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Art Basel Paris 2024. Tutte le mostre da vedere a Parigi questa settimana

Tom Wesselmann alla Fondazione Louis Vuitton
Tom Wesselmann alla Fondazione Louis Vuitton

In occasione di Art Basel Paris 2024 i musei parigini si tirano a lucido con una costellazione di mostre disseminate in città, da Surrealisme al Centre Pompidou ad Arte povera a La Bourse de Commerce-Pinault Collection, da Pop Forever, Tom Wesselmann alla Fondazione Louis Vuitton a Jackson Pollock: The Early Years (1934-1947) al Musée national Picasso-Paris e tante altre.

‘Surréalisme’ al Centre Pompidou
Dal 4 settembre 2024 al 6 gennaio 2025

Centre Pompidou continua la sua programmazione e celebra il centenario del Surrealismo con una grande mostra a cura di Didier Ottinger e Marie Sarré, fruibile sino al 13 gennaio 2025. Combinando dipinti, disegni, film, fotografie e documenti letterari, la mostra presenta le opere degli artisti emblematici del movimento (Salvador Dalí, René Magritte, Giorgio de Chirico, Max Ernst, Joan Miró) ma anche quelle delle donne surrealiste (tra cui Leonora Carrington, Ithell Colquhoun, Dora Maar) in un percorso espositivo al tempo stesso cronologico e tematico.

Un viaggio, dunque, candito da 14 capitoli che evocano le figure letterarie che hanno ispirato il movimento (Lautréamont, Lewis Carroll, Sade…) e, accanto ad esse, i principi poetici che hanno strutturato il suo immaginario (l’artista-mezzo, il sogno, il filosofo pietra, la foresta…).

La mostra ospita inoltre il manoscritto originale del Manifesto del moto Surrealista – prestito eccezionale della Biblioteca Nazionale di Francia e una proiezione multimediale che accompagna la scoperta di questo documento unico, facendo luce sulla sua genesi e sul suo significato.

‘Tutti i messaggi sono emozionanti’ alla Fondation d’entreprise Pernod Ricard
Dal 10 settembre al 31 ottobre 2024

Intitolato “Tutti i messaggi sono emozionali”, il 25° Premio Fondation Pernod Ricard riunisce 7 artisti invitati dalla curatrice  Arlène Berceliot Courtin:  Clémentine Adou, Madison Bycroft,  HaYoung,  Charlotte Houette,  Lenio Kaklea,  Paul Maheke  e  Mona Varichon .

Attraverso l’importante contributo alla teorizzazione degli affetti di Ann Cvetkovich –professoressa ed ex direttrice del Feminist Institute of Social Transformation – e  Sara Ahmed – figura indispensabile della fenomenologia queer, la curatrice Lauren Berlant (USA, 1957–2021) ha costituito una testimone fondamentale dello sfruttamento e mercificazione degli affetti nel contesto neoliberista “particolarmente aggressivo del Nord America nel Capitalocene”.

‘L’Or des Ming, Fastes et beautés de la Chine impériale (14e-17e siècle)’ al Musée Guimet
Dal 18 settembre 2024 al 13 gennaio 2025

Tanto codificata quanto raffinata, l’arte dell’ornamento femminile della dinastia Ming è tra le più delicate e uniche dell’oreficeria cinese. Gli oggetti d’oro risalenti all’epoca Ming, infatti, sono oggi molto rari.

E Realizzata grazie a prestiti eccezionali del Museo delle Belle Arti di Qujiang (X’ian, Cina), la mostra The Gold of the Ming rivela proprio lo splendore e le bellezze della Cina imperiale, inviando il visitatore ad andare oltre la semplice contemplazione estetica, per scoprire il ruolo che ha avuto l’oro sotto i Ming, le principali tecniche di lavorazione dei gioielli e il simbolismo dei loro motivi.

La mostra propone un percorso di visita destinato al pubblico giovane (8-12 anni).

‘Le Monde pour Horizon et artiste invité Barthélémy Toguo’ al Museo BnF
Dal 21 settembre 2024 a settembre 2025

Dal 21 settembre 2024, il Musée de la Bibliothèque nationale de France (BnF) svela il suo nuovo tema per la stagione 2024-2025 intitolato “Il mondo per l’orizzonte”. Un vero viaggio attraverso una selezione di oltre trecento opere provenienti dalle collezioni della BnF che rivela manoscritti, mappe, stampe, fotografie, costumi, ma anche gioielli di scena e oggetti notevoli.

