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I Pensieri di uno spazio piano di Fausta Squatriti squarciano Milano

Fausta Squatrit
Fausta Squatriti

Tommaso Calabro a Milano inaugura “Fausta Squatriti. Pensieri di uno spazio piano” nella sua sede di Milano, in Corso Italia 47. La mostra, che apre il 24 settembre, celebra uno dei momenti più significativi della ricerca di Fausta Squatriti (1941-2024), da poco scomparsa, in cui l’artista ha indagato e sfidato le norme dell’astrattismo geometrico. Nata a Milano nel 1941, Squatriti è una figura complessa, che si distingue per un’intesa attività intellettuale e per un percorso artistico multiforme che abbraccia scultura, pittura e scrittura. Allieva di Oskar Kokoschka, che la definiva “misteriosa ma brava”, l’artista collabora con alcune delle personalità più influenti del panorama artistico internazionale, tra cui Man Ray, Niki de Saint Phalle, Lucio Fontana, Jesús-Rafael Soto e Jean Tinguely. Nel 1964 fonda le storiche Edizioni Tosi, diventando protagonista della vivace scena culturale di Milano, allora crocevia di avanguardie artistiche e intellettuali.

“Fausta Squatriti. Pensieri di uno spazio piano” presenta circa venti opere, tra sculture e opere su carta, dalle serie Studi CromaticiSculture Nere e Fisiologia del Quadrato, realizzate tra gli anni Settanta e Ottanta. Questi lavori, già esposti alla Galleria del Naviglio di Milano (1979) e alla Galerie Denise René di Parigi (1982) – punto di riferimento per le tendenze astratto-geometriche internazionali – si trovano oggi nelle collezioni permanenti di importanti musei, tra cui il Centre Pompidou di Parigi e il Museo del Novecento di Milano.  Le opere in mostra da Tommaso Calabro testimoniano un periodo cruciale per Squatriti, che a partire dal 1968 evolve la sua ricerca artistica passando da forme eccentriche, gioiose e quasi oniriche ad un approccio più severo ed essenziale, definito dall’uso rigoroso della geometria, del calcolo, e da un’indagine profonda delle dinamiche tra pieni e vuoti, colori e forme. Ad arricchire il percorso espositivo, una sezione d’archivio con cataloghi, disegni preparatori e taccuini dell’artista offre uno sguardo intimo sul processo creativo di Squatriti, sul suo studio della geometria come strumento di comprensione del mondo e come metodo per affrontare la storia, sia personale che collettiva.

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