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Il “sogno a occhi aperti” di Artissima 2024: tutte le anticipazioni

Luigi Fassi, direttore Artissima. Photo: Giorgio Perottino/ Artissima
Luigi Fassi, direttore Artissima. Photo: Giorgio Perottino/ Artissima

È stata presentata oggi a Torino, presso la sede delle Gallerie d’Italia in Piazza San Carlo, la prossima e imminente edizione di Artissima. Entra, così, nel suo quarto decennio (è l’edizione numero trentuno) la fiera torinese ormai nota per le sue caratteristiche di internazionalità e di specifica dedizione alla ricerca e alla sperimentazione nell’arte contemporanea.

Ancora una volta ospitata all’Oval Lingotto il primo weekend di novembre, e per la terza volta affidata alla direzione di Luigi Fassi, la fiera consolida anche quest’anno il proficuo rapporto di collaborazione con i suoi partner, a partire da Intesa San Paolo, Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo e Camera di commercio di Torino.
Molte le news di oggi, tra conferme e novità. A confermare l’attenzione per la ricerca, si sottolinea per esempio come, tra le 189 gallerie presenti in fiera, provenienti da ben 34 paesi, ben 66 proporranno progetti monografici, ossia vere e proprie mostre curate.
Sono previsti poi ben undici premi e un fondo dedicato alle gallerie emergenti, mentre non mancano le consuete collaborazioni con vari brand e fondazioni per l’arte annualmente coinvolti (da Fondazione Merz, Fondazione Sardi, Museo Fico a Illy Caffè, Vanni Occhiali, Tosetti Value e altre). A questi, si aggiunge quest’anno la collaborazione con Orlane e una serie di residenze dedicate ai giovani artisti che coinvolgono altrettante aziende operanti sul territorio. E poi c’è il corto di Ancarani per Artissima Junior, realizzato in collaborazione con Juventus, già presentato a Venezia e al Giffoni Film Festival, che ora approda in fiera.

© Photo: Perottino-Piva-Peirone/ Artissima 2023

Intesa Sanpaolo con le Gallerie d’Italia oltre a essere Main Partner della fiera e a realizzare il progetto “The Underground Cinema” curato da Irene Calderoni nella sala immersiva del museo di Piazza San Carlo, proseguirà il dialogo con Artissima anche all’Oval con l’esposizione di un nucleo di opere fotografiche di Olivo Barbieri che anticiperà la mostra in programma a febbraio nell’ambito della rassegna La Grande Fotografia Italiana.

Questi, a grandi linee, i numeri e i nomi. Ma c’è dell’altro. Si è già detto che la fiera torinese è nota per la sua attenzione alla qualità e alla ricerca, e questo, in teoria, basterebbe a farne un appuntamento imperdibile per i collezionisti internazionali.
Tuttavia va dato il giusto peso anche al taglio intellettuale di cui la fiera, grazie a Luigi Fassi, si dota. Attento non soltanto alle tendenze artistiche e del mercato, ma anche alle ricerche contemporanee più fresche e attuali in ambito estetico filosofico, il direttore di Artissima, insieme al suo team, propone infatti ogni anno un filo conduttore per così dire concettuale, che segna un po’ la tonalità emotiva di tutta la fiera.
Il taglio intellettuale – un vero taglio in profondità e non una mera ciliegina sulla torta – quest’anno è il tema del day dreaming, ovvero del sogno a occhi aperti. Invece di costituire un elemento di distrazione e di disvalore, come a volte siamo abituati a pensare, il sogno ad occhi aperti è assurto recentemente a oggetto di studi in molti ambiti, dalla filosofia, all’estetica, fino alla psicologia. Per non parlare dell’arte: la Tate Modern di Londra ci ha fatto persino un podcast.
In pochissime – povere – parole, pare che sognare ad occhi aperti sia indispensabile per dare equilibrio alla nostra psiche e – forse, in tempi di AI alla rinfusa – alla nostra stessa vita. Ma soprattutto è utile per immaginare ciò che poi davvero potremo realizzare. Insomma l’esercizio dell’imagerie sarebbe un vero e proprio esercizio di igiene mentale a cui non dovremmo mai rinunciare.
Nella sua Poetica della rêverie (1960 – la citazione è mia) Gaston Bachelard diceva che il sogno a occhi aperti è il dono di un’ora che conosce la pienezza dell’anima. Come sapranno interpretare artisti e gallerie un tema insieme così denso e leggero? Non resta che aspettare novembre per scoprirlo.

Credits: FIONDA/ Artissima

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