‘Grande Ville’ ai Magasins Généraux
Dal 27 settembre al 17 novembre 2024

Sempre più percepite come troppo grandi, dense, inquinate, impersonali o ostili, le grandi città – nonostante la loro attrattiva e il loro fermento culturale – devono affrontare grandi preoccupazioni per riconquistare il cuore di coloro che vivono o vi ritornano.

Attraverso le opinioni di artisti di tutto il mondo e di tutte le generazioni, Grande Ville cerca di delineare nuove utopie e convivialità, al fine di rendere gli spazi urbani più inclusivi, ecologici e desiderabili, riconsiderando il nostro modo di fare le cose lì una base quotidiana.

Riunendo varie forme di espressione, che vanno dalla pittura all’architettura, passando per scultura, fotografia, video, disegno, tessuti e suono, la mostra offre un’immersione nei sogni ad occhi aperti e nelle riflessioni degli artisti cittadini. A volte con umorismo o sensualità, sempre con poesia e generosità, le opere raccolte disegnano una moltitudine di paesaggi che invitano a immaginare altri modi di comprendere e modellare le città.

‘Tina Barney: legami familiari’ al Jeu de Paume
dal 28 settembre 2024 al 19 gennaio 2025

Affascinata dalla famiglia, dalle sue dinamiche e dalle sue storie segrete, Tina Barney ha dedicato gran parte della sua carriera a osservare e immortalare i rituali silenziosi e culturali che legano le generazioni. La fotografa è nota anche per i suoi ritratti di celebrità e per le sue immagini di moda e di lusso per la stampa e le riviste. Questa retrospettiva Tina Barney: Family Ties riunisce 55 stampe fotografiche di grandi dimensioni. A colori o in bianco e nero, dai suoi primi passi agli scatti realizzati nel 2019, dai suoi più grandi successi alle fotografie inedite, dai progetti personali alle commissioni professionali, la mostra offre una panoramica completa della carriera della famosa fotografa americana.

‘Chantal Akerman: Traveling’ al  Jeu de Paume
Dal 28 settembre 2024 al 19 gennaio 2025

Chantal Akermann. Traveling ripercorre il viaggio atipico di questa figura emblematica che continua a ispirare e affascinare generazioni di artisti e cinefili e il cui film Jeanne Dielman, 23 quai du commerce, 1080 Bruxelles è incoronato con il titolo di “Miglior film di tutti i tempi” premiato nel 2022 dalla rivista britannica Sight&Sound .

La mostra al Jeu de Paume propone un dialogo tra i suoi film, le sue installazioni e una bio-filmografia contenente archivi inediti, seguendo passo passo le tappe della sua carriera.

Un viaggio, dunque, attraverso gli anni e i luoghi che ha visto e filmato, dai suoi esordi a Bruxelles al Messico passando per Parigi e New York.

‘Bruno Liljefors’  al Petit Palais
Dal 1 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025

Dopo due mostre dedicate ai pittori svedesi Carl Larsson (2014) e Anders Zorn (2017), il Petit Palais rende omaggio a Bruno Liljefors con l’ultimo capitolo del suo programma incentrato sull’illustre trio svedese noto come “ABC – combinazione delle iniziali dei loro nomi. Questa mostra, unica nel suo genere, presenta un insieme di circa cento opere, tra cui dipinti, disegni e fotografie, provenienti dalle collezioni di musei svedesi come il Nationalmuseum di Stoccolma, partner della mostra, la Galleria Thiel e il Museo di Göteborg, oltre a numerose collezioni private.

Meno noto dei suoi pari, Bruno Liljefors fu comunque una figura importante sulla scena artistica scandinava alla fine del diciannovesimo secolo e mostrando, per la prima volta il suo lavoro al pubblico francese, il Petit Palais cerca di mettere in luce la sua abilità pittorica, oltre al suo contributo originale di nella costruzione del repertorio immaginativo della natura svedese.

‘Heinz Berggruen, un mercante e la sua collezione’ al Musée de l’Orangerie
Dal 2 ottobre 2024 al 27 gennaio 2025

Sulla scia di un Paul Guillaume, il mercante-collezionista tedesco Heinz Berggruen ha costituito un insieme eccezionale dei suoi maestri del XX secolo. Questa mostra permette di esplorare il rapporto di questo singolare gallerista con i suoi artisti e la sua rete del mercato dell’arte nella Parigi del dopguerra.

