Lugano apre le sue porte lacustri alla mostra No flowers without contradiction, la mostra di Arcangelo Sassolino a cura di Luca Massimo Barbero in scena alla Repetto Gallery sino al 18 gennaio 2025. Per la sua seconda personale in collaborazione con la galleria, Sassolino presenta otto lavori inediti e realizzati appositamente per gli spazi di Lugano, valorizzando il carattere specifico dell’architettura del luogo. Ogni vincolo dello spazio è così diventato un valore aggiunto al processo creativo dell’artista: sia essa la distanza tra le colonne o il muro in cemento armato, i diversi condizionamenti spaziali e materiali sono stati trasformati in opportunità e sono diventati elementi costitutivi delle sculture presentate e dell’intero progetto espositivo. La galleria e il curatore hanno invitato l’artista a dare testimonianza e a sviluppare ulteriormente il percorso che attraversa l’intera sua traiettoria di ricerca, caratterizzata fin dall’inizio da un’incessante attività di liberazione della scultura non solo dalla sua funzione meramente monumentale, ma ben più radicalmente dai presupposti e dai fondamenti che ne hanno caratterizzato la storia e le sue possibilità espressive, facendo così di essa un luogo di esperienza sensibile aperto alla riflessione contemporanea. Protagonista del percorso è l’approccio che caratterizza tutti lavori di Sassolino, dove materiali diversi quali vetro, acciaio, pneumatico, granito, oli industriali, legno, carta e marmo attraverso la tensione e la spinta conflittuale cui vengono sottoposti diventano produttori di forme che non sono mai separate dalla dinamica che incorporano. Attraverso l’utilizzo dell’aria e dei movimenti meccanici, manipolando le forze fisiche della pressione e dell’allentamento, forzando la struttura stessa dei materiali che utilizza l’artista mette in atto una vera e propria metamorfosi della materia, che nelle sue più diverse realizzazioni indicano il percorso di questa ricerca artistica.
Il titolo, No flowers without contradiction, è stato scelto da Arcangelo Sassolino come possibile indicazione per entrare all’interno della sua ricerca poetica. Tutte le sue opere vivono infatti nella lotta incessante degli opposti e rivelano che ciò che esiste assume forma e consistenza solo dentro questa condizione conflittuale, per sua stessa natura instabile, dove l’affermazione è sempre chiamata a fare i conti con la negazione, la luce con il buio, il suono con il silenzio. La selezione che l’artista presenta a Lugano accoglie i visitatori già dall’esterno con l’opera Violenza casuale, un lavoro che fa da anello di congiunzione con la prima personale del 2017 presso la sede londinese della Repetto Gallery. All’entrata della galleria, ci si imbatte in una catasta di centinaia di travi in legno ricavati dagli abeti divelti dalla tempesta Vaia, abbattutasi nel Triveneto nel 2018, e su cui interviene un pistone idraulico posto a terra, che opera su ognuna di esse una pressione lenta e sistematica fino a portarle alla rottura. Questo processo genera così una continuità tra la dimensione naturale e quella tecnica: l’azione meccanica del pistone produce l’accumulo di un materiale di scarto, che assume una nuova forma e viene risignificato in una scultura in costante mutamento, restituendo la memoria ad una natura considerata superflua.
Entrando negli spazi espositivi, No memory without loss si presenta come un grande disco in acciaio a muro, ricoperto di oli industriali ad alta densità. Il disco ruota su sé stesso impedendo alla sostanza, viscosa e consistente, di colare completamente a terra, in una tensione tra la forza di gravità e la resistenza degli oli. La soluzione, che offre una sintesi efficace tra pittura e scultura, combina il movimento casuale degli oli con la lenta ricorsività del disco che, ruotando incessantemente, genera un’ipnosi materica immersiva.
L’occasione per approfondire le ricerche che Arcangelo Sassolino dedica al vetro è data da tre opere presenti nell’esposizione: Ipotetica, lavoro dove singole lastre di vetro tagliate in modo grezzo sono tenute insieme da una morsa in acciaio; Non separare il sì dal no, una lastra di vetro sulla quale sprofonda un blocco di granito, allestita nella parte opposta; Sospensione della scelta, l’opera in cui un masso di granito si regge in equilibrio su un piccolo vaso. No flowers without contradiction si completa con tre altre opere. I.U.B.P. (acronimo di In Un Brodo Primitivo), uno pneumatico doppiamente costretto dentro una morsa d’acciaio e compresso contro il muro, ultima espressione della serie iniziata nel 2013 al cui centro c’è uno degli elementi maggiormente presente nel nostro quotidiano. La struttura del lavoro Geografia del conflitto viene già suggerita dallo stesso titolo: l’opera si compone di molteplici lastre di marmo tagliate a vivo, provenienti da cave minerarie distribuite in tutto il mondo, strette insieme da una morsa in acciaio e appese verticalmente al muro. Tale stratificazione di superfici, che rimanda strutturalmente anche a Ipotetica, si ritrova in Controspinta bianca, il lavoro in cui un perno metallico inchioda al muro, deformandola, una risma di fogli di carta bianca.