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In-genium. Maire racconta l’ingegneria di ieri e oggi in un volume che unisce scienza, arte e filosofia

Nicosia Domus Aurea
Carmelo Nicosia,  Domus Aurea

Il gruppo Maire e il Parco archeologico del Colosseo presentano in-genium. Sguardi sul passato e sul futuro della tecnologia, un volume fotografico edito da Silvana Editoriale che attraverso il linguaggio dell’arte racconta il mestiere dell’ingegnere e gli angoli nascosti della tecnologia antica. Gli scatti, realizzati da autori affermati e giovani talenti, resteranno esposti al Parco archeologico per il periodo delle festività.

La traiettoria che assume l’esistenza di un edificio è varia, oscilla in varie forme e passaggi dall’effimero all’eterno. In questi ultimi casi, o almeno nei casi in cui si tende verso una sua perpetua permanenza, la costruzione nata con intenti funzionali vede l’aspetto simbolico, programmato o inaspettato, prendere il sopravvento sulla mera, seppure importante, attività che si presupponeva portasse avanti. Diviene, in una parola, un monumento. Dal latino monumentum, “ricordo”, da monère, “ricordare”, parliamo quindi di un’opera architettonica di valore artistico e storico, che racchiude in sé l’idea di qualcosa di immutabile e immutato, da così tanto tempo vessillo della memoria da aver reso opaca la praticità che secoli addietro si nascondeva in estetiche magniloquenti e maestose.

In tale ordine di pensieri, la mente sorvola cullata dal vento il Parco archeologico del Colosseo, dove resiste un mondo che non esiste più, quello dell’antica Roma, a cui la Roma moderna continua però a guardare, ogni giorno, intessuta nel cuore del suo reticolo urbano. Come facciamo tutti noi. E così fa anche Maire, gruppo societario attivo nel settore ingegneristico, tecnologico ed energetico, attiva in ambito culturale attraverso la sua Fondazione, che si è rivolta proprio al Colosseo, ai Fori Imperiali e non solo, per approfondire se stessa insieme alla nostra storia collettiva, per scovare nel passato spunti utili per il futuro. Una ricerca guidata certo dalla compenetrazione estetica e ideale tra le ambizioni di una società gloriosa, quella romana, e una società imprenditoriale e ambiziosa, Maire. Ma non solo.

MAIRE Gdańsk, Poland 2016

Il progetto, concretizzatosi in un volume – in-genium. Sguardi sul passato e sul futuro della tecnologia, edito da Silvana Editoriale – che si muove sul doppio binario del testo e della fotografia, ambisce a recuperare la funzionalità dimenticata dell’ingegneria romana, a penetrare i meccanismi interni che animavano messe in scene perfette, soluzioni di raffinata abilità tecnica che al tempo si ammantavano quasi di magia. Lo smisurato progresso tecnologico vissuto dall’umanità nei secoli rischia di offuscare l’immensa capacità innovativa dei romani, che paragonata al contesto risulta ancora oggi ben più che sorprendente. Templi, ponti, teatri, acquedotti, strade, ville, terme, circhi. Simboli di bellezza e potere, ma anche creazioni funzionali dettate da bisogni concreti, che a loro volta assumono un ruolo ispirazionale per i professionisti di oggi. Qui risiede la particolarità della sguardo di Maire, che non si rivolge genericamente al passato alla ricerca di un abito culturale da indossare durante le cene di gala, ma indaga con curiosità e passione l’aspetto tecnologico che nella sua pratica di oggi risulta più che utile.