Il percorso della mostra, tra monografie e focus tematici, sottolinea soprattutto i gusti particolari e personali di Berggruen. Se è ovvio che metterà in luce l’insieme quasi esaustivo delle carriere di Picasso e Klee, così come le notevoli carte incollate di Matisse o le sculture filiformi di Giacometti, la mostra è strutturata intorno alla figura di Heinz Berggruen, alle sue scelte, ai suoi incontri e alle sue affinità che hanno guidato la costituzione di questa collezione.

Amélie Bertrand al Musée de l’Orangerie
Dal 2 ottobre 2024 al 27 gennaio 2025

Dall’inizio degli anni 2010, il vocabolario di Amélie Bertrand è composto da “motivi” che ognuno può facilmente capire – da  muri di mattoni, da reti metalliche, da catene, piastrelle di piscine provenienti dalle risposte pubblicate su internet – a interrogazioni sotto forma di parole chiave. L’artista li combina poi in “spazi credibili” formando paesaggi sempre strani di fronte ai quali una sensazione di miraggio suscita spesso il disagio, esplorando le possibilità e le contraddizioni di queste immagini artificiali. Al centro di questo universo, le ninfee diventano forme, o forse, al contrario, la forma geometrica diventa ninfea, un motivo la cui efficacia è provata, definitivamente verificata e quasi esaurita dall’immensa serie di Claude Monet e dall’ambiente immersivo del museo dell’Orangerie

‘Rodin/Bourdelle: Corps à Corps’ al Museo Bourdelle
Dal 2 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025

Antoine Bourdelle (1861-1929) ammirava Auguste Rodin (1840-1917), vent’anni più anziano di lui. Ha lavorato per quindici anni come professionista, responsabile del taglio dei marmi per Rodin. Il Maestro percepì in questo erede, volutamente indocile, uno scout del futuro.

Parallele, spesso sovrapposte, le loro traiettorie meritano certamente una grande mostra ed ecco allora che attraverso più di 160 opere – tra cui 96 sculture, 38 disegni, 3 dipinti e 26 fotografie – il confronto rivela, con ambizione e scala senza precedenti, le fraternità e le reciprocità, nonché le divergenze e gli antagonismi di due creatori. Di due universi plastici, portatori entrambi delle grandi sfide della modernità.

‘Caillebotte. Uomini di pittura’ al Museo d’Orsay
Dall’8 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025

La mostra presentata al Museo d’Orsay nell’autunno del 2024 ha come soggetto la predilezione di Gustave Caillebotte (1848-1894) per le figure maschili e i ritratti di uomini, e mira a interrogarsi sulla modernità radicale dei capolavori dell’artista attraverso il prisma del nuovo sguardo che la storia dell’arte rivolge alle mascolinità del XIX secolo.

Questo progetto è motivato dalla recente acquisizione di due importanti dipinti di Caillebotte da parte del J. Paul Getty Museum (Giovane uomo alla finestra) e del Museo d’Orsay (Parte di barca), e si basa sulla presenza del capolavoro dell’artista, Strada di Parigi in un tempo di pioggia, in prestito dall’Art Institute di Chicago.

La mostra, composta da circa 70 opere, raccoglie i più importanti dipinti di figure di Caillebotte, oltre a pastelli, disegni, fotografie e documenti.

‘Elmgreen & Dragset: L’addiction’ al Museo d’Orsay
Dall’8 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025

I grandi sobillatori scandinavi dell’arte contemporanea, Elmgreen & Dragset, sono invitati a far dialogare le loro sculture poetiche con l’iconica navata di sculture del Museo d’Orsay.

Le loro mostre si collocano sempre a metà strada tra performance, spazialità e scultura. L’allestimento, appositamente creato per il Museo d’Orsay, capovolgerà la visione dei visitatori, invitandoli a immergersi in un museo sottosopra.

Gli artisti hanno ideato un intervento architettonico radicale intitolato L’Addition.

Mentre indaga le modalità di esposizione delle opere d’arte, il duo presenterà anche una serie di nuove sculture figurative.

‘Arte povera’ a La Bourse de Commerce-Pinault Collection
Dal 9 ottobre 2024 al 27 gennaio 2025

Il 9 ottobre 2024, la Bourse de Commerce, Pinault Collection ospiterà una grande mostra dedicata all’Arte Povera. Tra eredità e influenze, la mostra comprende più di 250 opere storiche e contemporanee, oltre a pezzi che hanno tratto ispirazione da questo importante movimento artistico italiano degli anni ’60.

Questa mostra spiega sia la nascita italiana che l’emanazione internazionale di questo movimento attraverso le opere dei tredici principali protagonisti dell’Arte Povera – Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio.

