
Dal 17 aprile al 17 maggio 2025, lo spazio espositivo LAMB di Venezia ospita “L’Illustre Ignoto”, personale del pittore altoatesino Damiano Colombi, a cura di Francesco Liggeri. Un’esplorazione visiva tra materia, gesto e astrazione, ove la pittura si fa ricerca dell’essenziale.
In un panorama artistico spesso dominato dalla sovra-narrazione, Damiano Colombi sceglie la via opposta: quella della sottrazione, del gesto calibrato, della materia che si fa racconto silenzioso. “L’Illustre Ignoto” è una mostra pensata come un percorso di equilibrio e tensione, in cui la superficie pittorica si apre a forme non definite, sospese tra controllo e intuizione.
Colombi lavora con acrilico, cera e pigmenti, combinando tecniche e materiali in modo libero ma rigoroso. Le sue opere non illustrano, non cercano di spiegare, ma piuttosto lasciano emergere possibilità visive attraverso un dialogo tra materia e pensiero. Il gesto pittorico diventa un atto di ascolto del tempo e della casualità.
“La sua pittura non rappresenta il visibile, ma ciò che ancora non è emerso”, in una tessitura fatta di traiettorie liquide, segni precisi, colature trattenute, in cui ogni elemento è frutto di una tensione costante tra volontà e accadimento.
Classe 1994, Colombi ha sviluppato una pratica pittorica solida ma aperta alla sperimentazione. Le sue tele appaiono come campi di energia, in cui l’intervento dell’artista non impone ma lascia spazio. Ogni quadro è un piccolo sistema che si regge su un equilibrio fragile, mai scontato, dove l’ignoto non è vuoto, ma potenziale creativo.

“L’Illustre Ignoto” è il frutto di un lavoro lungo e stratificato, durato due anni. Una mostra che racconta un’urgenza interiore, più che un concept, e che si inserisce con coerenza nel percorso espositivo di LAMB, spazio veneziano sempre più attento alla nuova pittura italiana.
Il direttore artistico Leo De Luca definisce Colombi come “uno degli artisti emergenti più interessanti del panorama nazionale”. E questa mostra sembra confermarlo: nessuna dichiarazione programmatica, nessun effetto facile. Solo un invito a osservare, a rallentare, a lasciarsi interrogare da ciò che accade sulla tela.
In un contesto artistico spesso legato all’urgenza del racconto o alla spettacolarizzazione del gesto, Colombi propone una via alternativa. Quella di una pittura riflessiva, essenziale, ma tutt’altro che silenziosa.














