capacità di descrivere fenomeni naturali e intangibili e di imitare il pensiero e le emozioni umane astratte e complesse. La sua antitesi, BAD (2023), giace sul pavimento della galleria e pulsa di dichiarazioni generate dall’intelligenza artificiale e di poesie criptiche ispirate a contenuti estremisti della politica di estrema destra e alt-right. Mentre lampi di luce colorata rimbalzano sull’ambiente circostante, queste sculture si interrogano sulla paternità, sull’originalità, sul linguaggio e sulla direzione del nostro tempo».