Situata all’interno dell’architettura unica della Bourse de Commerce, trasformata dall’architetto giapponese Tadao Ando, la mostra è stata concepita come un paesaggio che si attraversa e che diventa il terreno in cui si radica l’infinita poetica dell’Arte Povera.

‘Tarsila do Amaral, Dipingere il Brasile moderno’ al Musée du Luxembourg
Dal 9 ottobre 2024 al 5 febbraio 2025

La mostra invita a immergersi nel mondo dell’artista Tarsila do Amaral; una donna che ha creato uno stile originale e suggestivo a partire dagli anni Venti, fondendo le influenze indigene con le tendenze modernizzanti e riflettendo un Brasile in piena trasformazione.

L’artista, che ha vissuto tra San Paolo e Parigi, è stata una mediatrice fondamentale tra le avanguardie di queste due metropoli culturali. Dopo aver scolpito a Parigi un universo iconografico spiccatamente brasiliano – influenzato dal Cubismo e dal Primitivismo – ha svolto un ruolo decisivo nella fondazione del movimento “antropofagico” a São Paulo nel 1928. Questo movimento, che prende il nome dalla pratica indigena del cannibalismo che simboleggia il “divorare gli altri” per assimilarne le qualità, incarna il modo in cui i brasiliani si appropriano e reinterpretano le culture straniere e coloniali.

‘L’âge atomique. Une histoire de l’art du XXe siècle’ al Museo d’Arte Moderna di Parigi
Dall’11 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025

Il Museo d’Arte Moderna di Parigi propone di rivisitare la storia della modernità nel XX secolo attraverso L’âge atomique. Une histoire de l’art du XXe siècle. La mostra invita il pubblico a esplorare le rappresentazioni artistiche scaturite dalla scoperta scientifica dell’atomo e delle sue applicazioni – in particolare della bomba nucleare le cui conseguenze devastanti hanno cambiato il destino dell’umanità. Riunendo, dunque, quasi 250 opere (dipinti, disegni, fotografie, video e installazioni), oltre a una documentazione spesso inedita, la mostra – per la prima volta in un’istituzione francese – rivela le posizioni molto diverse assunte dagli artisti di fronte alla scienza, ai progressi e le controversie che ne derivano.

Josephsohn visto da  Albert Oehlen’ al Museo d’Arte Moderna di Parigi
Dal 11 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025

Per la prima retrospettiva in Francia dedicata allo scultore svizzero Hans Josephsohn (1920-2012), il Museo d’Arte Moderna di Parigi ha affidato la curatela artistica ad Albert Oehlen, che offre una libera esplorazione dell’opera dell’artista.

Interrogando il processo creativo di Hans Josephsohn – il dialogo con la materia, l’esperienza del gesto, il dettaglio e l’instancabile ricerca – in risonanza con le sue stesse indagini, Albert Oehlen offre un’esperienza artistica e vivente della sua scultura. L’opera di Josephsohn ha affascinato gli artisti con la potenza del suo linguaggio plastico –  infatti Peter Fischli e David Weiss furono tra i suoi primi sostenitori e nel 2007 Ugo Rondinone espose diversi nudi distesi al Palais de Tokyo nella sua mostra La terza mente.

‘Olga de Amaral’ a La Fondation Cartier pour l’art contemporain
Dal 12 ottobre 2024 al 17 marzo 2025

La Fondation Cartier pour l’art contemporain presenta la prima grande retrospettiva in Europa di Olga de Amaral, figura chiave della scena artistica colombiana e della Fiber Art. La mostra riunisce circa ottanta opere realizzate tra gli anni ’60 e oggi, molte delle quali non sono mai state esposte prima al di fuori della Colombia. Oltre ai vivaci pezzi in foglia d’oro per cui l’artista è famosa, la mostra rivela le sue prime esplorazioni e sperimentazioni con il tessile, così come le sue opere monumentali.

‘Des grains de sable’ al Carré de Baudouin
Dal 12 ottobre al 14 dicembre 2024

Estesa a perdita d’occhio nei deserti aridi o bagnati dal mare, sgorgata da una clessidra o scavata dalle mani dei bambini, la sabbia ha molti volti: diverse centinaia di minerali si riuniscono sotto la sua apparente unità. Materiale fluido, difficile da classificare come liquido o solido, evoca gli immaginari più disparati a seconda che arresti le macchine, spazzi le dune o accolga il bacio delle onde.

È sotto il segno di questa pluralità e di questa diversità che si colloca la mostra ‘Des grains de sable’ al Carré de Baudouin, che riunisce sei artisti che cogliendo tutte le possibilità offerte dall’arte contemporanea e, al contempo,  manipolando il video, le arti del fuoco, del vetro, della ceramica, la scultura in metallo o il riciclo, e perfino il video giochi.

