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Antonietta Orsatti e un racconto senza fine, né inizio

I pensieri sommersi, 2020 incausto su tela
Rotoli, 2012-2024, tecnica mista su cartone
Un flusso implacabile e profondo di creatività va in scena da Lettera_E con Antonietta Orsatti, Ora ti racconto, non c’erano solo i fiori: un iperromanzo che parla attraverso la carsica e segreta espressività narrativa di una geniale artista capace di infiniti racconti dove non c’è inizio né fine.

Nello spazio indipendente Lettera_E di Roma – Via Muzio Attendolo, 14 – si snoda la segreta e fiammeggiante fantasia di Antonietta Orsatti con Ora ti racconto, non c’erano solo i fiori, esposizione a cura di Paolo Cortese, che raccoglie oltre 30 opere e restituisce la sotterranea e corrente genialità dell’artista attraverso sculture di terracotta e di cartone e disegni su stoffa, cartone e album, visibili fino al 16 novembre.

Ad aprire la scena sono i cartoni disegnati e dipinti: variopinti e multiformi condomini di vite, opposte, tangenti, parallele, incrociate, che si toccano, sottili, come in Gli abitanti del borgo, sorta di narrative istruzioni per l’uso della vita. Tra queste stratificate immagini, il flusso della narrazione si dipana attraverso frammenti minimi – figure solide tra schizzo e silhouette, pastello e collage – che creano molteplici e complesse storie. In esse, contenuti e linguaggi si mescolano, dal figurativo quasi naif e finemente infantile alla ricerca astratta materica delle forme sequenziali di geometrie infinite, che si legano ai magnifici frutti delle nature morte still life, fino al sacro e al profano dei temi narrati.

In continuità con queste espressioni creative vi sono i cilindri istoriati: semplici rotoli di cartone che l’autrice trasforma, da scarti, a singolari ed emozionanti figurazioni popolate di slanciate presenze e avvolti paesaggi metafisici fatti di case, alberi, rare figure e le numerose tegole dei tetti sotto il cielo. Come scrive il curatore, “l’artista segue liberamente il filo della narrazione, un filo che si dipana tra fantasia, immaginazione e le memorie senza tempo dell’infanzia”. Con i tubi disegnati sembra emergere come medium d’elezione il cartone che, dalla povertà cui è comunemente relegato, assume – sotto le manipolazioni e i tracciati di Antonietta Orsatti – brillante e multiforme nobiltà.

I pensieri sommersi, 2020
incausto su tela

Attraverso il materiale cartaceo da imballaggio, essa compone preziosi scrigni narrativi e variopinte sculture, diorami ed architetture, scenografie e libri d’artista pop up, danze di figure e macchine espositive, uno stratificato raccontare in immagini che affiora anche nelle opere dipinte tra tele ed encausto e stoffe gessate, come nel criptocubismo dei Pensieri sommersi.

A fare da centri di gravità permanente nell’ammasso stellare di storie raccolte nello spazio di Lettera_E, una selva di solidi coni si stagliano verso l’alto: sono questi la riproposizione artistica di un remoto frammento del passato che si fa supporto per le figurazioni tra vivi abbracci, materici fiori, corpi avvolgenti e collage danzanti, lontani e sognanti ricordi del pastificio paterno e di un’infanzia popolata di favole e folklore rivisitata attraverso l’arte.

Alla storia personale dell’autrice rimanda anche la nascita di altre sculture, le argille dei mattoni, età antecedente al periodo del cartone. Queste opere, cotte nella fornace industriale del marito, sono forattini “incisi e modellati ancora freschi e […] diventano supporto espressivo per le sue storie”: i cosmi che emergono dai mattoni rotti e intagliati diventano meravigliose costruzioni abitate da figure plasmate di terra su cui è stato soffiato un alito di vita. L’argilla così si risveglia, diventa carne della sua carne, le forme si fanno a sua immagine e somiglianza e le storie lievitano, nello spazio e nella mente.

Come spiega il curatore Paolo Cortese, “la mostra si concentra sulla dimensione narrativa declinata in maniera del tutto originale su ogni tipo di supporto. Nel creare le sue storie, l’artista segue il filo delle idee che le vengono suggerite da frammenti di carta trovati, o anche da ricordi e suggestioni che emergono nei suoi sogni. Ogni occasione è per lei spunto e fonte di ispirazione”. E così, Ora ti racconto, non c’erano solo i fiori svela le storie ininterrotte di Antonietta Orsatti, un segreto e implacabile flusso creativo di fiammeggiante fantasia dove non c’è rosa senza spine e non c’è inizio né fine. Lei crede che ogni storia debba avere un principio e una fine?

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