
Morto a 66 anni a Latina Italo Bergantini, storico gallerista e fondatore della Romberg Arte Contemporanea.
È morto a 66 anni Italo Bergantini, storico gallerista e fondatore della Romberg Arte Contemporanea, punto di riferimento per l’arte del presente nel Lazio e oltre. Figura carismatica, appassionata e profondamente libera, Bergantini ha rappresentato per decenni una voce originale nel panorama dell’arte italiana, costruendo una rete di relazioni artistiche che ha dato spazio a nuove visioni e talenti emergenti.
La sua galleria, fondata a Latina e situata al piano terra del grattacielo Baccari, era molto più di un semplice spazio espositivo. In quarant’anni di attività, Romberg si è trasformata in un laboratorio culturale aperto, capace di dialogare con il territorio e al tempo stesso di guardare oltre, ospitando mostre di artisti italiani e internazionali, progetti curatoriali coraggiosi e attività editoriali che hanno contribuito alla diffusione dell’arte contemporanea.
Romberg ha organizzato in media cinque esposizioni l’anno, affiancate da pubblicazioni e incontri che hanno coinvolto critici, curatori e studiosi. Tra le rassegne più recenti si ricordano “Solo gli amanti sopravvivono”, che ha messo in dialogo artisti come Stefano Abbiati, Antonio Cervasio e Sebastiano Guerrera, e “Ti presento un amico”, un ciclo dedicato all’amicizia come valore umano e culturale, esplorato attraverso il linguaggio dell’arte. La sua passione per l’arte e il suo impegno nella valorizzazione dei talenti emergenti sono stati sempre riconosciuti come nel 2010, ad esempio, quando ha curato la mostra “Il cielo sopra” presso la sua galleria, coinvolgendo artisti come Carlo Cane, Michelangelo Galliani e Luca Piovaccari.
Mai banale
Bergantini ha saputo intercettare i cambiamenti dell’arte contemporanea con uno sguardo sempre lucido, indipendente e mai banale. Il suo impegno ha contribuito a dare voce a generazioni di artisti quando ancora Latina non era presente sulla mappa delle città dell’arte. Il suo merito è stato quello di insistere sulla necessità di creare luoghi di produzione e riflessione, senza inseguire mode, ma sostenendo ricerche autentiche.
Con la sua scomparsa, l’arte italiana perde una figura unica: un appassionato militante culturale, un editore d’immagini, un costruttore di comunità creative.