Le loro opere, create appositamente per questa espo e mostrate qui per la prima volta, sono legate tra loro da un appello all’immaginazione della lotta, della mescolanza e della fuga. La realizzazione di queste opere originali è stata possibile grazie ad un contributo alla produzione della Città di Parigi e del Crédit Municipal de Paris

‘Damien Deroubaix, en un jour si obscur’ al Museo BnF
Dal 14 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025

Figura singolare sulla scena artistica contemporanea, Damien Deroubaix nutre il suo lavoro con uno sguardo acuto sulla società attuale e sui suoi mali.

La mostra propone un viaggio attraverso il processo creativo di Damien Deroubaix, evidenziando il ruolo dell’incisione nella costruzione del suo vocabolario e nell’invenzione di nuove forme. La mostra – che si snoda in un percorso circolare nella galleria Mansart – mette in luce l’evoluzione delle domande di Deroubaix e la loro espressione, dalla denuncia cruda e diretta della violenza dei meccanismi del potere a una riflessione più interiorizzata sul posto dell’uomo nell’universo e il ruolo dell’artista.

‘Jackson Pollock: The Early Years (1934-1947)’ al Musée national Picasso-Paris
Dal 15 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025

La mostra Jackson Pollock: The Early Years (1934-1947) rivisita gli inizi della carriera di Jackson Pollock (1912-1956), segnati dall’influenza del regionalismo e dei muralisti messicani, fino ai suoi primi dripping del 1947. Questo corpus di opere, raramente esposto per se stesso, testimonia le diverse fonti che hanno nutrito la ricerca del giovane artista, incrociando l’influenza delle arti native americane con quella delle avanguardie europee, tra cui figura in modo prominente Pablo Picasso. Paragonato al pittore spagnolo e ai grandi nomi della pittura europea dalla critica, Pollock si è rapidamente affermato come un vero e proprio monumento della pittura americana, e così facendo, isolato dalle più complesse reti di scambi di influenze che hanno nutrito il suo lavoro durante i suoi anni newyorkesi.

L’intervento semipermanente in situ (3 anni) di Guillermo Kuitca al Musée national Picasso-Paris
Dal 15 ottobre 2024

Su invito del Musée national Picasso-Paris, l’artista argentino Guillermo Kuitca (n. 1961) ha creato un’opera site-specific nella cappella dell’Hôtel Salé. Dal suo intervento alla Biennale di Venezia del 2007, Kuitca ha sviluppato un nuovo linguaggio che l’artista chiama “pittura cubistoide”, in cui un insieme di linee intersecanti, come tante pieghe sul piano, è distribuito direttamente sulle pareti, formando un nuovo spazio pittorico.

Pascal Convert  al Musée national Picasso-Paris
Dal 15 ottobre al 4 novembre 2024

Spiritualità e memoria sono al centro dell’opera di Pascal Convert. Nell’ambito della creazione del Centre d’Études Picasso, il museo ha commissionato all’artista la creazione di una grande biblioteca di libri cristallizzati – tutte opere monografiche su Picasso – che costituiranno l’opera emblematica e tutelare del luogo, che aprirà le sue porte a ricercatori e appassionati all’inizio del 2025.

La cristallisation au livre perdu consiste nel distruggere un libro e il suo contenuto con del vetro fuso, che gradualmente prende il posto del libro. Il risultato è un oggetto spettrale, un’opera cristallizzata che porta con sé una memoria vetrificata.

Martine Syms con ‘Total’ a Lafayette Anticipations

In uscita il 15 ottobre 2024

Con la mostra Total, l’artista americana Martine Syms invita i visitatori a immergersi in un’opera d’arte totale, che si confronta con il teatro del quotidiano e con i ruoli che vi svolgiamo.

Questa mostra fonde gli spazi del museo, del negozio e dello studio personale dell’artista creando un ponte tra pubblico e privato, tra visibile e invisibile, interno ed esterno. Con i primi lavori accanto a oggetti ed  edizioni di nuova produzione disponibili per la vendita, Total ripercorre l’interesse di lunga data di Syms per le immagini e il loro effetto sulla realtà.

Mohamad Abdouni con ‘Soft Skills’ aLafayette Anticipations
Inaugurazione il 15 ottobre 2024

Mohamad Abdouni si impegna a preservare le storie incomplete o a rischio di scomparsa.

