
Sarà un Padiglione Tedesco all’insegna dell’indagine sociale e della memoria quello che accoglierà i visitatori della 61ª Biennale d’Arte di Venezia nel 2026. A rappresentare la Germania saranno due tra le artiste più incisive della scena contemporanea: Henrike Naumann e Sung Tieu, scelte dalla curatrice Kathleen Reinhardt per conto dell’Institut für Auslandsbeziehungen (ifa).
Un duo d’eccezione che, con linguaggi installativi e scultorei, si confronterà con le tensioni che attraversano il nostro tempo. “Con il loro lavoro pongono domande cruciali sulla responsabilità storica e il ruolo dell’individuo e della collettività” afferma Reinhardt. “Parlano da una prospettiva giovane, con uno sguardo che decostruisce le coordinate tradizionali”.
Nata a Zwickau (ex Germania Est) nel 1984, Naumann trasforma oggetti d’arredo e spazi domestici in dispositivi politici. I suoi ambienti immersivi, abitati da mobili carichi di simboli, raccontano storie di radicalizzazione, fratture sociali e memorie collettive. Un’estetica familiare che diventa inquietante, svelando il sottotesto ideologico del quotidiano. Con alle spalle prestigiosi premi – dalla borsa Karl Schmidt-Rottluff al Max Pechstein Prize – e mostre in istituzioni come il SculptureCenter di New York e il MoMA di Varsavia, Naumann è una voce fondamentale nel dibattito artistico tedesco. Dal 2026 sarà infatti anche docente di scultura all’Università di Belle Arti di Amburgo. “Esploro come le società affrontano le rotture politiche e sociali,” spiega l’artista. “Uso la storia e i materiali di tutti i giorni per creare nuove forme di produzione di conoscenza“
Classe 1987, nata in Vietnam e cresciuta tra culture e sistemi politici diversi, Sung Tieu costruisce ambienti in cui si intrecciano biografia, geopolitica e potere istituzionale. Le sue opere, dense di suono, video, documenti e oggetti trovati, esplorano le cicatrici invisibili della migrazione e della burocrazia. Tieu è già protagonista della scena internazionale, con mostre personali in spazi come il KW Institute for Contemporary Art di Berlino, il MIT List Visual Arts Center di Cambridge e il Mudam di Lussemburgo.Ha partecipato a biennali di rilievo da Gwangju a San Paolo, e ha conquistato premi come lo Schering Stiftung per la ricerca artistica e il Rubenspreis 2024. “Mi muovo tra ciò che viene detto e ciò che resta sottinteso. È in quei vuoti, tra linguaggio e omissione, che le mie opere prendono forma,” dichiara Tieu.
L’appuntamento è dunque per il 9 maggio 2026, quando il Padiglione Tedesco aprirà le porte ai visitatori della Biennale. Due artiste, due visioni e un dialogo profondo tanto sulle ferite del passato, quattro sulle sfide del futuro.