Come leggiamo nel testo di Nunzio Giustozzi, archeologo e storico dell’arte, “Su un tracciato parallelo di testi e documenti visivi si muove così il volume, che esplora in ambito filosofico, semiotico oltre che archeologico, attraverso una selezione di lemmi significativi e l’analisi di casi esemplari, la consonanza fra le capacità innovative, le competenze tecnologiche raggiunte dai Romani, specialmente nell’arte del costruire, e le nuove frontiere dell’ingegneria chimica in una prospettiva ecosostenibile, nel tempo improcrastinabile della transizione ecologica, dentro pagine in cui si deve registrare, senza nostalgie, ciò che è stato per capire ciò che avverrà domani, per riflettere su quella che sarà la prossima tappa dello sviluppo industriale del pianeta, sul suo impatto, sugli equilibri nella società“.

Cosmo Laera, Ascensore nel Colosseo

Progettare, misurare, canalizzare, miscelare, sollevare, riutilizzare: questi i termini che scandiscono le tappe del libro, laddove incontriamo gli approfondimenti critici dei ricercatori del Parco archeologico del Colosseo, oltre a testi guida della filosofa Ilaria Gaspari, del fotografo e fotoreporter Carmelo Nicosia e del già citato Giustozzi. E che rievocano alcuni dei più grandi progetti dell’antica Roma: la progettazione neroniana della Domus Aurea; la misura del sacro e del bello tra Curia Iulia e Foro Romano; i sistemi idrici degli Horti Farnesiani, Casa delle Vestali, Fontana delle Pelte e Cloaca Massima; le opere cementizie presso il Tempio di Venere e Roma ed i metodi di miscelazione di pigmenti naturali nel mosaico rustico; il sistema di montacarichi sotterranei del Colosseo per sollevare le scenografie degli spettacoli e la tecnica di costruzione verticale dei rocchi della Colonna Traiana; ed infine la Domus Tiberiana, esempio di “economia circolare”.

Quanto all’aspetto visivo, il più denso ed eloquente, capace di reggersi senza alcun ausilio narrativo, Maire si è rivolta ad artisti affermati quali Luca Campigotto, autore di un servizio evocativo in grado di unire ai monumenti romani i paesaggi industriali provenienti dall’archivio di impianti realizzati da Maire, e ai maestri e agli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Milano, Roma e Catania, le tre città dove Maire ha i suoi uffici operativi. “Il progetto esecutivo ha visto la costituzione di tre gruppi di lavoro che, dopo un periodo di approfondimento storico e architettonico, hanno iniziato la residenza romana, condividendo tecniche e saperi in un’ottica di collaborazione e scambio di dati, obiettivo primario delle residenze, occasione e strumento di conoscenza, scambio interculturale e confronto serrato“, racconta Nicosia, che ha supervisionato il progetto.

MAIRE Al Jubail, Saudi Arabia

Da ciascun tema dato è scaturita una riflessione, una progettualità, la percezione del tempo e dello spazio nel 2024″, prosegue il fotografo, “A ogni voce un sito specifico e a ogni sito un’immersione sensoriale linguistica, una sfida fra tradizione e innovazione per raccontare, con gli strumenti culturali del nostro tempo, con gli strumenti dell’arte e della ricerca, duemila anni di storia“. A proposito di voce: il progetto fotografico si trasforma in racconto orale attraverso Jacopo Veneziani, storico dell’arte e divulgatore, protagonista di un podcast a cura di Chora Media.

Sono particolarmente lieto di questa collaborazione e del contributo dei fotografi delle Accademie di Belle Arti italiane“, commenta Fabrizio Di Amato, Presidente di MAIRE e Fondazione MAIRE, “un’opportunità per giovani talenti di misurarsi con la sfida di rappresentare l’ingegneria di ieri, di oggi e quella futura al servizio della transizione energetica. Sono convinto che questa iniziativa sarà di ispirazione per gli ingegneri umanisti del futuro che stiamo contribuendo a formare e di cui abbiamo bisogno”. Giovani ed esperti, passato e presente si uniscono così in un incrocio di prospettive che miscelando arte e tecnologia creano un racconto visivo eterno ed eppure inedito, in grado in ultima istanza di evocare un’idea, la visione che Maire ha del suo futuro e di quello dell’intero pianeta: ambizioso, sostenibile, illuminato.

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