Nel corso degli anni, ha intrecciato una rete di relazioni e immagini fotografiche che lo collegano a personaggi che sono depositari di memoria, ai loro archivi e alle persone che ritraggono. Riempie i vuoti e i silenzi nei loro racconti con elementi di finzione che sviluppa utilizzando l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie.

Per la sua mostra personale presso Lafayette Anticipations, l’artista libanese persegue questa ricerca, questa volta attraverso un approccio introspettivo mediante il quale approfondisce la sua storia personale.

Ugo Rondinone e Tarek Lakhrissi con ‘Chi ha paura del rosso, del blu e del giallo’ alla Reiffers Art Initiatives
Dal 15 ottobre al 16 novembre 2024

Ugo Rondinone è il mentore dell’artista Tarek Lakhrissi per la quarta edizione del programma di mentoring Reiffers Art Initiatives 2024. La mostra sarà presentata al Reiffers Art Center in occasione di Art Basel Paris.

Figura di spicco dell’arte contemporanea e celebrato dai principali musei del mondo (MoMA PS1, Centre Pompidou, Whitechapel Gallery, Château de Versailles, ecc.), Ugo Rondinone è un rinomato artista multidisciplinare, poeta, collezionista e curatore.

Artista visivo e poeta, invece, Tarek Lakhrissi sviluppa la sua pratica attorno a diversi media come scrittura, performance, video e scultura. Le parole e il linguaggio sono la fonte del suo lavoro. Esplorando poesia, cultura popolare ed emozioni, il lavoro di Tarek Lakhrissi ridefinisce un’immaginazione emancipante e anticipa un futuro altrettanto emancipante. Rappresentato dalla Galerie Allen a Parigi, l’artista ha già esposto a livello internazionale, in particolare in Germania, Italia e Svizzera.

‘Science/Fiction. Une non-histoire des Plantes’ alla Maison Européenne de la Photographie
Dal 16 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025

La Maison Européenne de la Photographie /MEP di Parigi presenta in genere tre mostre all’anno, una dedicata all’opera di un grande artista francese o internazionale, nei piani principali della galleria, e due dedicate ad artisti emergenti nell’area Studio.

Dal 16 ottobre 2024 MEP presenta Science/Fiction. Une non-histoire des Plantes che è parte di un progetto espositivo avviato nel 2020 che propone di ripercorrere una storia visiva delle piante che collega arte, tecnologia e scienza dal XIX secolo ai giorni nostri.

Riunendo più di 40 artisti di epoche e nazionalità diverse, questa mostra mette a confronto opere fotografiche storiche come i cianotipi di Anna Atkins, l’inventario delle forme vegetali di Karl Blossfeldt o gli esperimenti al microscopio di Laure Albin Guillot con creazioni di artisti contemporanei come Jochen Lempert, Pierre Joseph, Angelica Mesiti, Agnieszka Polska e Sam Falls.

‘I confini sono animali notturni/Sienos Yra Naktiniai Gyvunai’ al Palais de Tokio
Dal 17 ottobre 2024 al 5 gennaio 2025 

Un ambizioso progetto organizzato in collaborazione con il KADIST di Parigi e il Centro d’arte contemporanea di Vilnius, nell’ambito della Stagione lituana in Francia.

Attraverso questa mostra, gli artisti lituani e i loro omologhi dei cosiddetti Paesi “post-socialisti” esplorano le narrazioni spesso dimenticate o oscurate dell’Europa orientale, ponendo al contempo una domanda cruciale: in che modo gli attuali sconvolgimenti geopolitici possono rimodellare la nostra percezione del passato e del presente?

I confini sono animali notturni/Sienos yra naktiniai gyvūnai prende il titolo da un saggio di Luba Jurgenson, When We Woke Up, che evoca l’invasione dell’Ucraina nel 2022. “I confini sono animali notturni, si muovono mentre noi dormiamo. Dobbiamo sempre essere vigili”, scrive Jurgenson, sottolineando la fragilità dei confini e l’imprevedibilità dei conflitti. Questo contesto di guerra, in particolare in Ucraina, è al centro della mostra, mettendo in evidenza l’impatto delle invasioni sulle storie regionali e sulla resilienza delle società.

‘Pop Forever, Tom Wesselmann & …’ a La Fondation Louis Vitton
Dal 17 ottobre 2024 al 3 marzo 2025 

Dal 17 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025, la Fondation Louis Vuitton presenterà Pop Forever, Tom Wesselmann &… – mostra dedicata alla Pop Art come dei maggiori movimenti artistici degli anni ’60, la cui influenza continua a farsi sentire in tutti i continenti e tra tutte le generazioni.

