Vittore Fossati. Effetti Personali – Fotografie 1981-2018 è il nuovo progetto espositivo allestito presso le Sale d’Arte di Alessandria e curato da Vittore Fossati e Giovanna Calvenzi, che offre una panoramica su alcune fasi della carriera del fotografo alessandrino. La mostra resterà aperta al pubblico sino al 12 gennaio 2025 e presenta circa settanta opere provenienti da sette progetti realizzati dall’artista nel corso della sua carriera, dal 1981 al 2018.
Con il titolo Effetti personali, Fossati fa riferimento sia al concetto di ricordi, sia alla ricerca, talvolta, di strane configurazioni che derivano dal rivelare alcuni elementi della realtà attraverso la fotografia e lo sguardo soggettivo. Il suo stile è documentario, ma non è un fotografo documentario. L’artista parla delle tre verità contenute nella fotografia di paesaggio: la mera verità geografica del luogo in cui è stata scattata la foto, considerata da lui con meno interesse; la verità biografica, da lui considerata a volte banale; e la verità metaforica, che può essere anche molto ambigua. Tutte e tre sono presenti nelle foto di Vittore, ma ciò che interessa all’artista è il risultato dell’unione di queste verità, che, mescolandosi, possono provocare effetti interessanti. Al rilevare gli elementi della realtà si aggiunge dunque il rivelare quegli aspetti che appaiono invisibili a un primo sguardo: la realtà richiede osservazione e meditazione. L’atto fotografico viene spesso percepito come il mezzo per immortalare un istante altrimenti sfuggente della realtà nella sua velocità; in questo caso, per Vittore, si configura più come un’attesa e una contemplazione che riescono a far emergere ciò che, a prima vista, la realtà ci nasconde.
Il percorso si apre con una selezione di fotografie presenti nel libro “Viaggio d’Italia”, esposte nel 1984 nella celebre mostra collettiva curata da Luigi Ghirri, Gianni Leone ed Enzo Velati. Si continua con il secondo ciclo di opere della serie Belle Arti, realizzate nell’atelier di Bruno Severino, testimonianza dell’amicizia e degli scambi di opinioni e ragionamenti. Le fotografie appaiono rotonde, ma non sono ritagliate; sono scattate con una mascherina tonda davanti all’ottica.
Il terzo ciclo di opere è Osservazioni fotografiche lungo il corso del torrente Scrivia, del 1996. Qui è molto presente l’idea di meditazione e osservazione. Come ci dice l’artista, per lui il gesto fotografico non è un gesto naturale: ascolta il fiume, ascolta la natura; è un processo che richiede tempo, la fotografia è anche meditazione. A volte, catturare un istante può richiedere ore. Insistenza dello sguardo è anche il titolo di una sua mostra. Solo osservando a lungo si riescono a vedere cose che prima non esistevano, che siano nella mente o nella realtà tangibile. Stare fermi ad osservare, nella società di oggi, non succede più. Il percorso prosegue con Storie immaginate in luoghi reali, del 2007, e Il Tanaro a Masio, che registra ancora soste e riflessioni in riva al fiume dal 2012 al 2018. A chiudere il percorso troviamo la sezione Dove sono i Pirenei, con opere realizzate nel 2015, così descritte da Vittore: In alcuni dei luoghi più noti dei Pirenei, alternate a stravaganti riproduzioni di cartoline e illustrazioni di libri.