La mostra sarà incentrata su Tom Wesselmann (1931-2004), una delle figure principali del movimento, attraverso una selezione di 150 dipinti e opere in vari materiali. L’esposizione presenterà anche 70 opere di 35 artisti di diverse generazioni e nazionalità che condividono una comune sensibilità per il “Pop”, dalle sue radici dadaiste alle sue manifestazioni contemporanee, e dagli anni ’20 ai giorni nostri.

Ylva Snöfrid con ‘Cosmos & Vanitas’ allo Swedish Institute di Parigi
Dal 18 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025

Per oltre trent’anni, Ylva Snöfrid ha costruito un corpus coerente di opere incentrate su oggetti di pittura e scultura, che utilizza nella messa in scena delle sue performance. Ha presentato mostre, rituali e performance in importanti gallerie e istituzioni in Europa, negli Stati Uniti e in Asia. Cosmos et Vanitas è la sua prima mostra personale a Parigi.

Stephen Jones con ‘Capeaux d’artiste’ al Musée de la Mode de la Ville de Paris
Dal 19 ottobre 2024 al 16 marzo 2025

La mostra Stephen Jones Chapeaux d’artiste al Palais Galliera presenta il lavoro di uno stilista britannico che, dalle sue prime collezioni degli anni ’80 fino alle più recenti, è riconosciuto da celebrità e stilisti come uno dei più grandi cappellai contemporanei.

Per la prima volta in oltre quarant’anni al Palais Galliera una mostra è interamente dedicata a un accessorio, il cappello, trattandolo come un’opera d’arte a sé stante. La mostra si concentra sul processo creativo di Stephen Jones, sulle fonti di ispirazione dietro i suoi pezzi e sul ruolo di Parigi nel suo lavoro.

Myriam Mihindou con  ‘Ilimb, l’essenza delle lacrime’ al Museo Quai Branly-Jacques Chirac
Dal 6 febbraio al 10 novembre 2024

L’arte contemporanea, quando si fonde con le tradizioni ancestrali, spesso offre esperienze sensoriali uniche e profonde. È precisamente ciò che propone la mostra Ilimb, l’essenza delle lacrime dell’artista franco-gabonese Myriam Mihindou, presentata presso la Galleria Marc Ladreit de Lacharrière del Musée du quai Branly – Jacques Chirac a Parigi dal 6 febbraio al 10 novembre 2024.

Myriam Mihindou, nota per la sua esplorazione di temi legati all’identità culturale e alla memoria collettiva, propone un’installazione immersiva e sonora che dialoga con la collezione di strumenti musicali conservata nel museo. Attraverso ceramiche, assemblaggi di oggetti, sculture, forme, materiali e suoni, offre un’esperienza che coinvolge i sensi e le emozioni dei visitatori, invitandoli a immergersi nella ricchezza della cultura Punu

‘We are Here’ al Petit Palais
Dal 12 giugno al 1 novembre 2024

Dal 12 giugno al 17 novembre 2024, il Petit Palais ospita una grande mostra gratuita dedicata all’arte urbana We Are Here.

Per la prima volta, il Petit Palais apre le sue porte agli artisti urbani invitandoli a entrare in un sottile dialogo con le sue collezioni permanenti e la sua architettura. Una vera esplorazione dell’arte urbana viene offerta ai visitatori attraverso un percorso tra nuove opere, accessibili gratuitamente.

Tredici grandi artisti del movimento Street Art come Shepard Fairey, Invader, D Face, Seth, Cleon Peterson, Hush, Swoon, Vhils, Inti, Add Fuel e Conor Harrington invadono il Petit Palais con opere monumentali e creano legami con le collezioni museali. Questa passeggiata conduce il visitatore ad un’installazione di oltre 200 opere, presentate in un’unica sala delle collezioni.

‘Fashion on the Move #2’ al Musée de la Mode de la Ville de Paris
Dal 20 aprile 2024 al 5 gennaio 2025

Dal 26 aprile 2024 al 5 gennaio 2025, il Palais Galliera presenta la mostra delle sue collezioni Fashion on the Move #2. Per motivi di conservazione preventiva e anche per esporre nuove opere provenienti dalle collezioni del museo, questa seconda mostra presenterà una storia della moda dal XVIII secolo ai giorni nostri, sviluppando al contempo un tema trasversale sul corpo in movimento.

Con Parigi pronta a ospitare i Giochi olimpici e paralimpici nell’estate  del 2024, il Palais Galliera ha selezionato 300 articoli dalle sue collezioni per  esplorare il ruolo dell’abbigliamento speciale nelle attività fisiche e sportive  , nonché i fattori sociologici riflessi nel suo sviluppo.  Gli indumenti progettati per lo sport e le attività fisiche come l’equitazione,  il tennis, il golf e il ciclismo, vengono confrontati con gli abiti che venivano indossati in  città. Questa seconda mostra fornisce una migliore comprensione della graduale  specializzazione degli indumenti sportivi e dell’arrivo dell’abbigliamento sportivo nel guardaroba quotidiano delle persone.

Una sezione è interamente dedicata ai bagni di mare e al nuoto, a simboleggiare  la democratizzazione dello sport avvenuta alla fine del XIX secolo

Arabofuturs con ‘Science-fiction et nouveaux imaginaires’ al L’Arab World Institute
Dal 23 aprile al 27 ottobre 2024

Arabofutrs si distingue per la capacità di fondere anticipazione e fantascienza con profonde riflessioni sulle nostre società attuali. Videomaker, artisti visivi, fotografi e performer si uniscono per creare un laboratorio di ipotesi dinamiche. Ogni loro opera offre una prospettiva unica e audace sui dilemmi contemporanei, sognando nel contempo i possibili mondi del domani.

La mostra inizia con un’introduzione al concetto pionieristico del Gulf Futurism, sviluppato da Sophia Al-Maria e Fatima Qadiri nel 2012. Questo approccio artistico mette in discussione l’ipermodernizzazione accelerata e l’iperconsumismo nella regione del Golfo. Opere come il gigantesco labirinto di centri commerciali di Sophia Al-Maria illustrano questi temi con una intensità affascinante

‘Jérôme Zonder. It’s a small path’ alMusée d’art et d’histoire du Judaïsme 
Dal 1° giugno al 27 ottobre 2024

L’opera grafica di Jérôme Zonder è virtuosa e molteplice, in sintonia con la sua visione, così nutrita dal flusso infinito della cultura popolare. Per il MahJ, Jérôme Zonder ha immaginato un’installazione che si sviluppa sul pavimento e sulle pareti della galleria contemporanea. Invita il visitatore a vagare all’interno dell’opera stessa, un vasto tabellone da gioco da percorrere scatola dopo scatola, prima di essere rinchiuso in un ciclo infinito in mezzo alle immagini.

Laureato all’École nationale supérieure des Beaux-Arts di Parigi nel 2001, Jérôme Zonder sviluppa da oltre vent’anni un lavoro incentrato sulla pratica del disegno costantemente reinventata.

‘Gardiens du Temps’ l’installazione monumentale di Jiang Qiong Er al Musée Guimet
Dal 27 aprile 2024 al 16 febbraio 2025 

Il Museo Nazionale delle Arti Asiatiche – Guimet dà carta bianca all’artista visivo e designer di Shanghai,Jiang Qiong Er , per investire i suoi spazi. Dalla facciata dell’edificio, decorata con dodici creature mitiche, alla sua terrazza, dove è dispiegata una gigantesca rete ricamata, ma anche all’interno della biblioteca o sotto la cupola, questa edizione speciale presenta le installazioni monumentali di Jiang Qiong Er, che reinterpreta i simboli della cultura tradizionale cinese.

 ‘Alberto Giacometti. Ne pas parler de sculptures peintes’ all’Istituto Giacometti
Dal 2 luglio al 3 novembre 2024 
 

Dal 2 luglio l’Istituto presenta la mostra ALBERTO GIACOMETTI. Ne pas parler de sculptures peintes, titolo che riprende l’’espressione che Giacometti ha rivolto al suo gallerista Pierre Matisse, nel 1950:  Per non parlare delle sculture dipinte… il colore è parte della scultura, [le sculture] sono dipinte a olio come i quadri.

E il desiderio di realizzare figure “vive” che spinge l’artista ad utilizzare la sua tavolozza e i suoi pennelli per “animare” le sue sculture, piccole o grandi che siano.

L’Istituto Giacometti presenta per la prima volta gran parte della sua collezione di gessi dipinti, riunendo opere emblematiche come Stele, Donne di Venezia e Figurine in gabbia e rivelando così al pubblico una parte commovente e segreta dell’opera dell’artista.

In tutte le fasi della sua carriera, Alberto Giacometti ha dimostrato il suo desiderio di connettere intimamente scultura e pittura, dipingendo alcune delle sue sculture in gesso e bronzo, arrivando talvolta addirittura a dipingere su opere complete installate in una mostra.

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